Niente Zelensky, ma nella notte degli Oscar tanta attenzione per l’Ucraina

Molte le star con il nastrino giallo e blu ed un toccante messaggio dell’ucraina Mila Kunis

La redazione

Anticipiamo per i cinefili italiani che l’Italia è tornata dalla notte degli Oscat col carniere vuoto e per questa edizioni dovrà gioco forza accontentarsi delle nomination. Ma dei premiati scriveremo in altro articolo.

Qui c’interessa l’attenzione prestata dalla notte degli Oscar alla tragedia immane che si è riversata improvvisamente ed inaspettatamente sul popolo ucraino. Superfluo rammentare, lo sanno tutti, che Putin fino al giorno prima dell’invasione, offeso per doverlo ripetere assicurava il mondo che i soldati ed i mezzi militari al confine ucraino erano solo esercitazioni militari. Poi, in una serata la firma di un riconoscimento unilaterale delle repubbliche separatiste ucraine di Donetsk e Luhansk, privo peraltro di qualsiasi valore giuridico, e l’invasione da tre direttrici dal confine russo, da quello bielorusso e dal mare.

Sean Penn, ieri, era stato categorico: “Se non si da voce a Zelenskiy, l’Oscar va boicottato” e “distruggerò le mie due statuette se sarà impedito”.

Zelenskiy non ha avuto voce, ma non si sa neanche se fosse dell’idea di parlare in quella sede, ma Penn può essere soddisfatto. Non solo la stragrande maggioranza delle start, da Jamie Lee Curtis, alla compositrice candidata Dianne Warren a Paolo Sorrentino avevano appuntato all’abito un nastro blu a sostegno dei rifugiati, ma la notte degli Oscar ha voluto ugualmente ricordare la guerra in Ucraina. Un momento di silenzio e di riflessione con un messaggio di sostegno #standwithUkraine a cui ha fatto seguito l’intervento di Mila Kunis, attrice nata a Cernivci, Ucraina. “Nelle ultime settimane, il mondo è rimasto scioccato da un’invasione non provocata e da un atto di aggressione” ha detto la compagna di Ashton Kutcher, che non ha mai fatto il nome del suo Paese. Ha, quindi, annunciato il brano Somehow You Do, dal film Four Good Days.

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