Netanyahu se non provoca i palestinesi non vive

Ennesima provocazione di Netanyahu e gli estremisti di destra ai palestinesi, che colpiscono la libertà di culto e vogliono scatenare la guerra santa

La redazione

L’ultima trovata di Netanyahu e della sua compagnia cantante di estremisti di destra, rimasti gli unici suoi sostenitori ed alleati, è quella di limitare il numero di palestinesi che potranno accedere nella Spianata delle Moschee nel mese sacro del Ramadan a 15mila persone. Ma, come se non bastasse, ha poi posto limiti di età a quei 15mila, che corrispondono quasi esattamente alla metà dei civili palestinesi finora trucidati in risposta al “presunto” attacco di Hamas del 7 ottobre scorso a Gerusalemme, che stando ai numeri israeliani provoco circa mille e duecento morti e duecentoquaranta sequestri di persona. I limiti di età comportano che potranno accedere solo minori di dieci anni e maggiori di anni sessanta.

L’opinione pubblica occidentale, come pure tutto il mondo arabo, continua a chiedersi come sia stato possibile, con l’esercito che presidiava ogni accesso in Israele, che un paio di migliaio di militanti di Hamas, armati fino ai denti, anche di armi pesanti come bazooka e missili terra-terra. si siamo potuti infiltrare inosservati ed indisturbati e mettere in atto quell’attacco. Lo stesso Antony Blinken ha più volte chiesto di leggere i risultati dell’inchiesta del Governo israeliano sui fatti di quella notte, ma di quell’inchiesta, chiesta dagli israeliani moderati, la stragrande maggioranza, non si è mai saputo nulla. Legittima, dunque, l’incredulità sullo svolgimento dei fatti.

La risposta militare israeliana, che conta finora almeno trentamila vittime tra i civili palestinesi, con un alta percentuale di donne, bambini, vecchi e malati (gli ospedali non sono stati risparmiati dai bombardamenti) ormai è definita sproporzionata da tutti gli ex alleati occidentali, persi per strada uno per uno.

E mentre Netanyahu continua a respingere la proposta di pace anche americana, che prevede due popoli due stati, ecco la provocazione religiosa ai palestinesi ai quali viene di fatto impedita la libertà di culto, mentre ormai sospetti ed accuse di genocidio del popolo palestinese piovono quotidianamente su Israele che annuncia da sei ad otto settimane di ulteriore aumento di bombardamenti e attacchi terrestri prima di poter pensare ad una riduzione degli attacchi.

La popolarità politica di Netanyahu e dei suoi alleati e crollata parecchio al di sotto del 15% degli elettori israeliani e si avvicina con la fine del mandato lo spettro dei processi per corruzione ed appropriazione indebita.

Hamas ha invitato i palestinesi a non accettare il divieto e comportarsi come non esistesse. Conferma che è una grave minaccia alla libertà di culto dei palestinesi che manifesta “l’intenzione dell’occupazione di intensificare la sua aggressione contro la moschea di Al-Aqsa durante il mese di Ramadan”.

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