Missione diplomatica cinese in 8 Paesi dell’Europa dell’Est

Un iniziativa a dir poco curiosa per tastare il terreno

La redazione

La Cina ha mandato in missione una propria delegazione diplomatica in otto Paesi dell’Europa centrale e orientale. L’obiettivo è per cercare di tastare il terreno, considerata la presa di posizione anti-russa di gran parte di loro e la differente posizione ufficiale di Pechino, che non ha voluto condannare l’invasione russa dell’Ucraina.
Wang Lutong, direttore generale degli Affari europei presso il ministero degli Esteri cinese, ha reso noto oggi che la delegazione guidata dall’ambasciatore Huo Yujen, toccherà Repubblica ceca, Slovacchia, Ungheria, Croazia, Slovenia, Estonia, Lettonia e Polonia.

E’ la prima volta che una delegazione diplomatica cinese si avventura nella regione dall’inizio dell’invasione russa dell’Ucraina. Deve incontrare rappresentanti di Paesi che hanno condannato, con toni diversi, l’invasione, molti dei quali, come la Polonia, Estonia e Lettonia danno forte ed incondizionato sostegno a Kiev di Polonia, Estonia e Lettonia, o come la più riluttante Ungheria di Viktor Orban, che non fa mistero del suo legame don Putin.
Il viaggio per capire quale sia l’umore in quei Paesi, in cui la Cina ha investito in maniera abbastanza cospicua, dopo che Pechino si è rifiutata di condannare le azioni di Mosca.

Un raffreddamento nei confronti della Cina nella stragrande maggioranza di quei Paesi, era già in corso. La Lituania, già dal 2021, si è svicolata dalla piattaforma “17+1” che riuunisce i 17 Paesi dell’Europa centrale e orientale a Pechino in meccanismi d’investimento cinese, legati anche all’iniziativa Belt and Road.

La Nuova Via della Seta è l’espressione usata dalla stampa italiana per rappresentare la Belt and Road Initiative (BRI), un programma del governo cinese che vuole finanziare con oltre 1.000 miliardi di dollari  investimenti infrastrutturali in quasi ogni angolo del pianeta. Dall’ Africa all’Europa, dall’India alla Russia o all’Indonesia. L’iniziativa, fortemente voluta dal Presidente Xi Jinping (in copertina), è stata avviata nel 2013.

In poche parole la Cina, più attenta ai fatti concreti che ai principi, comincia a fare di conto per capire quanto gli costa la sua vicinanza a Putin belligerante. Fatti i conti ne trarrà le conclusioni. Nulla di nuovo, un classico del modo di pensare e di agire cinese.

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