L’esercente chiederà i documenti se il green pass è manifestamente irregolare

Se il cliente si oppone dovrà chiamare la forza pubbica.

La redazione

La circolare annunciata dal Ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese, è arrivata. Si parla anzitutto delle attività delle forze dell’ordine con verifiche a campione e in particolare nei luoghi turistici e della movida.

Ma la parte che più interessa i cittadini, molti dei quali esercenti di attività in cui la cui fruizione da parte dei clienti è condizionata all’esibizione del green pass, è l’obbligo o meno di chiedere i documenti che scatta per l’esercente solo in caso di manifesta incongruenza tra i dati ripostati sul pass ed il soggetto che lo sta esibendo.

Il Garante della Privacy si era già pronunziando affermando il diritto dell’esercente a chiedere ed attenere il documento d’identità del cliente.

La cosa che più interessa è che, in base alla circolare del Viminale, le sanzioni colpiranno il solo avventore a meno che non emergano palesi responsabilità dell’esercente.

E’ chiaro che se l’avventore rifiuta di esibire la documentazione dovranno essere avvisate le forze dell’ordine che provvederanno alla verifica ed eventuale allontanamento e sanzionamento del contravventore.

Al momento, una indagine giornalistica nelle grandi città (Milano e Roma) non rileva particolari problemi di applicazione. Le città sono svuotate in favore dei luoghi di villeggiatura e con pochi clienti tutto fila liscio. La prova del nove sarà a fine agosto, inizi di settembre quando i grandi centri torneranno a pullulare di residenti ed i locali dovranno reggere a quei ritmi di frequenza.

Nel Paese si segnalano nuovi focolai, in particolare nei luoghi di villeggiatura. Si teme la diffusione del contagio attraverso giovani che tornano dalla villeggiatura in Riviera romagnola, Ponza o Gallipoli.

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