Dopo tre anni di latitanza è stata arrestata in Pakistan Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas

La donna, accusata dell’omicidio della figlia 18enne avvenuto il 30 aprile del 2021, è stata condannata all’ergastolo dalla Corte di assise di Reggio Emilia, accusata dall’indagine della Procura e dei carabinieri.

Rocco Michele Renna

Dopo tre anni di fuga, Nazia Shaheen, la madre di Saman Abbas, è stata arrestata in Pakistan. La donna, accusata di aver partecipato all’omicidio della figlia 18enne il 30 aprile 2021, è stata condannata all’ergastolo dalla Corte di Assise di Reggio Emilia, sulla base delle indagini condotte dalla Procura e dai carabinieri.

Nazia Shaheen, insieme al marito Shabbar Abbas, era fuggita dal luogo del delitto, rifugiandosi in un villaggio ai confini con il Kashmir. La coppia era riuscita a sfuggire alla giustizia italiana per anni, ma la latitanza di Shaheen è giunta al termine con il suo arresto da parte delle autorità pakistane.

Il marito di Nazia, Shabbar Abbas, era stato arrestato precedentemente il 15 novembre 2022 nella regione del Punjab, grazie a un mandato di cattura internazionale. Tuttavia, il processo di estradizione verso l’Italia è stato lungo e complesso: Shabbar è stato trasferito nel paese solo dopo quasi dieci mesi di detenzione in Pakistan, atterrando su un volo dell’Aeronautica Militare italiana nella notte tra il 31 agosto e il primo settembre 2023.

L’omicidio di Saman Abbas ha scosso profondamente l’opinione pubblica italiana. La giovane, di soli 18 anni, era stata brutalmente assassinata, presumibilmente per aver rifiutato un matrimonio forzato. La Procura e i carabinieri hanno lavorato incessantemente per portare giustizia alla vittima, raccogliendo prove e testimonianze che hanno portato alla condanna dei genitori.

Con l’arresto di Nazia Shaheen, le autorità italiane sperano di poter fare maggiore chiarezza sui dettagli dell’omicidio di Saman Abbas. Questo arresto rappresenta un passo importante nella ricerca di giustizia per Saman e per tutte le vittime di violenza domestica e di onore.

Il caso di Saman Abbas rimane un simbolo della lotta contro le pratiche oppressive e le violenze che, purtroppo, ancora oggi colpiscono molte donne in tutto il mondo. La speranza è che la vicenda possa sensibilizzare ulteriormente l’opinione pubblica e le istituzioni sulla necessità di proteggere i diritti umani e garantire giustizia per tutte le vittime.

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