Le Calende di Santa Lucia: un viaggio nel tempo tra antiche profezie meteorologiche

Quando il 13 dicembre diventava la chiave per leggere il futuro meteorologico dell’anno, in un mondo senza previsioni del tempo moderne

Rocco Michele Renna

Nel passato, quando le previsioni meteorologiche erano affidate alla saggezza popolare e non agli algoritmi, il 13 dicembre rappresentava più di un semplice giorno nel calendario. Era il portale verso un’antica tradizione, le “Calende di Santa Lucia”, che promettevano di svelare il volto del tempo per l’intero anno a venire. Prima della riforma del calendario nel 1582, questa data segnava il solstizio d’inverno, il giorno più breve dell’anno, carico di significato e mistero.

Il legame tra Santa Lucia e il 13 dicembre alimentava credenze popolari, proverbi e usanze che ancora oggi risplendono nel ricordo di chi ha vissuto quei tempi. Una di queste tradizioni, tramandata di generazione in generazione, è stata raccontata a me da mia madre, con origini lucane, e si intitola “Le Calende di Santa Lucia”.

Ci penso sempre, in questi giorni dell’anno, a mia Madre e a tutti gli anziani che me l’hanno raccontata e alla mantellina di lana, fatta da lei all’uncinetto che si portava appresso.

Mi ricordo, ancora oggi quando glielo chiedevo: “Huei mà (in dialetto di Genzano di Lucania: Senti mamma) me la racconti la storia dell’anno a rovescio nei giorni dopo santa Lucia? E lei non si tirava indietro e cominciava a raccontare…

“In quei giorni- diceva mia madre-, i contadini scrutavano il cielo con attenzione, poiché si credeva che da Santa Lucia al 6 gennaio si potesse dipingere il panorama meteorologico dell’anno successivo. Un calendario speciale, diviso in “i calenn’ dritt” e “i calenn’ all’ammérs”(le calende dritte e le calende a rovescio), guidava il contadino nell’arte di predire le condizioni atmosferiche, determinando semine e raccolti”.

Lo schema è il seguente:
13 Dicembre               Gennaio
14 Dicembre               Febbraio
15 Dicembre               Marzo
16 Dicembre               Aprile
17 Dicembre               Maggio
18 Dicembre               Giugno
19 Dicembre               Luglio
20 Dicembre               Agosto
21 Dicembre               Settembre
22 Dicembre               Ottobre
23 Dicembre               Novembre
24 Dicembre               Dicembre
25 Dicembre               sosta
26 Dicembre               Dicembre
27 Dicembre               Novembre
28 Dicembre               Ottobre
29 Dicembre               Settembre
30 Dicembre               Agosto
31 Dicembre               Luglio
1 Gennaio                   Giugno
2 Gennaio                   Maggio
3 Gennaio                   Aprile
4 Gennaio                   Marzo
5 Gennaio                   Febbraio
6 Gennaio                   Gennaio

Il racconto di mia madre, narrato con affetto e saggezza, evoca il calore di quei momenti e la connessione profonda tra l’osservazione della natura e la vita quotidiana. La tradizione, ora in parte dimenticata, era un patrimonio di conoscenze tramandato con rispetto.

A corollario del racconto, un antico calendario proponeva di annotare giorno per giorno il clima, intessendo una rete di previsioni basate su leggende e interpretazioni empiriche. Un’arte che, benché priva di fondamenti scientifici, conservava un fascino intramontabile.

Il calendario delle “Calende di Santa Lucia” offriva una mappa affascinante, dove giornate soleggiate potevano prevedere mesi di calura, mentre nevicate impreviste durante i mesi caldi suggerivano tempeste in arrivo. Un intricato balletto tra cielo e terra, dove ogni giorno rappresentava un mese intero o parte di esso.

l’interpretazione dei vari segni meteorologici per gli antichi: “Se il 18 dicembre era una giornata soleggiata e il 1 gennaio era nuvolosa – rappresentanti il mese di giugno -, voleva dire che il mese di giugno dell’anno successivo sarebbe stato variabile ma con assenza di piogge. Mentre un 20 dicembre tiepido, con il sole, e un 30 dicembre ugualmente tiepido corrispondeva a un agosto meteorologicamente caldissimo. La presenza di neve nei giorni corrispondenti ai mesi caldi voleva indicare che in quel mese ci sarebbero state delle grandinate o il tempo sarebbe stato meteorologicamente infausto”. Ovviamente si tratta di un metodo empirico basato su calcoli probabilistici approssimativi, che servivano di norma al contadino per prevedere le annate rovinose dei raccolti (per esempio le estati fredde o piovose). Non esiste nulla di scientifico in questo, tuttavia alcuni, come me, continuano ancora a realizzarlo anche per non perdere la tradizione e il ricordo del passato, nonché dei nostri genitori.

Questo racconto vuol essere un omaggio ai miei genitori e a tutti gli anziani che tramandano queste antiche conoscenze, custodi di una saggezza che sfida il trascorrere del tempo. Una tradizione che, nonostante la tecnologia moderna, continua a resistere nel cuore di chi trova bellezza nell’arte di leggere il cielo. Forse, nelle “Calende di Santa Lucia”, c’è ancora qualcosa da imparare, una connessione da riscoprire tra l’uomo e la natura, tra antico e moderno.

Qui, in coda a questo racconto, troverete un calendario che riporta i giorni della calenda, fatto da me, dove potete annotare sole, pioggia e neve e fare le previsioni per il prossimo anno. Se non funziona è colpa dell’inquinamento!!!

Calenda di santa Lucia

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