La traslazione

Perché il corpo di San Nicola si trova a Bari e perché si festeggia la “Translazione” delle sue ossa?

Maria Catalano Fiore

versi di Biagio Loconte

foto di repertorio

Un argomento ancora spinoso e di contesa tra baresi ed altri, ma si tratta di storia avvenuta intorno all’anno mille, non leggenda, anche se nel racconto appare un po’ amplificata.

Lo spunto, per raccontarla, me lo danno dei versi di Biagio Loconte, che testimoniano semplicemente l’accaduto, e il significato della “Caravella”.

Praticamente, agli albori del Cristianesimo, sino al 1200 ed oltre, ogni nuova Comunità Cristiana, Cattedrale o Chiesa, amava fregiarsi di una testimonianza materiale di Cristo, frammenti di legno della croce o spine, portate in Europa da qualche crociato. Se queste Reliquie siano vere o presunte non è stato mai possibile accertarlo del tutto, tranne in casi eclatanti. Il più noto è quello di San Nicola, intero corpo conteso, trafugato in Medio Oriente, in una guerriglia contro ai veneziani (che pare in quell’occasione si siano impossessati di una gamba).

Ricordiamo anche il caso delle ossa del Vescovo San Sabino asportate dal Sepolcro di Canosa (Primo Patrono della città di Bari) e che i canosini ancora non perdonano, sia pure per mano del Vescovo Angelario. La Madonna Odegitria che veleggiando da Costantinopoli nella saccoccia di premurosi monaci “Calogeri” che volevano salvarla e che hanno pensato di sostare, per riposare, proprio a Bari, dove chissà come è rimasta stanziale fin dai tempi delle lotte iconoclaste dell’Impero Bizantino.

La madonna Odegitria

Notizie sempre incerte sulla “Sacra Spina” conservata nel Tesoro della Basilica di San Nicola. Per non parlare di San Spiridione…….

Pare, comunque, che questo “vizietto” i marinai molfettesi lo abbiano applicato anche per il loro Patrono San Corrado. (Corrado il bavaro) ecc…

Comunque, San Nicola e Bari sono ormai un binomio indissolubile, da quando nel lontano 1087 le reliquie del vescovo di Myra approdarono sulle sue coste. Tra la città e questo suo “nuovo patrono” si è stabilito un legame profondo e la città è meta da quasi un millennio di un continuo crescente pellegrinaggio al suo sepolcro di nazioni e confessioni religiose diverse.

Nel dicembre 2019 questa era la coda alla Processione dei fedeli che si smodava per tutto il lunghissimo lungomare (il più lungo d’Europa)

Il rituale della processione in costume della “Caravella” rievoca le varie vicissitudini in mare per raggiungere la città, come vedremo. Ora occupiamoci della Traslazione.

L’Abate Elia e i Signori della città aprono il corteo storico della Caravella

LA TRASLAZIONE

Jiève a chidde timbe, pe no jièsse da mene,

reliquie pegghianne da ce munne jiève;

pe le barise, seconde a nesciune,

chiù no nge stèvene, tranne ca pe jiune.

Jiève cudde sante , de la Turchì,

ca tanne, na volde, facì profezì.

Pe chidde terre, tre caravèlle scèrene pe mare,

a burde stèvene sessantadadu marenare;

chidde sapèvene ca dà s’acchiave

cudde Vèscheve sante ca velève sta a Bare.

De notte fu e fu de botte,

ca cudde sepolcre arremanì senz’ossere.

A u 9 de Masce 1087, cu vinde mpoppe,

a Bare arrivarene chidd’ossere.

Na volde pe tutte, chiarime pe prime,

cu furte non fu: u Sante velì mprime,

ca man a le turche aveva sta

e nesciune ma’ u avèva scì ad acchià.

A Bare venì, pe chedda dì, / tutte l’anne jiè feste pe tre dì;

pe li barise e le frastire, /le ziazine e le pellegrine,

acchessì com’ajire, / a lodà, aglorefecà,

ca jinde a u munne, / jiè canuscite assà!

Biagio Loconte: “La Leggènde de Sanda Necòle” WIP ed. 2016

Per i non indigeni…..la traduzione:

LA TRASLAZIONE

A quei tempi, per non essere da meno,

Reliquie si prendevano da qualsiasi parte;

per i baresi, che non erano secondi a nessuno,

le più belle erano di un Santo solo.

Era un Santo Turco,/ noto per miracoli e profezie.

Per raggiungerlo tre caravelle furono armate,

a bordo 62 marinai; loro sapevano dove trovarlo

quel Vescovo Santo che voleva venire a Bari.

Il fatto avvenne di notte e furono botte,

ma il sepolcro rimase senza ossa.

Il giorno 9 maggio 1087,/ con il vento in poppa, a Bari arrivarono le ossa.

Una volta per tutte chiariamo che non fu un furto,/ era il volere del Santo

non voleva più stare in luogo turco, /dove nessuno poteva raggiungerlo.

Raggiunse Bari e da quel giorno/ tutti gli anni si festeggia per tre giorni;

Per i baresi e per i forestieri / i rozzi contadini e i pellegrini,

Così oggi, come ieri, per lodare e glorificare,

un Santo conosciuto in tutto il mondo!

Biagio Loconte (traduzione, imperfetta, Maria Catalano Fiore)

Vi lasciamo, poi, parleremo della grandiosa discesa a mare del Santo.

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