VENTI DI GUERRA PUTIN CONTRO KIEV

L’analisi grafologica di Putin, pur limitata dai pochi documenti autografi disponibili. comunque rivela aspetti inediti della sua personalità

Giovanna Sellaroli

Ma chi è Vladimir Putin, al quarto mandato di Presidente della Russia? Breve analisi grafologia della scrittura di Vladimir Putin

Il nostro Direttore da giorni racconta l’escalation della grave crisi Russia-Ucraina, narrando e documentando con dovizia di particolari, ai nostri lettori, quello che sta accadendo. Non mi addentrerò quindi in altre analisi geopolitiche di questo conflitto che se esplodesse, potrebbe diventare catastrofico.

Ma, accettando l’invito del nostro Direttore, cercherò di analizzare, come posso per la scarsità di materiale autografo, la scrittura di uno degli uomini più potenti del pianeta,  che in questi frangenti sta tenedo sotto scacco il mondo intero.

Mentre scrivo, seguendo come tutti con apprensione gli accadimenti di questa ulteriore follia umana, gli ultimi aggiornamenti sono un susseguirsi convulso e cruciale di dichiarazioni, lasciando intendere che si fa sempre più pressante la minaccia di un attacco imminente, un’aggressione mortale che rischia di scatenare un’altra guerra mostruosa.  

Mentre il presidente ucraino Zelensky ha appena annunciato che l’Ucraina conferma le sue ambizioni di aderire all’Ue e alla Nato, nonostante l’ultimatum lanciato ieri da Vladimir Putin affinché il Paese ucraino rinunci a far parte dell’Alleanza atlantica, Mosca promette una risposta “forte e dolorosa” alle sanzioni decise da Unione Europea, Gran Bretagna e Stati Uniti.

Putin si dice aperto al dialogo, ma alle sue condizioni e alza il tiro: il suo obiettivo è mettere le mani sull’intera regione del Donbass. Intanto Kiev annuncia lo stato di emergenza, richiama i riservisti, e informa che un altro soldato è stato ucciso in un bombardamento nell’est del Paese.

Il presidente turco Erdogan, storicamente vicino al leader russo Putin, gli ha detto che «non riconoscerà alcuna misura che incida sull’integrità dell’Ucraina». Nelle ultime ore, l’ex presidente Usa Donald Trump ha invece definito Putin «un genio».

A fronte di tutto ciò,  l’ipotesi di un negoziato diventa sempre più debole, di fatto sia la Nato, che si sta muovendo rafforzandosi, pattugliando mari e cieli, che l’Unione Europea, considerano certa un’escalation, e sanno bene che Mosca sta dando luogo a tutta una serie di passi che in realtà ha gia pianificato.

Vladimir Putin, presidente della Federazione Russa dal 7 maggio 2012, è al suo quarto mandato (non consecutivo), avendo ricoperto precedentemente la carica dal 1999 al 2008.

Occhi di ghiaccio, nasce a San Pietroburgo nel 1952 da genitori in età piuttosto avanzata per gli standerd dell’epoca e vive con i genitori all’interno di una kommunalka, una classica abitazione di quel periodo in coabitazione con altri nuclei familiari, situato in un quartiere operaio. Un’infanzia difficile in cui ha dovuto lottare contro una realtà dura.

Malgrado la modesta estrazione della sua famiglia, Putin riesce a entrare nella borghesia sovietica, riesce a studiare, dedicandosi a una formazione giuridica e a laurearsi in diritto internazionale a Leningrado.

Entra a far parte del Kgb, il servizio segreto dell’Unione Sovietica, dove trascorre buona parte della sua vita. L’ingresso in politica avviene invece solo negli anni Novanta, con la scalata che lo porta, il 31 dicembre 1999, al Cremlino.

All’inizio degli anni ‘90 diviene il braccio destro del sindaco di San Pietroburgo, Anatolij Sobcak. Terminata l’esperienza a San Pietroburgo, il primo Presidente dell’era post-sovietica Boris Eltsin lo vuole a Mosca, dove gli venne affidata la direzione del FSB, il nuovo servizio segreto erede del KGB. Da lì in breve viene nominato Primo Ministro e, in seguito alle dimissioni di Eltsin alla fine del 1999, candidato alla Presidenza della nuova nazione russa.

L’ascesa di Vladimir Putin è segnata dalla caduta del muro di Berlino nel 1989 quando dovette bruciare i documenti del Kgb e della Stasi prima che la folla facesse irruzione negli uffici della polizia politica. Da Mosca non arrivarono mai né direttive, né protezione. Rientra in Russia e ricomincia da zero sulle macerie di un impero crollato. Ma quello fu anche il momento della sua rinascita, a 39 anni cambia tutto, lavoro, cibo, modo di vestire, idee: tutto quello che era considerato giusto dalla propaganda comunista, ora non lo è più e nuovi valori entrano prepotentemente nella nuova visione di vita: la ricchezza, l’indipendenza, l’intraprendenza, una diversa economia.

In un libro del 2003, Il collega un suo compagno di stanza a Dresda, Vladimir Ussoltsev, racconta che Vladimir lo aveva colpito per il suo essere disincantato, per la sua mente precisa, quasi matematica, anaffettiva e il suo modo gelido di porsi. E lo definisce un “conformista fatto e finito”, una persona che in pubblico si mostrava un fervente comunista, ma in privato pensava tutt’altro.

Cosa ci dice la sua scrittura?

È necessario premettere che i documenti a disposizione sono davvero limitati e non in originale, quindi l’osservazione grafologica si dovrà limitare solo a ciò che è consentito di vedere con una certa evidenza.  Una ulteriore considerazione è riferita ai caratteri in cirillico della scrittura russa, totalmente diversi dal nostro.

La scrittura importante, grande, prolungata, arrotolata e stretta lascia trasparire un forte bisogno di sé e un’accentuazione delle esigenze dell’Io. Persona attiva, presente, lanciata alla conquista, desidera l’affermazione di sé da protagonista, anche in modalità oppositiva. Ambizioso e autoritario, non è incline allo scoraggiamento, anzi è sorretto da un atteggiamento determinato e perseverante.

Il tracciato ascendente e angoloso rivela un’idea di lotta, di volontà e di tensione. Come diceva Max Pulver (grafologo svizzero padre della simbologia dello spazio), la presenza di forme angolose spinte  “esprime simbolicamente il comportamento di chi cerca il conflitto invece di evitarlo

Concreto e impaziente, lo scrivente tende a rifiutare il compromesso, possiede indipendenza di spirito ed è sorretto da un pensiero che cerca la precisione con freddezza. Si contraddistingue per reazioni nette e decise, dure che possono sfiorare la tirannia.

Mente lucida, intelligenza acuta, lo scrivente è abile e capace nel trovare soluzioni anche originali, ed è dotato di grande fermezza nel portare a termine ciò che ha intrapreso.

L’impulso a realizzare con convincente e trascinante autorità, lo portano a sviluppare idee che vengono tradotte in azioni intraprendenti; lo scrivente è capace di percepire le situazioni efficaci da cui trarre vantaggio, in modo da aumentare il proprio campo di influenza.  Abile nel cogliere le situazioni da trasformare a proprio vantaggio, ha fame di potere.

Il tracciato essenziale, steso in modo brusco, con presenza di aste rigide, e lettere recise, offre l’immagine di uno scrivente che non si concede titubanze. Autonomo nelle decisioni, è impositivo sia verso se stesso che verso gli altri, non è propenso a tener conto della sensibilità dell’altro nella realizzazione dei propri scopi che non perde mai di vista.

Cinico e tagliente, mira all’essenzialità e non ama certo  i compromessi;  non si ferma a riprendere fiato, mosso da una tenacia che facilmente si trasforma in ostinazione, mostra la volontà di dominare gli eventi e le persone. Poco capace di adattarsi alle situazioni, poco indulgente, lo scrivente pecca di soggettivismo.

La firma

La firma di V. Putin

L’omogeneità tra firma e testo, ci parla di autenticità e sincerità.

Sciolta, seppure circondata e avvolta nel nome, quasi in un gesto di protezione, la firma ingabbiata esprime un bisogno di affermarsi e di proteggersi, anche utilizzando un certo savoir faire.

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