Ricorrenze liete e non.

Due ricorrente. Ieri San Beneddetto da Norcia, patrono d’Europa. Oggi la strage ferroviaria dell’Andria-Corato che chiede da quattro anni alla magistratura un parola di chiarezza e di giustizia.

La Redazione

Ieri, sabato 11 ricorreva San Benedetto da Norcia, patrono d’Europa. San Benedetto ci e la protegga e aiuti “le donne e gli uomini di buona volontà” a farne un’Europa umana e solidale, ma anzitutto un’Europa politica. I singoli stati dai più potenti ai più abbisognevoli, ciascuno per suo conto, contano e valgono quanto un pidocchio su un elefante. America e Russia, ma anche Cina, Brasile, India hanno tutto l’interesse a tenerci divisi. Uniti, anche senza pezzi ad oggi non entusiasti all’idea, saremmo la più grande potenza mondiale, sia economica, che militare, per non parlare di cultura che nel vecchio continente ha avuto la maggior parte delle culle. Chiudo subito, ma essere parte di in grande progetto, di una Unione o Federazione di Stati che sia, è assai meglio che essere trattati dal tycoon di turno come stupidi vassalli che o si piegano o sono puniti con dazi ed altro. Per non parlare dello stravolgimento dei rapporti con Erdogan, Hassad e tanti altri dittatorelli da strapazzo in giro per il mondo. Significa risparmiar risorse su difesa ed avere confine unico da difendere. Non proseguo, tanto chi è in buona fede e dalla mente aperta ha capito benissimo, chi non lo è non vorrà mai capire e neanche ascoltare. Inutile infastidirlo, rimanga a coltivare il suo non sapere. Mica lo si può imporre.

San Benedetto da Norcia, affresco, 
Monastero di San Benedetto

Ed oggi ricorrenza assai meno lieta. Quarto anniversario “del disastro ferroviario della Vecchia Bari Nord-Andria-Corato in cui persero la vita 23 persone” ricordando quei “giorni di dolore che hanno distrutto la vita di 23 famiglie e che hanno segnato profondamente il Nostro Paese e la storia delle ferrovie italiane. Si tratta di uno dei più gravi incidenti mai avvenuti in Puglia e uno dei più gravi che ha colpito il Nostro Paese.”

Ce la ha ricordato la Prof.ssa Rosa Manco del CNDDU -Coordinamento Nazionale Docenti della Disciplina dei Diritti Umani, la cui comunicazione è puntuale e dettagliata.

Noi Vi ricordiamo, gentili lettrici e cari lettori, che nella tratta Andria.Corato due convogli che percorrevano quella strada ferrata in direzioni opposte entrarono in collisione. Erano 80 le persone a bordo, 23 persero la vita, 51 riportarono ferite più o meno gravi. Come prevedibile ancora non un punto fermo sulle responsabilità e sui responsabili diretti (chi ha sbagliato) ed indiretti (chi avrebbe dovuto assicurare altra sicurezza a quei convogli). Le famiglia delle vittime sono esasperate. Le vittime? Ci associamo alla Manco nel ricordarli tutti per nome: “Albino, Enrico, Fulvio, Tonio, Donata, Luciano, Alessandra, Giuseppe, Pasquale, Serafina, Rossella, Jolanda, Maurizi, Gabriele, Pasqua, Maria, Francesco, Salvatore, Michele, Gabriele, Giulia, Nicola, Giovanni.” Tutte giovani vite stroncate. Riposate in pace. I vostri genitori, perenti ed amici non vi hanno dimenticati, nè lo faranno. E a noi, per il poco che contiamo, tocca appoggiarli e sostenerli incondizionatamente.

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