La furia russa spegne l’Ucraina

Kiev al buio, milioni di persone senza luce, riscaldamento e acqua
Zelensky all’Onu: “È crimine contro l’umanità”

Giovanna Sellaroli

Comincia oggi il nono mese di guerra e, nel 274° giorno di aggressione, nascere e morire in una manciata di ore, non è un ossimoro, ma una triste realtà. In Ucraina da giorni piovono missili a raffica in tutte le città, almeno 70 missili da crociera solo oggi.  Un neonato è morto la notte scorsa in seguito a un attacco missilistico che ha colpito il reparto maternità di un ospedale vicino alla città di Zaporizhzhia, nell’Ucraina sud-orientale: lo riferisce su Telegram il governatore della regione, Oleksandr Starukh, come riporta il Kyiv Independent. L’ospedale preso di mira si trova a Vilnianska, ha precisato Starukh.

A causa dei raid almeno tre persone hanno perso la vita a Kiev, tra cui una ragazza di 17  anni, mentre fonti Onu da Kiev riferiscono che altri bambini sarebbero morti nelle aree orientali. I missili lanciati dai russi hanno colpito nuovamente le infrastrutture energetiche, l’ultimo di una serie di attacchi che hanno causato blackout in tutto il Paese proprio mentre il servizio meteo ucraino ha diramato l’allerta per la neve e il ghiaccio.

Centinaia di missili per un obiettivo chiaro: Vladimir Putin è determinato a ridurre le infrastrutture energetiche ucraine in macerie. Ha deciso che se non può prendere l’Ucraina con la forza, congelerà il paese ha detto l’ambasciatrice americana all’Onu, Linda Thomas-Greenfield, parlando in Consiglio di Sicurezza. E ha ribadito che gli Usa stanzieranno altri 400 milioni di dollari in aiuti militari a Kiev per “resistere all’attacco russo“.

Ieri, nella giornata in cui ogni anno si ricorda l’Holodomor, lo sterminio per fame voluto da Stalin tra il 1932 e il 1933, Vladimir Putin ha ordinato l’ennesimo attacco alle infrastrutture civili strategiche, lasciando milioni di ucraini senza elettricità, né riscaldamento, né gas per cucinare, con il lucido intento di uccidere i civili ucraini facendoli stare la notte al gelo a -10°, a dispetto di tutte le regole del diritto internazionale.

Lenin – Stalin – Putin

Putin come Stalin. “Il tentativo di Putin con i suoi missili di riprodurre a distanza di quasi 90 anni l’Holodomor riducendo alla fame e al gelo gli ucraini è intollerabile” sottolinea il professor Vittorio Emanuele Parsi, politologo ed editorialista.

Holodomor, la strage degli ucraini

Zelensky, nel sottolineare che “la Russia ricorre al terrore e all’omicidio”, ha lanciato un accorato appello in videocollegamento all’Eurocamera dove è partita la campagna per l’acquisto di generatori di corrente per le città dell’Ucraina: “Il ritmo della distruzione supera quello della costruzione, il vostro aiuto è vitale”, ha detto.

Intanto, il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione per riconoscere la Russia come “stato sostenitore del terrorismo”. In particolare, nel documento presentato dal Partito popolare europeo si legge che “il regime di Putin è uno stato sponsor del terrorismo, complice di crimini di guerra e deve affrontare le conseguenze internazionali”. E’ stato approvato da una larga maggioranza di parlamentari europei e la risoluzione è stata adottata con 494 voti favorevoli, 58 contrari (tra cui gli italiani Bartolo, Cozzolino, Smeriglio e l’ex leghista Francesca Donato) e 44 astensioni (tra cui l’intera delegazione del M5s).

Tra i pochi astenuti sulla risoluzione al parlamento Ue che definisce la Russia “stato terrorista”, si distinguono, si fa per dire, gli europarlamentari del M5s! Persino la Lega ha votato a favore. È più forte di loro, Putin non riescono proprio a condannarlo …

E come se non bastassero i grillini, almeno tre europarlamentari del Pd hanno votato contro il testo con cui si condannava la Russia e il suo presidente in qualità di sponsor del terrorismo: Pietro Bartolo, Andrea Cozzolino e Massimiliano Smeriglio. Vigliaccheria come valore di sinistra.

Di fronte a questi fatti delle ultime ore, dilaga lo sconcerto. Intanto è incommentabile l’atteggiamento di questi nostri politicanti così sensibili ai valori della pace. In nome di quali valori e di quale pace si sono vergognosamente espressi, non è dato saperlo.

E lo sconcerto aumenta di fronte ai massicci attacchi missilistici delle ultime settimane, sorgono dubbi, si ha la percezione che il Cremlino sia capace di attingere a un arsenale infinito.

Eppure, stando a quanto afferma l’Institute for the Study of War (ISW), per l’esercito russo l’arsenale di missili ad alta precisione si sta notevolmente riducendo, ma probabilmente sarà ancora in grado di attaccare le infrastrutture ucraine nel breve termine.

L’Istituto ha inoltre valutato che la Russia è sempre più dipendente dall’Iran per la fornitura di sistemi d’arma ad alta precisione, inclusi veicoli aerei senza equipaggio.

L’intelligence britannica dal canto suo afferma: “La Russia probabilmente ha concepito la campagna di attacco con i droni per sopperire alla sua grave carenza di missili cruise, ma l’approccio ha avuto un successo limitato“. La maggior parte dei droni lanciati sono stati neutralizzati.

E per fortuna che i missili cruise cominciano a scarseggiare!

Abbandonando le elucubrazioni tattiche che francamente lasciano il tempo che trovano, resta il fatto che a causa degli attacchi missilistici russi sulle infrastrutture critiche dell’Ucraina e della necessità di risparmiare elettricità, bisogna prepararsi al “peggior inverno dalla Seconda guerra mondiale“. Lo afferma il sindaco di Kiev Vitali Klitschko in un’intervista all’edizione tedesca di Bild, ripreso da Ukrainska Pravda. Klitschko non esclude che alcuni residenti della capitale dell’Ucraina dovranno essere evacuati in caso di peggioramento della situazione per mancanza di elettricità e freddo intenso. 

E preoccupa la centrale di Zaporizhzhia che oggi è andata in black out completo. Lo ha segnalato l’Energoatom aggiungendo che “tutti i generatori diesel sono in funzione. Il livello di radiazione nel sito della centrale rimane normale“. L’Agenzia internazionale per l’energia atomica (Aiea) ha reso noto che la centrale fa affidamento sui suoi generatori diesel di emergenza per raffreddare i reattori e svolgere altri compiti importanti per mantenere la sicurezza nucleare. Diverse città, da Kharkiv a Leopoli, sono senza elettricità e tre centrali nucleari sono state “scollegate” dalla rete elettrica. 

A partire dalle 17 di oggi il 70% delle abitazioni di Kiev non ha la corrente elettrica. Manca il riscaldamento e l’approvvigionamento di acqua pur funzionando presenta problemi in alcune zone della capitale. Lo ha reso noto l’Amministrazione militare della città sottolineando che le squadre di riparazione e di emergenza stanno lavorando intensamente per ripristinare anche i riscaldamenti.

Altro che pace. Quello che sta accadendo in Ucraina è quasi peggio della guerra, i russi stanno distruggendo tutte le infrastrutture per lasciare che gli ucraini finiscano come accadde con l’Holodomor. Quello che sta per accadere è la prospettiva di un inverno che può avere conseguenze disastrose.

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