È morto Luigi Berlinguer, ex Ministro dell’Istruzione

Scompare a 91 anni un grande protagonista della politica italiana

Gianvito Pugliese

È con profondo rammarico, forse anche doloro che ho appreso della scomparsa di Luigi Berlinguer, ex Ministro dell’Istruzione, avvenuta questa sera all’ospedale “Le Scotte” di Siena. L’ex politico aveva 91 anni ed era ricoverato dallo scorso mese di agosto.

Nato in una famiglia di illustri tradizioni politiche e cugino di Enrico Berlinguer, Luigi Berlinguer ha lasciato un’impronta indelebile nella storia politica italiana. Durante la sua carriera, ha ricoperto molteplici ruoli, tra cui deputato, senatore e ministro dell’Istruzione nel primo governo Prodi. La sua ultima sfida politica, all’età di 77 anni, fu l’elezione al Parlamento europeo nel 2009, quando divenne capolista per la circoscrizione Nord Est con il Partito Democratico. Nel 2010, ha firmato il manifesto del Gruppo Spinelli, sostenendo una visione di un’Europa federale.

Berlinguer ha attraversato diverse fasi della politica italiana, dal PCI al PDS, dai DS al Pd. La sua lunga e ricca carriera politica è stata caratterizzata dalla passione per l’Europa e l’istruzione.

Ho conosciuto sua Eccellenza Luigi Berlinguer, quando era Ministro della P.I. ed io Presidente del Conservatorio Piccinni ed ho vissuto con lui momenti indimenticabili. Lo incontrai per la prima volta ad una riunione dei Presidenti di Conservatori ed Accademie, che lui presiedeva. Gli piacque il mio intervento e, avendomi fatto avvicinare, mi chiese se fossi parente di Mimì Loizzi, suo grandissimo amico. Gli dissi che era mio zio, il fratello grande di mia madre. Mi invitò a chiamarlo per nome e dargli del tu, eravamo “in famiglia”, e mi promise che sarebbe venuto a farmi visita a Bari al Conservatorio. Lui mantenne la promessa, ma io non sono mai riuscito a chiamarlo per nome. M’incuteva si affetto, ma anche rispetto ed un qualche timore referenziale.

Poi venne uno strano incontro alla sede del Ministero a Viale Trastevere. Ero vicino alla scadenza del mio mandato triennale, mi disse, bontà sua, che avevo lavorato talmente bene che avevo facoltà di scegliere tra una conferma triennale a Bari come Presidente del CdA (Consiglio di Amministrazione) o la nomina a Commissario straordinario ministeriale al neonato Conservatorio di Musica di Stato di Monopoli, quello che verrà intestato a Nino Rota. Colse il mio stupore per la proposta e mi spiegò. Certo, sarei stato il primo laico (non alto dirigente del Ministero) a ricoprire quella carica, ma…. Monopoli aveva avuto il conservatorio in controtendenza. Si stavano accorpando per fare economie ed uno nuovo era un’anomalia politica. Perciò il Conservatorio di Monopoli doveva fare faville. Poi mi spiegò ancora che il mio nome gli era stato fatto dal direttore generale della istruzione artistica e musicale del Ministero, che gli avrebbe detto testualmente: “che conoscevo la legislazione bene quanto lui, ma avevo una marcia in più, una grande esperienza come manager di istituzioni di cultura musicale. Insomma ero l’uomo giusto al posto ….” La scelta mi lasciava perplesso, il Conservatorio Piccinni era fra i più prestigiosi d’Italia, ma le sfide mi appassionano e quella di mettere su da zero o quasi un nuovo conservatorio che fino a ieri avevo pure Presieduto, in quanto sezione distaccata del Piccinni di Bari, mi attraeva. Berlinguer notò l’indecisione e mi disse “devi darmi la risposta entro domani“. gli chiesi il perché. mi confidò che l’indomani successivo al suo posto sarebbe stato seduto il prof, De Mauro. Sorrise, la destra aveva preteso da Prodi la sua testa per la riforma appena entrata in vigore e, colmo dell’ironia, lui veniva sostituito con De Mauro, che in realtà era stato il vero ed unico autore di quella riforma invisa alla destra. Occorreva, quindi procedere alla mia nomina, quale che fosse, massimo il giorno dopo.

Io sono fatto così, l’ammirazione per Berlinguer che lasciando il ministero si preoccupava dell’uomo giusto a Monopoli, ammesso e non concesso che quello fossi io, mi dissipò in un lampo ogni dubbio. Gli risposi immediatamente che accettavo la nomina a Commissario straordinario al Conservatorio di Monopoli ed ai patrimoni dei conservatorii di Bari e Monopoli. Aggiunsi che avrei fatto l’impossibile per renderlo orgoglioso della scelta di far nascere in terra di Bari un secondo conservatorio. Non so se sono riuscito a mantenere in toto quest’ultima promessa, ma so che due anni e mezzo dopo ho lasciato il Conservatorio Rota, per far insediare gli organi ordinari, dopo averne fatto, con la preziosa collaborazione di un corpo docente, giovane e desideroso di riscatto, il Conservatorio in proporzione al numero di allievi più finanziano nel Paese. E qualcosa vorrà pure significare.

La camera ardente sarà allestita nella sala del rettorato dell’Università di Siena, l’amato ateneo di cui fu rettore dal 1985 al 1993. La sua eredità politica e il suo impegno duraturo saranno sempre ricordati e apprezzati da coloro che hanno avuto l’onore di conoscerlo e lavorare al suo fianco. La sua assenza lascerà un vuoto nel panorama politico italiano. Oggi due novembre. giorno dei morti. mi tocca piangerne uno a me assai caro.

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