Napoli a ferro e fuoco

Scontri tra tifosi dell’Eintracht e del Napoli (in copertina Piazza Plebiscino). Cariche e fumogeni dalla Polizia per prevenire il peggio.

La redazione

La memorabile partita giocata ieri dalla quadra di Spalletti contro la tedesca Eintracht che, allo stadio Maradona, ha doppiato e migliorato con un 3 a 0 il risultato dell’andata in Germania, pure vinto con un 2 a 0, richiede due distinti articoli. Un commento alla partita del Napoli, che ha sancito la sua qualificazione ai quarti di finale di Champions League, e questo, dove sotto i riflettori c’è Napoli, una, se non la perla del nostro meridione, messa sotto assedio da ultrà dell’Eintracht Francoforte, sbarcati numerosissimi, nonostante a loro fosse precluso lo stadio per disposizione del ministero degli interni italiano.

Violenze e scontri tra tifoserie e con la polizia che, stando ai primi bilanci, ovviamente ancora provvisori, ma che non registrano feriti gravi o peggio, è finora riuscita ad evitare il peggio ed a gestire bene la situazione.

Subito dopo la partita si materializzano dai due lati degli alberghi che ospitano i supporter tedeschi individui vestiti di nero ed il volto che lanciano petardi verso gli alberghi e la polizia che li sta blindando. Si ritiene che sia trattato di ultrà del Napoli. I fumogeni sparati dalla polizia li mettono in fuga verso le vie Chiatamone e Partenope.

Ma è prima della partita che si scatena l’inferno nel cuore della Città. Coinvolte Piazza del Gesù e via Calata Trinità maggiore, dove prima delle 18 di ieri veniva raccolto dai netturbini di tutto: immondizia di ogni genere, un’infinità di vetri, fumogeni e lacrimogeni esplosi. A rendere più difficoltose le operazione degli operatori ecologici partenopei l’acqua degli idranti delle forze dell’ordine.

Questa volta non ci sono dubbi. A scatenare i disordini e danneggiare auto, vetrine e qualunque cosa a tiro, sono stati un centinaio di appartenenti alla tifoseria estremista dell’Eintracht Francoforte che non accettano il divieto di vendita di biglietti e di accesso allo Stadio ordinato dal Viminale, forse troppo “in zona cesarini”, dopo gli scontri in Germania nella partita di andata. La loro risposta si materializza nel cercare lo scontro con gli odiati rivali partenopei.

A Salerno arrivano circa 400 supporter tedeschi che raggiungono Napoli in treno. Non hanno il biglietto per lo stadio, ma i bagarini gliene hanno comunque rivenduti diversi, ma tutti sono in possesso di una regolare prenotazione in un albergo partenopeo.

Poco dopo mezzanotte una decina d’incappucciati lancia bottiglie contro il bar Alkymya Bellini. Le serrande sono abbassate ed i danni contenuti. I carabinieri allertati dai colleghi dell’esercito di stanza in piazza identificano alcuni ultrà tedescchi.

La tifoseria ultrà partenopea accetta la sfida e duecentocinquanta ultrà napoletani, tra curva A e B, da piazza Dante improvvisano un corteo per raggiungere l’albergo dei tifosi della squadra avversaria. La polizia li ferma in blocco e poi continuerà a fermare piccoli gruppi che cercano di infiltrarsi tra i cordoni delle forze dell’ordine.

Alle 13 le cose rischiano di precipitare, quando più di seicento ultrà tedeschi lasciano il loro albergo sul lungomare di Chiaia ed in corteo si dirigono verso piazza del Gesù. La polizia li controlla e cintura facendo intervenire anche un elicottero. Alle 17 alcuni tifosi napoletani provenienti dalle zone più popolari della Città si materializzano e lanciano fuochi d’artificio, non pericolosi, all’indirizzo dei tedeschi. La provocazione sortisce l’effetto e la violenza esplode tra gli ultrà teutonici che lanciano di tutto e distruggono qualunque cosa abbiano a tiro. La polizia riesce ad interporsi e tener separate le due tifoserie, ma deve ricorrere agli idranti.

Intanto un’auto della mobile viene data alle fiamme. Molte altre danneggiate con i vetri in frantumi. Rotte le vetrine delle attività commerciali adiacenti. Sono momenti di guerriglia urbana: la gente scappa terrorizzata, i commercianti abbassano le serrande.

I poliziotti riescono a far salire i turisti tedeschi sugli autobus ed a riportarli in albergo. I tifosi napoletani bersagliano gli autobus di pietre lungo il percorso. Ma l’operazione rientro riesce e la polizia mette in sicurezza la zona.

La Lega rivendica l’opportunità del provvedimento del, sempre superblindato, ministro Piantedosi, di divieto di accesso allo stadio per i tifosi tedeschi e chiede che “il governo tedesco paghi i danni“.

Risponde, con meno folklore e più serietà, Nancy Faeser,  ministra  degli Interni della Germania: “Questa violenza deve essere condannata con la massima fermezza. Criminali violenti e che creano caos distruggono lo sport”.

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