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L’amica cybernauta Cecilia grida alta e forte la sua indignazione per la proposta emersa in un convegno alla Camera del deputato leghista Billi.

La redazione

L’alternativa era con un post esilarante, quanto saggio, del nostro amico Pinna, sarà per domani. Oggi abbiamo scelto di dar voce all’indignazione, che condividiamo in toto, della cybernauta Cecilia @jacko_cecilia nei confronti del parlamentare leghista Simone Billi, autore di un “dotto” convegno alla Camera per pubblicizzare la sua tesi aberrante: “Divieto di abortire, anche in caso di stupro”. L’amica Cecilia commenta: “Un altro privo di utero e pure di cervello che però parla...”,

Giusto che a parlar di aborto siano anzitutto le donne, che vivono momenti drammatici per quella decisione atroce. Una mamma potenziale non vi rinuncia a cuor leggero. E Billi ignora, evidentemente, che all’epoca del divieto, l’aborto lo praticavano le “mammare”, levatrici improvvisate, ed i casi di emorragie mortali non si contavano. Ma evidentemente per il leghista Billi o quelle vite non contano o non sa di cosa parla e propone.

In realtà la Lega, in caduta libera di consenso, è disposta a tutto pur di raccattare qualche voto sparso. Non è da escludere che il furbastro onorevole Billi abbia pensato di ingraziarsi quei quattro gatti di ultra bigotti superstiti ed i relativi voti. Ma non ha pensato al disgusto che provoca la sua proposta, che porterebbe la nostra civiltà indietro di oltre mezzo secolo, ed alla conseguente ulteriore perdita di consenso. Troppo complicato per il residuo neurone leghista, da ricercare con microscopio di ultima generazione (in copertina).

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