La mutazione è da tempo in Italia.

Il caso di una donna: asintomatica, ha una carica virale alta. Un sospetto a Bari.

GP

La storia, purtroppo si ripete. Ricordiamo tutti il racconto del paziente uno, la ricerca affannosa ed inutile del paziente zero, la prima ricostruzione dei contagi: la moglie ed un amico. Ricostruzione fantasiosa, magari in completa buona fede, ma realmente fantastica. Il virus girava in Italia già da diverso tempo. Dove c’erano state maggiori occasioni di contagi, nelle regioni maggiormente industrializzate e popolate si scatenò l’inferno e abbiamo visto scene assolutamente inedite: i camion militari che trasportavano le vittime erano un misto tra film di fantascienza e dell’orrore.

Certo ora siamo meno ignoranti ed indifesi. Lo sono gli scienziati, i medici ospedalieri e quelli di base, lo sono finanche i comuni cittadini. Pochi ormai i negazionisti: l’evidenza è talmente chiara da far deflettere anche i più accaniti sostenitori delle fantascientifiche invenzioni.

Ci risiamo, dunque. Solo ieri abbiamo appreso della scoperta di una mutazione del virus scoperta in Gran Bretagna, una mutazione che non conosciamo a fondo ma certamente mostra di essere molto più contagiosa della forma originaria. Neanche il tempo di fermare i voli dall’Inghilterra, ma casi erano stati registrati anche in Danimarca, Australia ed Olanda, ed ecco che si scopre in Italia una persona asintomatica affetta dal virus mutato.

Va chiarito anzitutto che la cosiddetta “variante inglese” del virus circola ormai da oltre un mese. Tre sequenze di campioni raccolti in Danimarca e uno in Australia, prelevati a novembre, sono infatti risultati collegate al focolaio inglese.

L’ Ecdc -il Centro Europeo per il Controllo delle Malattie- è categorico nell’affermare che si è “verificata una sua diffusione internazionale, anche se non se ne conosce l’estensione. Le autorità sanitarie pubbliche e i laboratori di tutti i paesi europei devono analizzare i virus isolati in modo tempestivo per identificare i casi della nuova variante. Va identificato immediatamente chi ha avuto contatti con persone positive alla nuova mutazione o ha viaggiato nelle aree colpite, in modo da testarli, isolarli e tracciare i loro contatti“,

Capisco che i toni possono sembrare, ad un giudizio superficiale, allarmistici ma sono in realtà di legittima preoccupazione.

E se Zaia fa una sua ordinanza per costringere al tampone chi viene dalla Gran Bretagna, su un volo Ryanair da Londra, atterrato ieri sera a Palermo, sono stati riscontrati tre tamponi positivi e due dubbi: i test molecolari sono stati eseguiti sui 134 passeggeri e sei componenti dell’equipaggio, ed i risultati positivi sono arrivati solo in seconda battuta, visto che i tamponi antigenici rapidi avevano dato esito negativo. Ora sono ovviamente tutti in quarantena.

Positivo anche un giovane medico che tra i 351 passeggeri atterrati ieri a Fiumicino dall’Inghilterra è l’unico risultato positivo al Covid. Allo Spallanzani si è avviata la procedura per capire se la positività è alla forma originale o alla “mutazione inglese”.

Un ennesimo caso sospetto è quello di una venticinquenne rientrata con la febbre giovedì scorso a Bari da Londra. La giovane, sottoposta a tampone nel capoluogo pugliese, è risultata positiva al Coronavirus. Non si sa. per ora, di che genere.

Tra le tante voci che destano preoccupazione va registrata anche una in senso contrario. Si tratta di Gianni Rezza, Direttore Generale della Prevenzione del Ministero della Salute: “La variante di Sars-CoV2 che sta circolando in questo momento a Londra e nel sud est dell’Inghilterra, presenta delle mutazioni sulla proteina di superficie del virus, la cosiddetta Spike. Nonostante si ipotizzi che queste mutazioni possano aumentare la trasmissibilità del virus, non sembrano alterare né l’aggressività clinica nè la risposta ai vaccini”.

Non possiamo che augurarci che Rezza abbia ragione, ma che nel frattempo si prendano tutte le precauzioni possibili mi sembra più che auspicabile.

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