Il caffè con il lettore

La violenza, da quella della guerra russo-ucraina, a quella domestica è tutta una questione di bullismo in una società troppo permissiva,

Gianvito Pugliese

Veramente è trascorsa finanche la fatidica ora del thè, ma il caffè ci sta, magari, meglio al ghiaccio, un aiuto col caldo che stiamo sopportando con difficoltà.

Entriamo, dunque, subito nel vivo della nostra chiacchierata. Vorrei provare a ragionare sugli strani fenomeni che si verificano un poco ovunque, con particolare attenzione a casa nostra e che sono strettamente connessi più che altro alla violenza: verbale o fisica che sia.

La nostra rubrica #dai social di stamani, complimenti ai redattori, ottimo lavoro, stigmatizzava un’ondata di indignazione farlocca nei confronti di Zelensky e consorte, rei di essersi prestati ad un servizio fotografico per Vogue, “mentre il popolo ucraino soffriva”. E la colpa di chi è? Non è dell’invasore, ma dell’aggredito ebreo, ma nazista, una contraddizione in termini, che la propaganda di un regime mette a tacere. Peccato che Vogue non abbia deciso di fare quel servizio con Putin e la Zakarova, se ne facciano una ragione i putiniani, per stupidità o per pecunia. Nel mondo, esclusa la Russia e le altre non poche dittature, vige la libertà di stampa e le scelte della testata le fa il giornale ed il suo direttore, non la propaganda di regime, nonostante tutte le sciocchezze messe in giro in proposito.

Certo ci sono i giornali di partito, non dichiarati tali, ma di fatto organici al partito di riferimento che non possono dare una lettura obiettiva dei fatti. Sono condizionati dalla propaganda che devono ammannirci e tutto è letto ed interpretato in quella chiave. Ma c’è anche e forte la liberà stampa, negata peraltro dai complottisti.

Ma torniamo al tema centrale. L’ondata di violenza si manifesta prevalentemente contro le donne. Se i femminicidi abbondano, le violenze domestiche sono diffusissime ed assai più di quanto si creda. Abbiamo perso quattro anni in Parlamento per partorire il reato di “femminicidio”, in sostanza un’aggravante specifica dell’omicidio, ma disposizioni regolamentari, che impongano alle forze dell’ordine di dare adeguata protezione prioritaria alle vittime di violenza non sono all’orizzonte. Ma ripartono campagne di odio verso il nero, il diverso, il disperato. E la violenza dilaga anche nei luoghi per gli anziani, se ne scoprono a raffica, così come nei luoghi dell’infanzia. Donne, vecchi e bambini, nel secondo e terzo caso senza distinzione di genere, sono vittime quotidiane di violenze inaudite. In una parola il violento, come qualsiasi altro bullo, si scatena contro il debole, per sesso o per età.

E quando si prova a prevenire la violenza contro i soggetti con identità sessuale non tradizionale, una norma di civiltà innegabile diventa materia di barricate ideologiche. Ma non avevamo festeggiato in politica la fine degli steccati ideologici? Ci saremo sbagliati.

Siamo il frutto di una società. diceva oggi il citato articolo “che massicce dosi di televisione commerciale-spazzatura e d’incitazione alla violenza ed all’odio razziare hanno modificato radicalmente”. E degli italiani “brava gente”, cos’è restato?

Molto, c’è una maggioranza di brave persone, ma silenziose, chiuse nei loro gusci, che indignate si rintanano ed hanno buttato la spugna anche della speranza.

Tant’è che la politica politicante, epiteto dispregiativo coniato dal Berlusconi della discesa in campo, ma poi fatta propria da tutti i partiti, si è appena permesso il lusso di mettere in atto il più grave atto di violenza nei confronti dei cittadini italiani.

Mario Draghi aveva appena incartato il gradimento del 67.91% degli italiani, primo tra tutti i leader politici, quando Conte ha innescato la miccia ed il duo Salvini-Berlusconi fornito il tritolo.

Mario Draghi aveva appena riportato l’Italia al primo posto della credibilità in Europa. Capisco che fosse intollerabile per chi l’aveva sistematicamente affossata.

Agli italiani è stata tolta la sovranità, che appartiene al popolo solo nelle parole della Costituzione. Abolite le preferenze e gabbato il referendum relativo, il rapporto elettore-eletto è morto e sepolto.

Andremo a votare con la peggiore legge elettorale mai vista. E questa campagna elettorale ci riserverà molte sorprese, e poche gradevoli.

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Ed