Cassazione: clan Spada di Ostia è mafia

Disposto un nuovo processo d’Appello per l’omicidio di due esponenti di un clan rivale commesso il 22 novembre del 2011 di giorno e nel centro di Ostia

Gianvito Pugliese

Dopo la consueta apertura del giornale, con una “puntata” del “Dai social”, proseguiamo con due provvedimenti giudiziari, decisamente importanti: il primo delle nostra Suprema Corte di Cassazione in tema di mafia e quello dell’articolo che segue della Corte Suprema Usa in tema di no vax, Buona lettura!

La prima sezione penale della Corte di Cassazione, giudicando della sentenza del maxiprocesso a diciassette affiliati all’organizzazione criminale di Ostia, ha accolto la richiesta del sostituto procuratore generale della Cassazione, Luigi Birritteri, in merito alla conferma dell’associazione a delinquere di stampo mafioso, per il clan del litorale dell’Urbe, ed ha statuito che “il clan Spada è mafia”. Si tratta di giudicato, cioè di un provvedimento non soggetto ad appelli o revisioni. Giudicato sono le sentenze della Cassazione, nella parte in cui non prevedono rinvio, e le sentenze di qualsiasi grado dopo la scadenza dei termini concessi alle parti per appellarle, senza che sia stato proposto gravame. Scusate, care lettrici e lettori, qualche lieve tecnicismo, ma quando è indispensabile…….

I supremi giudici, non condividendo la decisione della Corte di Appello relativamente all’omicidio di due appartenenti ad un clan rivale, hanno disposto un nuovo processo d’Appello. In questa parte del giudizio si è verificato il rinvio sopra accennato. Si celebrerà, dunque, un nuovo processo in sede di Corte Appello per l’omicidio di ‘Baficchio’ (Giovanni Galleoni) e ‘Sorcanera’ (Francesco Antonini), consumato da affiliati al clan Spada il 22 novembre del 2011, in pieno giorno e nel centro di Ostia. Una esecuzioni “esemplare” nelle intenzioni degli Spada.

Il processo di Appello bis vedrà imputati Roberto Spada, già condannato in via definitiva per la testata al giornalista Daniele Piervincenzi, Ottavio Spada detto Marco’ e Carmine Spada.

Avevano proposto ricorso in Cassazione anche altri imputati ma i gravami sono stati dichiarati inammissibili o rigettati.

La Corte ha dunque confermato le pene inflitte, salvo per i tre Spada che verranno nuovamente processati in Appello. 

Il processo origina da una inchiesta svolta dalla Direzione distrettuale antimafia di Roma, coordinata dai procuratori aggiunti Michele Prestipino e Ilaria Calò e dal sostituto procuratore Mario Palazzi, culminata il 25 gennaio del 2018 nell’operazione ‘Eclissi’ che porto agli arresti ed alla decapitazione del clan “padrone” fino a quel giorno del territorio di Ostia.

Una pagina, quasi del tutto conclusa, che si chiude con lo Stato che si riappropria del suo territorio, liberando i cittadini dal terrore e dalla soggezione alla criminalità organizzata.

La Magistratura, sia detto una volta per tutte, scrive assai spesso pagine decisive per la vita democratica e la sicurezza dei cittadini ed ha pagato un tributo di vite e sangue, senza eguali al suo “dovere”, E sia chiaro anche che i Falcone e Borsellino, eroi indimenticabili, non sono i soli a combattere efficacemente il fenomeno mafioso, ma non quello de picciotto, pure da perseguire, o del capo mandamento, ma quello più pericoloso, subdolo e dannoso, dei colletti bianchi, dai politici, ai grandi imprenditori, ai banchieri. Certo, chi ha davvero creato problemi seri alla mafi,a non è più con noi, trucidato brutalmente, ma la lotta continua, Tutto questo non significa che non si debba stigmatizzare quei provvedimenti della magistratura che olezzano di “affossamento”, di partigianeria, di una bilancia della giustizia decisamente sbilanciata. E ieri ci è capitato uno di questi casi.

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