Mistero … Destati dal sonno (per Olga)

Una storia di un forte legame e di una amicizia profonda, racchiusa in versi accorati. Amiche sino alla… fine.

Maria Catalano Fiore

versi di Adriana De Gaudio foto dal Web

Questi versi racchiudono tutta una lunga storia e inglobano anche delle vite, tanti cuori e sentimenti.

C’era una volta“, così cominciano le favole, ma questo è un ricordo di tante vite reali che per un certo periodo si sono intrecciate.

C’erano una volta, inizio anni 70, delle ragazze calabresi, arrivate a Bari per studiare presso l’Ateneo, che cercavano un alloggio, magari presso una famiglia, poiché non erano abituate a star fuori casa per lunghi periodi. C’era anche una famiglia, la mia, in cui il capofamiglia, l’unico che, all’epoca, lavorava, si era ammalato abbastanza seriamente, vari esami e ricoveri, ed una lungodegenza…interminabile.

All’epoca gli “ammortizzatori sociali” funzionavano poco, nelle ditte private, poi, bisognava attendere a fine malattia un certo “rimborso dalla Mutua”, la ditta garantiva, solo perché il mio papà era una persona valida e di fiducia, la conservazione del posto di lavoro. In casa c’erano varie spese, fitto, bollette da pagare, due figlie a scuola ecc…qualche risparmio si andava esaurendo. Una vicina di casa propose di prendere due ragazze, due sorelle, a pensione, spazio ne avevamo, erano un buon contributo all’economia famigliare. Mamma disse: “Proviamo“, le due sorelle nella nostra camera, noi nel lettone con lei. Per il pranzo, prima le “signorine” come mamma le chiama a tutt’oggi, poi mamma e mia sorella e per me un piatto coperto, uscivo dal liceo alle 14.00, arrivavo a casa intorno alle 14.30. Si cenava tutte insieme massimo alle 20.30, poi chi vedeva un po’ di Tv in sala (imperdibili il venerdì teatrale o il sabato sera), chi continuava a studiare.

Le due sorelle erano garbate e simpatiche, di buona famiglia, dopo qualche mese chiesero di poter ospitare anche una loro amica, Adriana De Gaudio, di Castrovillari (Cs), figlia di un medico. Tutte e tre frequentavano, presso l’ateneo barese “Lettere con indirizzo in Storia dell’Arte”. Dopo qualche mese una nuova richiesta, una amica d’infanzia di Adriana, Olga Morano di Mormanno (Cs).

Mia madre: “Se non state strette…” “No signora, la camera non è piccola, quattro letti ci stanno, la scrivania è grande, eventualmente qualcuna può studiare sul tavolo da pranzo.

Insomma, un bel gineceo, un gruppetto di sette donne (a volte anche più) che hanno stretto una bella amicizia. Mamma sempre indaffarata tra ospedale, spesa, preparazione di pranzi e cene, ecc… Io e la mia sorellina tra scuola e compiti. Mentre mia sorella per studiare, ad alta voce, si chiudeva in camera, io mi sistemavo in camera da pranzo, con fogli, squadre, tavole di disegno geometrico, architettura ed anatomia da preparare, oltre alle normali materie di un liceo. Spesso mi affiancava Adriana, oppure ripeteva in camera, ed io, mentre disegnavo, ascoltavo. Parlava d’arte, di storia, citava nomi di studiosi e di critici importanti: Bernard Berenson, Carlo Ludovico Ragghianti, Cesare Prandi, Matteo Marangoni, Giovan Battista Cavalcaselle, nomi che, insieme a Giulio Carlo Argan, stavano diventando a me famigliari. Ripeteva e raccontava in modo fluido, accattivante. Quasi quanto la mia professoressa Mariella Basile, preparatissima e sempre pacata che spiegava e rispiegava come si legge un’opera d’arte, cosa significa, il suo valore sociale, il rispecchiarsi della vita reale nell’arte, e ci spronava a leggere Arnold Hauser. Una professoressa, passata poi in ateneo, dove ci siamo ritrovate, lei prima come assistente e poi titolare della cattedra di “Storia dell’Arte Medioevale e Moderna”. Probabilmente queste amicizie hanno influenzato le mie scelte successive, a Bari la mia aspirata facoltà di architettura non c’era, ho scelto l’Ateneo, al resto avrei pensato più tardi.

Spesso anche Olga, più frizzante e chiacchierona, si univa a noi, ripetevamo insieme o si chiacchierava su questo e quello, mentre io disegnavo. Adriana ed Olga sempre ottime amiche. Una amicizia che si è sempre più consolidata con gli anni.

Mio padre, ringraziando il cielo e varie operazioni, si è ripreso; dato per spacciato, dopo esser passato tra le mani del prof. Giuseppe Marinaccio, che ha indicato nuove cure, è vissuto per altri 30 anni e più.

Le “signorine” si sono man mano laureate, il gineceo ha chiuso i battenti.

Con Adriana ed Olga i contatti non si sono mai persi, ogni tanto una telefonata o, se capitava loro di venire a Bari, accolte con piacere, ormai “di famiglia”. Con i social abbiamo cominciato a chattare, scambiarci notizie, ecc… Con Adriana, dalla lunga carriera di docente di Storia dell’Arte, scrittrice e poetessa, non manca quasi mai un saluto giornaliero. Mi aggiorna anche su Olga e su altre conoscenze in comune. Diversi giorni fa, Adriana, mi ha comunicato che Olga era in ospedale dopo una rovinosa caduta con frattura di omero, spalla ed anca. Non può essere sottoposta ad interventi, poiché contemporaneamente ha contratto anche il Covid. Ricoverata in terapia intensiva, lontana dalla famiglia e da amici. E’ disperata. Ieri sera mi ha aggiornato, le condizioni di Olga sono sempre più gravi… ed è sempre sola. In nottata ha scritto dei versi. Versi disperati di chi prega e appare indifesa verso una vita che, inevitabilmente, si sta spegnendo.

Stamattina Adriana mi ha comunicato che Olga ha finito di soffrire. Non potendola neppure salutare, le ha dedicato altri versi accorati. Vi propongo entrambi i componimenti.

MISTERO

Vuoto profondo / Pozzo buio

Mistero inscrutabile / Che la luna non svela

Con la luce sua luce fredda.

Quale senso ha il dolore / Quando il bisturi affonda

Nel corpo e nell’animo?

Indifesi di fronte / Alla vita che si spegne

Pare non dia il mondo / Più segni di parole

Se non nella parola / Chiave che apre

All’anima / La porta eccelsa

Nella realtà altra.

Adriana De Gaudio 18 nov. 2022

So di essere logorroica a volte, ma prima di pubblicare questi versi, volevo un spiegare, almeno in parte, il forte legame tra Adriana ed Olga e, di riflesso, anche con me. Una bella amicizia nata in anni particolari e cementata da interessi comuni. Quanto dolore riserva il mondo. E proprio in questi giorni anche io sono coinvolta nel dolore che tocca la mia famiglia e tanta altra gente che incontro in clinica. Chiedo venia… Questi versi dedicati ad Olga, ad una vera amica, sono un omaggio ad una persona buona e solare.

DESTATI DAL SONNO (Ad Olga)

Destati, amica mia, / amica del cuore,

destati dal silenzio / della morte,

andiamo insieme / a raccogliere,

come in passato, / fiori di campo,

a scambiarci confidenze.

Sulle tue labbra ritorni / il dolce sorriso

e la gioia che sbocciava / dal tuo cuore.

L’ultimo tratto a gomito / della nostra strada

ancora insieme / supereremo con coraggio.

Tanto veloce ha galoppato / il tempo

da non poterlo fermare

mentre tu stavi lasciando / le redini

al vento malefico.

Amica mia, sorella, / possa ora la tua mano

leggera sfiorare / il mio viso

bagnato di pianto.

Adriana

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