Le Indomabili
Torna in libreria e su Amazon ecc….una nuova opera di Daniela Musini, dopo Le Magnifiche, ora è la volta delle Indomabili.
Maria Catalano Fiore
Daniela Musini scrittrice/storica molto prolifica è tornata da qualche mese in libreria (Ottobre 2021-febbraio 2022) con una sua nuova opera edita da Piemme ed. “Le indomabili”.
Daniela Musini attrice, pianista, scrittrice, autrice teatrale è già autrice di molti libri storici sulle donne: “Le Magnifiche”, I Cento Piaceri di D’Annunzio”, “Lucrezia Borgia”, “Mia divina Eleonora”, ” Le Indomabili”. Le sono stati conferiti 36 premi letterari e 17 premi alla carriera.
Nella presentazione del Libro si legge testualmente:
“Da Agrippina a Sarah Bernhardt, da Trotula de Ruggero a Jackie Kennedy, da Caterina la Grande a Rita Levi Montalcini, da Isabella d’Este Gonzaga a Emmeline PanKhurst, da Elisabetta I Tudor ad Anna Magnani, “Le Indomabili” sono state donne rivoluzionarie, ribelli ed audaci, che hanno infranto tabù, scardinato regole, sovvertito consuetudini.
Indomite, impavide, inarrendevoli, hanno vissuto controvento e agito controcorrente, hanno lottato, e all’occorrenza disubbidito, per realizzare sogni, perseguire ideali, affermare la propria identità. Hanno affrontato sfide inimmaginabili per i loro tempi (come Marie Curie o Amelia Earthat e combattuto a favore di ideali per i quali si sono immolate (basti pensare a Ippazia, Eleonora Pimentel o Giovanna D’Arco), hanno impresso un’impronta innovativa e indelebile nel proprio campo (cosa sarebbero la narrativa, l’Arte, la Danza, la Moda, senza George Sand, Frida Kahlo, Isidora Duncan e Coco Chanel?), ma soprattutto ognuna di loro ha tracciato percorsi imbattuti e disegnato una nuova mappa di valori e di diritti, creando così le basi per una coscienza femminile più consapevole, più indipendente, più libera.
A loro, che siano state artiste o suffragette, regine o rivoluzionarie, filosofe o visionarie, le donne di tutte le epoche e di tutte le latitudini devono molto e da loro hanno molto da imparare. Ma soprattutto, hanno il dovere di non dimenticarle”.
Molto piacevole e scorrevole la lettura di questo libro, storico ma leggero. Di ognuna di queste donne sarebbe opportuno rileggerne un po’ la vita e fare delle considerazioni, porsi delle domande, abbastanza lecite, ad esempio:
Se Elisabetta I Tudor non fosse stata così dura anche con se stessa, di fosse sposata con un altro regnante, avesse avuto dei figli, Il Regno Unito sarebbe quella che è attualmente?
Caterina la Grande di Russia, che ha speso la vita per unire e migliorare la vita di Santa Madre Russia sarebbe d’accordo con questa guerra?
A Coco Chanel piacerebbe l’attuale moda?
A Giovanna d’Arco piacerebbe la guida di Macron e consorte per la Francia?
Tanti interrogativi ci lascia la storia, soprattutto, quando a scriverla sono i vincitori e non i vinti.
L’interrogativo forse più immediato sarebbe se a queste donne, anche scienziate o medici piacerebbe l’attuale regresso sociale che sta subendo la figura femminile: libera di farsi vittimizzare ed uccidere si, ma non di poter prendere decisioni personali sull’aborto ad esempio, per quanto ci sia una precisa legge, la 194, sostenuta dal popolo italiano con un referendum.
Dovrebbe salvaguardare il principio di autodeterminazione e salute della donna. Abortire non è una passeggiata, chi si sottopone ad aborto ha dei motivi personali validi e un enorme fardello da portarsi dietro per tutta la vita.
La Legge 194 stessa, ad anni di distanza dalla sua promulgazione, appare oggi “Fumosa” e abbastanza obsoleta, ritiene accettabile l’aborto, contro l’autodeterminazione e la salute della donna. in altre righe riconosce alla donna la libertà di abortire per motivi di salute. Ormai la legge andrebbe aggiornata e resa più chiara a tutti. Indubbiamente la società è cambiata come il sapere e le specifiche mediche di prevenzione sono avanzate e diverse, bisogna chiedere a gran voce il diritto di conoscere questi aggiornamenti piuttosto che inveire contro chi abortisce.
L’aborto, ripeto, non è una passeggiata, ne la donna che si sottopone lo fa leggermente vi sono sempre motivazioni molto gravi che spesso sfociano nella tutela della sua salute o nel sociale. Questa disinformazione e la carenza di consultori pubblici potrebbe degenerare nel ritorno, mi auguro di no, degli aborti clandestini in cui le donne mettono la loro vita in mano ad incompetenti, spesso con serie conseguenze.
Se gli Stati Uniti, non tutti gli Stati, si schierano contro l’aborto, dimostrano ancora una volta di conservare lo stesso bigottismo dei primi coloni o amish o quaccheri o altre sette religiose, che li crescono come funghi, dimostrano inoltre che la loro assistenza sanitaria è sempre la stessa: antiquata e costosa. Se paghi o hai una tua assicurazione che ti salassa mese per mese ti curi ed è tutto normale, se ne sei sprovvisto ti spetta solo la “Social Security” (tutela sociale) che comunque ha un tetto di spesa, oltre il quale…ti buttano fuori senza pietà.
Questo è il futuro che volevamo ed abbiamo, in parte ottenuto, dagli anni 70 in poi? E’ un bel dubbio donne, riflettiamoci….Ci servirebbe proprio una donna “Indomabile” che ci aiutasse. Rita Levi Montalcini ha speso la sua vita per la genetica e migliorare la vita delle donne. E’ stata insignita nel 1989 del “Premio Nobel per la Medicina” cosa direbbe in merito?
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