Maurizio Fagiolo dell’Arco: critico a Roma

A Roma si apre la mostra sul grande storico e critico d’arte Maurizio Fagiolo dell’Arco.
Una carriera Poliedrica e brillante che vale la pena ricordare a 20 anni dalla sua scomparsa.

Maria Catalano Maria

Curata da Laura Cherubini, la mostra alla Galleria Russo racconta la poliedrica carriera dello storico e critico dell’arte, nonché artista egli stesso e collezionista, Maurizio Fagiolo dell’Arco, che seppe leggere e rileggere, con sguardo pioneristico, secoli d’arte Italiana dal seicento fino ai movimenti del novecento.

Critici che dovrebbero conoscere non solo gli storici e critici contemporanei, ma gli artisti stessi per comprendere l’essenza stessa dell’arte e soprattutto delle sue tante evoluzioni del secolo XX.

Se ci pensate un attimo, tanti sono i grandi storici e critici del secolo scorso che sono stati veramente all’avanguardia su come guardare e leggere un’opera d’arte, ma i cui nomi sono caduti nel dimenticatoio, ma che nel mondo dell’arte riemergono con prepotenza, con i loro scritti e i loro metodi ancora insuperati.

Non si tratta solo di storici, molti hanno più lauree e qualifiche e diversi percorsi lavorativi. Partendo dal percorso storico sociale di Arnold Hauser (1892-1978), l’ungherese attivo soprattutto in Gran Bretagna i cui trattati sono ancora “Bibbie” da consultare per chiunque.

Giuseppe Bottai (1895-1959) che essendo laureato in Giurisprudenza da Ministro delle corporazioni e dell’educazione nazionale da un assetto più moderno e delle leggi alla Tutela dei Beni Culturali Italiani e dei Musei (in vigore a tutt’oggi).

Cesare Brandi (Siena 1906-1988) storico, critico, saggista ed accademico, specialista nelle “Teoria del Restauro”. Suo l’importante studio la “Teoria del Restauro” pubblicata nel 1963, dopo ben 20 anni di lavoro ed esperienze come Direttore dell’Istituto Centrale del Restauro fortemente voluto da Giuseppe Bottai e Giulio Carlo Argan.

Maurizio con Donna Vittoria Leone e Man Ray

Testo ripubblicato recentemente dalla casa editrice “La Nave di Teseo” con utili appunti e note ed il testo “La Carta del Restauro”. Storico che ha messo in luce le responsabilità del restauratore, prima ancora che i metodi da valutare ed adottare.

Abbiamo citato già Giulio Carlo Argan (1909-1992) i cui testi social-artistici sono stati la dannazione di diverse generazioni di studenti dei licei classici, scientifici ed artistici, ma che riletti dopo qualche anno sono realmente avveniristici. Nel 1978 circa, ha tenuto anche lezioni presso l’Ateneo Barese sul “Barocco Leccese” che incantavano tutti, elegante, gentile e pacato con una voce calda che faceva perdere la cognizione del tempo. Anche Maurizio si è occupato molto del Barocco in collaborazione sia con l’arch. Paolo Portoghesi che con l’archeologo Andrea Carandini.

Sono tanti: Federico Zeri (1921-1998) che ha tenuto anche cicli di lezioni presso l’Aula Magna del Palazzo della Città Metropolitana di Bari tra il 1995/96 che ovviamente non mi sono persa.

Per non parlare dei grandi storici- critici – antropologi -stranieri come Dinu Adamesteanu (1913-2004), rumeno naturalizzato italiano, per meglio dire “lucano” che con i suoi metodi di aereo-fotografia e prospezione-aerea ha ridato conformazione a tutta un’area dell’Italia meridionale, dall’VIII sec. a.C. in poi, poco conosciuta.

CARL ARNOLD WILLEMSEN

O Carl Arnold Willemsen (Bonn1902-1986) Grande storico e critico per le epoche normanne e sveve dalla Germania alla Sicilia con una particolare attenzione per la figura di Federico II – Puer Apulie e la sua Magnifica opera “Puglia. terra dei Normanni e degli Svevi” ed. Laterza 1978, più volte ristampato e la Monografia-Catalogo su Federico II correlata alla bellissima mostra svolta all’interno di tutto il Castello Normanno-Svevo di Bari, nel 1982, per la quale sono occorsi due anni di preparazione e per la quale mi pregio di aver collaborato con lui a stretto contatto di gomito. Un personaggio incredibile che ad 80 anni aveva una enorme vitalità e una cultura immensa su tutta l’arte medioevale e non solo. Un personaggio che parlava tantissimo, spaziando su vari temi che ti incantava tra il suo tedesco -italiano e il mio italiano -inglese….Un periodo bellissimo, nel nostro ufficio confinato in una torre….e che mi ha fatto piangere tre volte: quando in prima pagina mi ha dedicato il possente Catalogo come la collaboratrice attiva con la quale ci si intendeva al volo anche parlando linguaggi diversi, una seconda volta, andando a Palermo, sulla tomba di Federico II e poi, ci tenevamo in contatto telefonico, quando ho appreso della sua morte, era come aver perso un brandello di famiglia o di vita che mi mancava.

Dopo questa ripassata, e, scusatemi qualche aneddoto personale, riprendiamo a parlare della Mostra e Rivalutazione e “Ripescaggio” dall’oblio dei più di Maurizio Fagiolo dell’Arco da parte della Galleria Russo di Roma.

MAURIZIO CON MAN RAY

In Galleria una quarantina di opere esposte, opere da Maurizio raccolte nel suo lungo periodo da studioso e critico dell’arte, accompagnata da un catalogo che in realtà è il racconto di un “pensatore fuori dagli schemi” attraverso le testimonianze di artisti, esperti, amici e galleristi incontrati lungo il cammino. Questo progetto parte da Beatrice Mirri, seconda moglie di Maurizio, supportato dalle testimonianze della prima Elisa De Benedetti.

I suoi studi continuano a formare generazioni di studenti e ricercatori nel campo dell’Arte. Il suo campo di interesse era vastissimo dal Barocco ai pittori dannunziani, dal Futurismo alla Metafisica, dalla Scuola Romana alla Scuola di Piazza del Popolo fino agli artisti più contemporanei. Dalla Monumentale Biografia sul Bernini (scritta con il fratello Marcello).

MAURIZIO DIPINGE SUL SUO TAVOLO

Laureatosi con Giulio Carlo Argan nel 1963, già dal 1964 comincia a pubblicare sull‘Avanti! Con articoli commentati proprio da disegni realizzati dagli artisti.

Nel 1966 Bulzoni pubblica due suoi testi di grande importanza per la Storia dell’Arte italiana “Rapporto 60. Le Arti oggi in Italia” e “Bernini, Una introduzione al Gran Teatro Barocco”. Dopo gli anni 60 si occupa di avanguardie con un interesse particolare su Umberto Balla e i Futuristi, Picabia e Man Ray,

Dal 1979 si concentra sullo studio di Giorgio De Chirico percorso che lo avvicinerà anche ad altri dai quali acquista le opere, in parte, qui in mostra

IL BACICCIO : AUTORITRATTO 1665

A partire dall’autoritratto firmato nel 1665 da Giovan Battista Gaulli, il Baciccio, donato poi al Museo del Barocco di Ariccia (Roma), a, citandone solo alcuni: Giacomo Balla, Duilio Cambellotti, Guido Crepax,

GUIDO CREPAX: VALENTINA

Giorgio De Chirico, Lucio del Pezzo, Tano Festa, Mario Mafai, Pino Pascali, Fausto Pirandello, Alberto Savinio, Man Ray, Andy Warhol.

Si può senza dubbio definire “critico geniale e controcorrente”. Sarebbe utile riscoprire gli scritti di questi storici, critici, archeologi e studiosi che non hanno analizzato solo l’arte antica, ma si sono occupati dei grandi artisti dal 900 in poi.

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