Sondaggi politici, intenzioni di voto

La coalizione di centrodestra alle elezioni ha ottenuto il 43,8 dei voti espressi e , dunque, governa (data l’astensione) con meno del 29% di consenso. All’opposizione il centrosinistra a guida Pd ed i pentastellati, che non sembrano decisi a dialogare e, tanto meno, collaborare. Il terzo polo strizza sempre più l’occhio alla destra-centro.

Gianvito Pugliese

Il nostro riferimento è la Supermedia dei sondaggi che YouTrend realizza per l’Agenzia Agi, facendo la media delle proiezioni delle maggiori e più autorevoli istituzioni demoscopiche del Paese. La stessa opera il confronto a due settimane, noi ad una. I due confronti non confliggono ma si integrano. Questa settimana gli istituti che hanno contribuito al sondaggio sono:  Demopolis (23 novembre), EMG (29 novembre), Euromedia (26 novembre), Ipsos (26 novembre), SWG (21 e 28 novembre) e Tecnè (19 e 26 novembre). Tra parentesi la data o le date dei sondaggi.

Il posto di Primo partito lo mantiene Fratelli d’Italia con il 29,06% rispetto al  29,02% a 7 gg. ed un un +0,4%. Ha ripreso a crescere. Non è un mistero che stia puntando al 30%.

Al secondo posto si conferma il Movimento cinque stelle che scende di un decimale è al 17,3%, contro il 17,4 della scorsa settimana. In sintesi -0,1 ed un distacco dal primo partito da 11,8% a 12,3%

Rimane al terzo posto il Pd che scende al 16,6% dal 16,8 con un -0,2 ed un distacco dal primo partito salito da 12,04 punti a 13 punti netti e dal secondo da 0,6% a 0,7%.

Quarta La Lega che scende all’8,4% dall’8,7in sette gg. Un -0,3, che riapre la sua crisi con Salvini in grandi difficoltà interne al suo partito.

Quinto il Terzo Polo (Calenda-Renzi)  che scende a 7,7%  da 7,8 un -0,1 che sembra un segnale del non gradimento della virata tutta a destra di Renzi (la mente) e Calenda (il braccio).

Sesta Forza Italia, ferma a 6,9%. I due alleati della Meloni perdono dalle elezioni poco meno di quanto Fratelli d’Italia guadagna.

Settimi Verdi/Sinistra Italiana anche loro fermi al 3,7%.

Ottava + Europa anch’essa ferma al 2,5%.

Nona Italexit di Gianluigi Paragone ferma al 2,3.

Decima Unione Popolare di Luigi de Magistris che sale ad 1,8% da 1,6 della scorsa settimana. Chiude con un +0,2.

Undicesimi Noi moderati (Toti, Lupi, Cesa e Brugnaro) che risalgono come due settimane fa all’ 1,1% dal secco dall’1,0 della settimana scorsa e chiudono con un +0,1%.

Cresce più di tutti in termini assoluti Fratelli d’Italia che ottiene un un +0,4. La maggior decrescita del -0,3 è delle Lega dell’iper-attivo Matteo Salvini, che più si agita più sembra far, ormai, solo danni. La coalizione di centrodestra cresce di un ulteriore +0,2% (La somma del +0,4 di Fdi e +0,1 di Noi Moderati meno il -0,3 della Lega. FI è immobile). Nel centrosinistra si registra il Pd al -0,2, immobili i Verdi/Sin.It., come pure di +Europa, per un totale di -0,2. Aumenta il distacco dal centrodestra dello 0,4. Il Terzo polo, sempre più spostato a destra, ottiene un -0,1. Non sembra gradito ai suoi elettori. Italexit di Paragone è stazionaria mentre l’Unione popolare di de Magistris con un +0,2, ottiene in maggior risultato positivo in termini percentuali. L’ascesa dei pentastellati che si era arrestata, in concomitanza con la riscoperta di certa stampa di momenti non “gloriosi” di Giuseppe Conte, premier dei giallo-verdi, ora segna un lieve regresso (-0,1). Anche questa settimana sia pure con toni soft, si conferma che il potere attrae ed affascina +02, nonostante l’Italia, a livello europeo, sia in caduta libera ed associata -per scelta del Governo- ai Paesi che in Europa contano meno. Scelta e linea politica decisamente funeste, ma attutite ed assorbite dalla poca attenzione e dal disinteresse degli elettori verso i grandi temi, maggiormente affascinati dalle sceneggiate offerte a loro uso e consumo.

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