Laura Boldrini e Dino Giarrusso entrano nel Pd

La prima a sostegno di Elly Schlein ed il secondo di Stefano Bonaccini

La redazione

E’ stata piuttosto tiepida l’accoglienza che la platea del congresso Pd ha riservato a Dino Giarrusso, quando ha annunciato pubblicamente di aver aderito al Partito democratico e di essere intenzionato a sostenere a candidatura a Segretario nazionale di Stefano Bonaccini.

In realtà in passato Giarrusso non ha risparmiato aspre critiche, talvolta anche esagerate nei confronti del suo nuovo partito. Va anche detto che è una peculiarità del giornalista Giarrusso qualche eccesso, Non va dimenticato che la sua estrazione è l’appartenenza alle “Iene” da cui proviene.

Cosa abbia indotto Giarrusso a cambiare partito, i pentastellati parleranno di “casacca”, non è ancora ben chiaro. A “pelle” possiamo ipotizzare, da un lato il disagio dei vecchi parlamentari, che il nuovo corso di Conte-Grillo, loro personaggi non certo nuovi, ha relegato alla pattumiera ed alla inesistenza nel Movimento, nelle more della defenestrazione, dall’altro ad una esigenza avvertita da molti personaggi politici di stringersi attorno al Pd come asse portante dell’opposizione di centrosinistra che, certamente, non è rappresentata né dai populisti del M5S, né dai qualunquisti del terzo polo. Molti hanno, finalmente, capito che i due sono i migliori alleati di fatto del Trio Berlusconi-Meloni-Salvini. Sono loro che facendo fallire il campo largo hanno regalato il governo alla coalizione di destra-centro.

In quest’ultima chiave va certamente letta l’adesione di Laura Boldrini al Partito democratico, che è stata accolta, invece, con una ovazione; qualcuno ha parlato di standing ovation per l’ex Presidente della Camera che, a differenza di Giarrusso, sostiene la candidatura di Elly Schlein.

Superfluo aggiungere che i giornali della famiglia Berlusconi e quelli numerosi, anche se ininfluenti, che militano nella destra, urlano ed inneggiano al suicidio del Pd con i nuovi ingressi. Non hanno digerito (e ne avvertono forte il dolore) che sembra arrestata l’emorragia di iscritti e si sta verificando invece un flusso di ritorno (ancora modesto, va detto) ed una riunificazione intorno al Pd, inaspettata e non preventivata dall’attuale governo che Augusto Minzolini, direttore de Il Giornale, l’ammiraglia dei Berlusconi, oggi definisce in un editoriale di “destra-centro”.

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