La rottura con Renzi non totalmente condivisa nel Pd

Si dichiarano contrari Marcucci e Lotti

La redazione

Nel Pd la rottura con Renzi ed Italia viva. dopo l’affossamento del Ddl Zan in Senato. non coglie di sorpresa nessuno. La maggioranza dei democratici è favorevole a tagliare definitivamente ogni ponte, ma ci sono di quelli che invitano alla prudenza, come gli esponenti della corrente Base Riformista che fa capo a Lorenzo Guerini e Luca Lotti.

Ma chi appare più deciso nella critica alla soluzione è l’ex capogruppo Pd al Senato Andrea Marcucci per il quale “L’intera gestione della vicenda, da maggio ad ora, è stata certamente fallimentare. Non si tratta di essere Cassandre, ma di conoscere l’Aula in modo approfondito. Anche l’apertura del segretario Letta è stata sì opportuna ma decisamente tardiva. I dati sui franchi tiratori sono un po’ diversi da quelli del segretario. Non possono essere solo quelli di Italia Viva ad aver votato per il non passaggio all’esame. Anche ipotizzando che tutti avessero votato per la tagliola non sarebbero bastati a raggiungere quelle cifre”. 

Ma Marcucci sembra il solo, almeno al momento a voler mantenere il dialogo aperto con Renzi ed i renziani. Proprio da Base Riformista arrivano alcune autorevoli letture della vicenda che non lasciano spazio al dialogo. “Renzi ha scelto la sua strada, che è quella del centrodestra. Alleato di Silvio Berlusconi, dunque? Di più: lavora per diventarne l’erede. L’accordo con Miccichè in Sicilia è il primo passo in questa direzione“. E si aggiunge “quello di ieri pare un ‘casus belli’ preparato ad arte, quasi a voler creare l’incidente perfetto dopo il quale non è possibile tornare indietro. Una cosa molto alla Renzi. Appena votato il ddl Zan alla Camera, Renzi ha cominciato a gridare ‘al lupo al lupo’ dicendo che al senato ci sarebbero stati problemi. Così facendo ha aperto una faglia che ha consentito alla destra di fare i suoi giochini politici”.

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