Il Pd si avvicina al congresso, Misiani: “Schlein è la novità che ci serve”

I candidati sono tutti in campo, ma le incognite restano. Il gruppo dirigente attuale, da Franceschini a Misiani, fino a Boccia, sostiene Elly Schlein (in copertina). La parte ortodossa e più antica del Pd sta con Bonaccini che viene visto come “candidato più affidabile”

Gianvito Pugliese

Il quarto ed ultimo candidato, Gianni Cuperlo è sceso in campo, parafrasando la nota dichiarazione, recitata -con la gravità delle dichiarazioni di guerra- da Silvio Berlusconi, con seguito di tanto ironica scenetta di Roberto Benigni.

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Restano intatti i dubbi e le preoccupazioni a proposito del congresso del Partito Democratico non accennano a diminuire. Non è ben chiaro, infatti, Gianni Cuperlo, dove, cioè in quale campo, pescherà preferenze colui che tiene alto nel Partito Democrarico il vessillo della cosiddetta “sinistra ortodossa”.

Alcuni dei sostenitori di Elly Schlein, sembrano decisamente delusi dal mancato sostegno di Cuperlo alla candidata che loro auspicano vincente, affermando, in una intervista all’AGI: “una scelta nuova, forte, di sinistra e, cosa che non guasta, donna”. Logico attendersi che avrebbe dovuto, o almeno potuto, riunificare sotto la stesso vessillo la sinistra del partito democratico. Ma la tradizione della sinistra di giocare a perdere sia le elezioni che le primarie, per incapacità di operare sinergicamente è ormai un fatto consegnato alla storia politica del Paese.

I più deprecano la corsa frenetica a prendere le distanze dalla storia recente del partito: “è tutto un riconcorrersi tra chi ci tiene a dire: io non c’ero e se c’ero, dormivo“. Le parole di Matteo Orfini, ancora una volta ispirate dallo stile di Marco Porcio Catone, il censore: “L’apparato, ammesso che ne esista ancora uno, è altrove. Quasi tutto il gruppo dirigente attuale, da Franceschini a Misiani, fino a Boccia, sostiene Elly Schlein. E mi pare di capire che la appoggi anche Andrea Orlando“.

Risposta di Enzo Foschi, vice segretario Pd del Lazio: “Orfini era il braccio destro di D’Alema quando era potente, poi nominava le direzioni dei Ds sempre a nome di D’Alema quando era segretario Fassino. Da presidente, ai tempi di Renzi, doveva essere il garante di tutti e fu il principale responsabile dell’epurazione della sinistra nella notte del Nazareno sulle liste. Inoltre ha guidato le trame durante la segreteria Zingaretti. Ognuno di noi ha una storia e andrebbe vissuta con trasparenza“.

Intanto si assiste al massimo rimescolamento delle correnti del Pd. Stupisce, in Areadem, l’avvicinamento di Piero Fassino a Bonaccini: “Sappiamo che vuol sostenere Bonaccini, non in che modo”. Fassino è indicato dai democratici di lungo corso come la seconda colonna dell’area politica che fa capo a Dario Franceschini che si è schierato apertamente con Schlein. Una mossa azzardata, sostengono i titubanti sulla Schlein con l’abbandono di Franceschini da parte di diversi esponenti di spicco, che trovano il programma dell’ex vice Presidente dell’Emilia e Romagna troppo “di sinistra“.

In primis Pina Picierno, per la quale si ipotizza un ticket con il presidente dell’Emilia-Romagna, come pure Roberta Pinotti e Bruno Astorre.

Naturale “che Franceschini non riuscisse a portare tutti con lui era chiaro fin dall’inizio ... la parte ortodossa e più antica del Pd sta con Bonaccini” ritenuto “candidato più affidabile“. Orfini, insiste, sulla primogenitura di Bonaccini “Un processo in corso da tempo“. Francamente facciamo fatica a comprenderene il valore aggiunto, ma per interpretare Orfini, tornando all’antica Roma, non sarebbe male l’ausilio della Sibilla cumana.

C’è ottimismo, fra i sostenitori della Schlein, in ordine alla candidatura Cuperlo: “Al momento non abbiamo registrato alcun contraccolpo negativo. Anzi il consenso attorno a Elly aumenta di giorno in giorno”.

E anche nel campo di Bonaccini, la discesa in campo di Cuperlo non desta preoccupazioni: “Non pensiamo sia una minaccia, non desta nè entusiasmo nè preoccupazione: siamo più ruspanti e meno complottisti“.

Di certo c’è solo, che dopo la consultazione degli iscritti, rimarranno in gara solo due candidati.

Dal Nazareno vengono respinte con decisione le insinuazioni di un crollo nelle iscrizioni: “Sono dati sbagliati, bisogna tenere conto del fatto che sono state cambiate le regole per il tesseramento“. Stefano Vaccari, responsabile organizzazione Pd, precisa: “Non sono dati attendibili, i dati del 2022 non li abbiamo ancora divulgati, lo faremo quando la Commissione Nazionale per il congresso li avrà tutti a disposizione”.

Ed al Nazareno è ancora aperto il caso 2021. con dati “veri, ma mancanti di una parte consistente: quella relativa alle regioni Puglia e Sardegna. Solo in Puglia, per fare un esempio, avevamo 30 mila iscritti nel 2019, un numero niente affatto trascurabile“.

Appuntamento, dunque, al Nazareno “alla fine di gennaio, quando il Pd presenterà, in maniera trasparente, tutti i numeri sugli iscritti”

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