Il ddl Zan oggi al Senato

Si accende lo scontro politico

La redazione

Oggi entra nella Sala del Senato il ddl Zan. Sono trascorsi otto mesi da quando è stato approvato alla Camera.

Giunge in aula senza una regolare pronuncia della commissione giustizia, presieduta dal leghista Andrea Ostellari, dove è stato ostaggio di raffiche di audizioni sistematicamente ammesse per fare ostuzionismo al disegno di legge,

Per Ivan Scalfarotto, sottosegretario all’Interno di Italia Viva; “Sara il Vietnam”. Ma, almeno per ora, la maggioranza e del tutto spaccata con Lega e Forza Italia da un lato, che chiedono più tempo per una mediazione sugli emendamenti ritenuti necessari, e Pd, M5S e Leu dall’altra che sono per la discussione in aula senza si e senza ma.

E fuori del Senato le associazioni che sostengono il mondo lgbt sono organizzate per far sentire al Paese la loro voce.

Renzi auspica una mediazione tra le parti ma tenta di distinguersi dal centrodestra di governo opponendosi al rinvio. Secondo lui sarebbe opportuna qualche limatura: “Con un accordo su gender e scuole, la legge Zan viene approvata”.

Tutti tentano di limitare la portata dello scontro sul solo ddl Zan e si diffonde il mantra: “la tenuta del Governo non è in discussione”, ma ci sembra solo facciata, In realtà si tratta di una enorme e variegata maggioranza che si compatta, come ha fatto finora, sui provvedimenti che stanno bene a tutti, ma che quando si affrontano nodi politici, ovvero provvedimenti che hanno tenore politico mostra tutti i suoi limiti.

Ora la guerra, perchè più di guerra che di lotta politica si tratta, è sul ddl Zan, ma già si accendono i riflettori sulla riforma della Giustizia firmata da Marta Cartabia. Se i pentastellati sono intransigenti nel reclamare il ritorno al testo Bonafede, la Lega preannuncia emendamenti migliorativi e Fora Italia e Italia Viva vogliono ridotti ulteriormente i termini di prescrizione.

Draghi su quella riforma, anche perchè tra quelle richieste dall’Europa, ha fatto di tutto per ottenere l’unità in Consiglio dei Ministri, ma da lì a governare la maggioranza il passo gigantesco.

Non è il primo governo eterogeneo al quale assistiamo. Solo che i precedenti erano governi di emergenza creati ad hoc per superare un momento di crisi del Paese e la maggioranza si limitava a legiferare in quel senso evitando come la peste tematiche divisive.

Il Governo Draghi è quello chiamato a realizzare le riforme più importanti che condizioneranno il Paese e la sua crescita per decenni. Sono provvedimenti politici, lo scontro è inevitabile e la tenuta della maggioranza in grande difficoltà.

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