Il caffè con il lettore

Un governo forte con i deboli e debole con i forti, primatista assoluto, secondo Paolo Mieli, di retromarce

Gianvito Pugliese

Fallisce anche il terzo tentativo di mediazione avviato dal governo sul decreto carburanti e viene confermato lo sciopero dei benzinai per il 25 e 26 gennaio prossimi. Era nelle cose. Sono state considerate insoddisfacenti dalle associazioni dei benzinai le proposte di modifica del decreto sulla trasparenza dei prezzi dei carburanti illustrate oggi da Adolfo Urso, ministro dell’Imprese e Made in Italy.

Prima di concludere con le parole di due dei più rappresentativi rappresentanti della categoria un breve sunto. Il governo di centrodestra, come abbiamo anticipato nell’occhiello, forte con i deboli e debole con i forti, non ha prorogato la riduzione delle accise sul carburante aumentando così di 18 centesimi il prezzo alla pompa.

Dovendo trovare un capro espiatorio, l’aumento conseguente non sarebbe stato gradito dall’elettorato, in merito agli aumenti vertiginosi del carburante iniziati, al pari del costo dei servizi energetici, già dal novembre 2021, e giustificare la mancata applicazione di un’imposta sui super profitti realizzati dalle potenti società petrolifere e delle altrettanto intoccabili società produttrici e distributrice di prodotti energetici, non ha trovato di meglio che additare al pubblico ludibrio, come responsabili del caro carburante i poveri benzinai, quelli che guadagnano tre centesimi su un litro di carburante.

Poi la marcia indietro ridicola: “Ma noi lo facciamo per proteggerVi”. Sì certo, con aggravi di procedure e di sanzioni relative.

Giuseppe Sperduto, presidente di Faib Confesercenti: “ Lo sciopero è confermato perché oggi non abbiamo visto le aperture che ci erano state prospettate. Ce l’abbiamo messa tutta per non dare disagi ai cittadini, ma il governo ha deciso diversamente e il ministero fa marcia indietro sulle promesse avanzate alle associazioni nei tavoli precedenti. Vogliamo incontrare la Meloni”.

 Bruno Bearzi, presidente di Figisc Confcommercio: “ Ci aspettavamo altro per poter revocare lo sciopero, ma le condizioni non sono cambiate. C’è stato uno sforzo per ridurre le sanzioni ma è rimasto l’obbligo del cartello e il messaggio che passerà è che noi siamo una categoria da tenere sotto controllo“.

E la Figisc precisa: “Fino all’ultimo siamo pronti a trovare una intesa, c’è ancora spazio di manovra, ma non possiamo revocare lo sciopero. I cartelli creeranno problemi e non garantiscono trasparenza”.

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