Esordio di Nordio sulla norma anti rave

Per il Ministro “tutela l’incolumità e la salute pubblica e non incide su sacrosanti diritti libera espressione”

La redazione

Carlo Nordio, al suo primo, vero debutto con i media sul provvedimento punitivo dei raduni rave:  “La norma tutela i beni giuridici dell’incolumità e della salute pubblica, nel momento in cui questi beni sono esposti ad un pericolo Essa non incide, né potrebbe incidere minimamente sui sacrosanti diritti della libera espressione del pensiero e della libera riunione, quale che sia il numero dei partecipanti”.

Mi spiace per il Guardiasigilli, ma se nella prima parte da un’interpretazione autentica delle finalità della norma, così come la immagina il governo, nella seconda parte è manifestamente apodittico. Una contraddizione in termini per un PM abituato, al pari di un avvocato difensore o di parte civile, a motivare e dar prova delle proprie affermazioni.

E conclude: “La sua formulazione complessa è sottoposta al vaglio del Parlamento, al quale è devoluta la funzione di approvarla o modificarla secondo le sue intenzioni sovrane”. Esatto ma o dimentica, perché capita di farlo, o lo dimentica volontariamente, che poi deve passare al vaglio del Presidente della Repubblica e molto probabilmente successivamente della Corte Costituzionale.

A dirla tutta, sarebbe stato meno attaccabile appoggiare un atto punitivo di tal fatta alla circostanza che costoro occupano abusivamente un manufatto (capannone), un terreno, che anche se non utilizzato e comunque di un proprietario pubblico o privato che subisce una limitazione della sua libertà e talvolta anche danni. L’eccesso della pena prevista, di gran lunga superiore a reati di ben altro impatto sociale, peraltro, lo identifica come un provvedimento “di bandiera” ed un tecnico dovrebbe avere in buon senso di prenderne le distanze, ma…

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