Crosetto non è incompatibile: ma se lo dice da se stesso.

La nota ministeriale che esclude l’incompatibilità è dello stetto Ministero della Difesa al cui vertice siede Guido Crosetto

Gianvito Pugliese

Si legge in una nota diffusa dal ministero della Difesa: “In merito all’ipotizzato conflitto di interessi fra l’incarico del Ministro Crosetto e le sue precedenti funzioni di presidente dell’Aiad, oggetto di recenti trasmissioni televisive e articoli di stampa, il Ministero della difesa sottolinea che a mente degli articoli 2 e 3 della legge n. 215 del 2004 e delle funzioni di indirizzo politico-amministrativo attribuite al Ministro dagli articoli 4 e 14 del decreto legislativo n. 165 del 2001 e dal 10 al 13 del codice dell’ordinamento militare, non si ravvisa sul piano tecnico-giuridico alcuna ipotesi di conflitto di interessi o di incompatibilità“. ” Infatti, per espressa previsione di legge – prosegue la nota- anche eventuali situazioni di conflitto antecedenti all’assunzione della carica non assumono alcun rilievo in quanto cessate all’atto dell’assunzione della carica stessa. Nessuno status di incompatibilità o di conflitto di interessi è giuridicamente ipotizzabile nel momento in cui il Ministro non ha più cariche, proprietà aziendali o patrimoni personali che in qualsiasi modo possano entrare in rapporto con le attività di Ministero della difesa”.

Ed ancora: “Peraltro il Ministro della Difesa non partecipa in alcun caso all’adozione di atti idonei ad incidere sul suo patrimonio o su quello del coniuge o dei parenti, in quanto del tutto privo di poteri e funzioni negoziali. Nel settore del procurement degli armamenti, a mente dell’articolo 26 del citato codice, è il Capo di Stato maggiore della difesa che definisce i requisiti operativi dei sistemi d’arma da approvvigionare e [ex articolo 41 del medesimo codice] il Segretario generale della Difesa che avvia le attività di ricerca di carattere tecnologico e industriale e che presiede alle procedure di acquisizione attraverso le competenti Direzioni tecniche”.

E conclude: “Cionondimeno nel pregresso incarico di presidente di Aiad, per la natura dei settori industriali rappresentati, di chiaro interesse strategico nazionale, l’attuale Ministro ha perseguito obiettivi del tutto convergenti con quelli pubblici, rafforzando le capacità delle imprese e la conseguente competitività internazionale mediante la promozione dell’industria italiana della Difesa all’estero”… “Infine, il Ministero della Difesa non ha mai detenuto né detiene alcuna partecipazione nei gruppi industriali di riferimento. Ad ogni buon conto sarà cura della Difesa trasmettere le dichiarazione sull’insussistenza di situazioni di conflitto previste dall’articolo 5 della legge 215 del 2004, confermando che non sussistono nella fattispecie motivi di inconferibilità o incompatibilità”.

A prescindere che chi debba andare a fare la spesa al mercato (non alimentare, ma degli armamenti e tanto altro), poco rileva perché comunque il Ministro, ha in ragione della sua funzione, l’ultima parola su tutti gli atti del Dicastero a cui è preposto, e poco interessa se è lui il firmatario o un suo delegato istituzionale, un minimo di decenza istituzionale avrebbe richiesto che ad esprimersi fosse chiamato il Consiglio di Stato in sede consultiva.

Per i non addetti ai lavori chiariamo che il Consiglio di Stato ha una funzione giurisdizionale (organo di appello dei provvedimenti dei Tar – i Tribunali amministrativi regionali -) ed una funzione consultiva, come organo di consulenza giuridico-amministrativa dell’apparato statale: dal parere sui ricorsi straordinari al Capo dello Stato, ai pareri richiesti da Palazzo Chigi o qualsiasi Ministero che ritenga opportuno rivolgersi.

Ovviamente la richiesta di parere se non è un obbligo, in casi come questo è il minimo che si possa fare per dissipare dubbi di parzialità che allo stato dell’arte suona un po’ così: sui se la legge, lui se la dice, lui se la canta e lui se l’ascolta. Non si può ipotizzare neanche nella fantascienza che un dirigente ministeriale dia torto al proprio Ministro. Siamo seri.

Spiace questa caduta di stile di Crosetto. Era l’uomo su cui si contava per un rapporto corretto di Fratelli d’Italia al di fuori della ristretta cerchia della maggioranza. Un equivalente del Gianni Letta per Forza Italia. Come è stata trattata questa vicenda non lascia molte speranze su ciò che sarà il prossimo futuro immediato. Poi si vedrà.

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