Al via le consultazioni di SuperMario

Reso noto il calendario delle consultazioni del Presidente incaricato-

GP

Sono cominciate un’ora fa, alle 15.30 le consultazioni del presidente del consiglio incaricato, Mario Draghi con le forze politiche, che si protrarranno domani e si concluderanno sabato mattina sul tardi.

L’economista incaricato dal Capo dello Stato di provare a dare un governo al Paese ha deciso di cominciare dai partiti minori. Oggi è la volta di Azione, +Europa, Maie, Cd, Europeisti-Maie, Misto Camera, Nci, Cambiamo.

Domattina si riprende alle 11,00 con Autonomie, LeU, Iv, Fdi, Pd e Fi.

Stessa ora sabato quando toccherà a Lega e M5S.

La programmazione delle consultazioni prevede incontri della durata di mezz’ora o di un’ora a seconda del peso dei partiti.

Intanto già prima dell’avvio delle consultazioni di registrano alcune aperture che potrebbero essere decisive per il cammino del presidente incaricato verso la formazione di un governo stabile.

Silvio Berlusconi avverte il centrodestra: “La scelta di Mattarella per l’ex presidente della Bce ‘va nella direzione che abbiamo indicato da settimane: quella di una personalità di alto profilo istituzionale attorno alla quale si possa tentare di realizzare l’unità sostanziale delle migliori energie del Paese. La politica deve assumersi la responsabilità delle scelte”. Berlusconi, manifestando il proprio consenso a Draghi si è anche tolto dalla scarpa ben più di un sassolino. E’ da tempo che mal sopporta i diktat di Matteo Salvini.

L’apertura di Luigi Di Maio è più sorprendente. Vito Crimi era stato piuttosto freddo e l’ipotesi di consultare la base pentastellata sulla piattaforma Rousseau non deponeva certo come un’accettazione entusiasta del nuovo Presidente incaricato. Probabilmente Di Maio ha prudentemente atteso le mosse di Giuseppe Conte. Ed il Presidente del Consiglio dimissionario non solo ha espresso apprezzamento per la personalità di Mario Draghi, ma ha rassicurato i cinque stelle sul fatto che continuerà a marciare al loro fianco, auspicando peraltro che il governo che Draghi andrà a formare sia a forte trazione del centro sinistra e per questo Conte invita i pentastellati a mantenere e rafforzare l’alleanza con Pd e Leu. Conte si pone certamente al servizio di questo blocco nell’ambito del possibile nuovo governo. Se otterrà un ruolo di coordinamento, come ipotizzato da Andrea Scanzi o si limiterà a ricoprire la figura del padre nobile, che le tre forze politiche fino a ieri indacavano come solo ed unico Presidente possibile non è dato oggi sapere, ma se Renzi per un attimo ha pensato di essersi liberato di Conte, ha fatto male i suoi conti. Deve aver tenuto in considerazione l’apertura di Conte su Draghi il Ministro degli Esteri pentastellato quando, rivolgendosi ai suoi, ha affermato: E’ necessario ascoltare il presidente incaricato prima di decidere, mostrando ‘il rispetto istituzionale’ dovuto e di essere ‘maturi agli occhi del Paese’ malgrado legittime preoccupazioni”. Meno diplomatica e molto più diretta Virginia Raggi: “Rompiamo gli schemi, il M5s apra a Draghi”.

Tutto bene, dunque? Lo potremo affermare solo quando Mario Draghi salirà al Colle con la lista dei Ministri. Prima è assolutamente prematuro.

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