Kedda dì

Recensione dello spettacolo Kedda dì al Teatro Angiono di Mola a cura di due inviati de Lavocenews.it Vito Marangelli e Nilla Pappadopoli

Vito Marangelli e Nilla Pappadopoli

Gli spettatori del Teatro Angioino di Mola di Bari, nella serata di sabato 15 gennaio 2022 hanno potuto assistere a uno spettacolo veramente speciale.

Nico Sciacqua, autore del poema in dialetto barese sul quale la rappresentazione teatrale è basato, si è esibito da vero mattatore in una straordinaria performance della quale è stato l’unico e multiforme protagonista. In un dialetto di perfetta dizione ‘barivecchiana’.

Sciacqua ha narrato in rima, con totale partecipazione di voce e corpo una storia singolare, quella di Lucia, un’anziana donna barese, l’arco esistenziale che parte da un giorno denotato come ‘kedda dì’, dal quale prende origine il titolo della piece teatrale, la propria vita di donna dapprima bella e corteggiata e poi, attraverso le progressive vicissitudini esistenziali, con una violenza subita, la parabola verso un destino di donna perduta sfasciafamiglie e, infine, anziana sola e abbandonata.

Foto di Vito Marangelli

Una vera impresa condotta con una semplicità di mezzi espressivi e grande bravura dall’attore Nico Sciacqua, con la collaborazione registica di Jacopo Selicati. Pubblico ammaliato da questa splendida serata che segna ancora un successo per il Teatro Angioino di Francesco Capotorto con una dedica che Sciacqua ha voluto riservare a Francesco e Diana Marino “Un sogno smette d‘esser miraggio se nel viaggio, la paura si fa coraggio”.

Da ricordare la pubblicazione in forma di libretto del poema con la prefazione di Gabriella Birardi Mazzone e un sonetto introduttivo in lingua italiana, mentre il resto del poema è dialetto barese integrale ed autentico.

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