Il nulla e l’immaginario di Pina Catino

Una personale della ricercatrice storica e fotoreporter biscegliese Pina Catino. La mostra, sarà visitabile fino al 31 marzo, presso la sede dell’università eCampus di Bari

Redazione

L’Associazione “Noi che l’Arte Bari-Milano” con il patrocinio della Università e-Campus – Bari, in collaborazione con il Club per l’UNESCO di Bisceglie, presentano la mostra fotografica: Φῶς φωτός «Phos photòs» – «Il nulla e l’immaginario», la personale della ricercatrice storica, artista, fotoreporter, scrittrice nonché presidente del “Club per l’UNESCO” di Bisceglie, Pina Catino, vernissage curata da Massimo Diodati   e Elena Beloborodova.

In mostra diciassette scatti, come i diciassette goal in: «Agenda 2030», afferma Pina Catino, sono interconnessi e indivisibili e bilanciano le tre dimensioni dello sviluppo sostenibile (economico, sociale ed ambientale). La mostra inaugurata il 21 febbraio scorso ha riscosso nell’immediato un notevole successo di pubblico e critica, filo conduttore della mostra la salvaguardia dell’ambiente, la data scelta non a caso il 21 febbraio oltre ad essere la giornata mondiale della lingua madre, un connubio che regola la bellezza e la salvaguardia dell’intero pianeta.

Pina Catino – ricercatrice storica, artista fotoreporter, scrittrice. Ha esposto in Italia e all’estero presso Musei, Castelli, Enti, Istituzioni. Le sono stati riconosciuti premi internazionali e onorificenze in campo storico, diritti umani e civili, per aver operato a difesa dell’ambiente naturale e la pacifica convivenza e cooperazione fra i Popoli. Tra gli ultimi il Premio Un Bosco per Kyoto, 2007 – Leone di Messapia, 2008 – Nelson Mandela, 2014 – Cuore d’Oro 2017 – Azzarita, 2017, Paul Harris Fellow, 2018 – Premio Voltaire, 2018 – Parthenope Art, 2019. La Mostra Internazionale “Orizzonti d’Acqua -Tutela e valore dell’Oro Blu” ha chiuso le celebrazioni UN World WAter Day presso ESA – ESRIN (agenzia spaziale europea). Autore di libri di storia: Ettore Carafa d’Andria, conte di Ruvo, Guglielmi 2005; Ettore Carafa, la Famiglia, i luoghi, la rivoluzione – ADDA 2008 per il 60° Anniversario della Costituzione italiana; Misteri dell’Antichità – Culti dell’Acqua Mito del Sole, ADDA 2009. Tradotto in inglese Francese Spagnolo, 3 Edizioni. Il mistero di Torre Gigliano nella Terra dei Templari, La Matrice 2019, P.  Catino – V. l. Totorizzo LA CHIANCA Dolmen di Bisceglie “Testimone di una Cultura di Pace, Mezzina 2021. È Presidente del Club per l’UNESCO di Bisceglie dal 2010.

Spiega la fotoreporter Pina Catino: «Un fiore, un ponte, un frutto, la luna, il sole, una spiaggia inquinata, il vento, il mistero della vita, elementi creati in diciassette scatti volutamente datati, per rappresentare tutte le varie tematiche attraverso un’immagine simbolo che evocasse ciò che non solamente trattano i Goal in AGENDA 2030 ma per ricordare come il sistema ambiente già dagli anni ’60 del secolo scorso, è compromesso. Oggi il bisogno di riappropriarci di una dimensione più armonica con il mondo in cui viviamo è quanto mai imperante visto che ci stiamo avvicinando pericolosamente a punti di disequilibrio e trasformazioni irreversibili».

La mostra, terminerà il 31 marzo, è dotata di Audioguida gratuita, per ogni opera mediante App eXiboorario 9,00 – 18,00 dal lunedì al venerdì /sabato 9,00 – 12,00

Note critiche:

Massimo Diodati

È importante vivere e, osservare per sentirsi pienamente inseriti nel mondo. È questa una crescita che ci rende liberi di vivere in simbiosi con l’universo. E questa è l’ottica che usa Pina Catino, quando immersa e persa nel mirino della macchina fotografica, cattura dei momenti irripetibili. Questo fa di uno scatto fotografico una “opera unica”. È un mio esercizio osservare con attenzione ogni opera d’arte, e arrivo quasi sempre alla conclusione che mi porta a dire che: l’Arte non va spigata perché è sempre molto chiara. Quello che cambia è l’occhio dell’osservatore che trae emozioni a seconda del suo vedere non con gli occhi ma con l’anima.      

Elena Beloborodova

Queste fotografie, direi uniche, sono la prova provata dell’attenzione che Pina Catino pone verso la salvaguardia del nostro pianeta, osservando con occhio critico le peculiarità dei paesaggi e degli ambienti naturalistici, senza trascurare, anzi, la considerazione del fattore umano in tutte le sue implicazioni. Si scrutano inoltre, le varie simbologie che possiamo apprezzare osservando con interesse i suoi scatti. È del tutto evidente che diverso è guardare una foto dall’osservarla con l’intento di cogliere il suo pensiero.                                                                                     

Angelo Perrini

Nel laboratorio di suo padre Sergio “Fotoreporter” Pina Catino fin dalla tenera età, impara l’arte di fotografare. Ecco come affina la sensibilità per cogliere l’attimo per lo scatto desiderato. È innata e presente nel suo DNA la foto d’Arte. I suoi scatti sono momenti di vita illuminati da colori forti per renderli indimenticabili. Personalità eclettica, dinamica, dalle mille sfaccettature, presente in modo autorevole nelle diverse attività culturali nazionali ed internazionali.    

Aldo A. Pezzarossa

ESSENZIALMENTE IL COLORE – Dove sono i colori nella realtà circostante? Sono talmente numerosi che sfuggono alla nostra distratta attenzione. E non mi si venga a dire che esistono i preferiti… se così fosse a cosa servirebbe l’arte e cosa fanno gli artisti? Volti, uccelli, mari, monti, fiori, frutti, nature morte o immobili, e poi, e poi … le forme e i colori individuati e offerti da artisti che non conosciamo, o non conoscevamo. In tale novero anche “al tempo del Covid” con la solita maestria Pina Catino continua la sua ricerca. I suoi non-neri mi resteranno accanto per chissà quanto tempo. Per provare a cercarne anch’io, dicendomi: sì, eccoli!     

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