Zingaretti preannuncia le dimissioni da segretario

Annuncio su facebook che suscita stupore e molti dubbi.

GP

La notizia deflagra un’ora fa come un fulmine a ciel sereno. Nicola Zingaretti annuncia le proprie dimissioni da segretario del Pd, che formalizzerà nelle mani del Presidente del Partito.

Zingaretti sceglie il suo account facebook per dare l’annuncio con un post che Vi riproduciamo.

Dimissioni per me inaspettate, ma non è che io pratichi i corridoi delle segreterie politiche e quelle del Pd in particolare. Ma non sono il solo che è rimasto per un attimo a bocca aperta per la notizia. Leggo il commento di Enrico Letta, ospite in videocollegamento alla presentazione online di un libro dell’economista Laura Pennacchi: “Sono rimasto colpito, un attimo perplesso da quanto sta accadendo”. Mi ha tolto le parole di bocca.

Poi sullo stupore è prevalsa la necessità d’informare i miei lettori e anche quella di raccogliere due idee per condividerle ed, eventualmente, discuterle.

Nicola Zingaretti, parte da una constatazione amara, “da venti giorni si parla solo di poltrone e primarie, quando in Italia sta esplodendo la terza ondata del Covid, c’è il problema del lavoro, degli investimenti e la necessità di ricostruire una speranza soprattutto per le nuove generazioni.” Il Segretario prende atto che i problemi del Paese, enormi e non rinviabili, sembra non interessino proprio a nessuno. Interessa solo il proprio io, o meglio la poltroncina da afferrare, nient’altro. Avverte un senso d’impotenza e di cocente delusione per aver cercato di dare al Pd nuova linfa, riuscendo sì a farlo crescere nel consenso elettorale, ma senza riuscire a trovare nella dirigenza una coesione, un’unità d’intenti per portare avanti quei problemi che come una piovra avvinghiano il Paese e lo schiacciano inesorabilmente.

Un passaggio mi sembra particolarmente significativo, quando scrive “mi ha colpito invece il rilancio di attacchi anche di chi in questi due anni ha condiviso tutte le scelte fondamentali che abbiamo compiuto. Non ci si ascolta più e si fanno le caricature delle posizioni.” Due concetti chiari: da un lato è evidente l’amarezza e la delusione per gli attacchi dei più vicini alle sue posizioni, ma -evidentemente- solo a parole, dall’altro la presa d’atto di un dialogo impossibile, con chi non vuole nè sentire nè capire, ma solo avere.

Il modo di far politica di Nicola Zingaretti, se posso dirlo, mi ha sempre ricordato quello di Pier Luigi Bersani. Entrambi schietti e concreti sono più attenti ai principi ed ai problemi del Paese che al manuale Cencelli. Poi ci sono enormi differenze fra i due nel modo di porgersi, ma rimane quella somiglianza di fondo. E Zingaretti è conseguente, in brutale sintesi, visto che il bersaglio è lui per il bene del Paese e del partito, fa un passo indietro e si dimette.

Se Zingaretti si ricandiderà alla guida del Pd e con quante chance di riuscita non lo so, e forse non lo sa neanche lui, ma nell’Italia dove non ci si dimette neanche da amministratore di condominio, permettetemi di concludere “chapeau” per un Uomo che in politica scrive una parola diversa da tutti.

In bocca al lupo Nicola Zingaretti, non mollare, capisco che camminare in un nido di serpenti non sia gradevole, ma il Paese ha bisogno che chi ha a cuore le sue sorti non molli. Gli avvoltoi sono sempre pronti a cibarsi con i resti.

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