Truppe russe respinte a Sievierdonetsk

Nella città chiave dell’est controffensiva ucraina ha successo. In copertina truppe filo russe

Gianvito Pugliese

 Kiev ha reso noto oggi che le sue truppe stanno respingendo quelle russe a Sievierdonetsk e che infuriavano intensi combattimenti intorno alla città industriale, obiettivo prioritario dell’offensiva russa che vuole conquistare l’intera regione del Donbas.

Secondo Serhiy Gaidai, governatore della provincia di Luhansk, le forze russe stanno incassando pesanti sconfitte e reagiscono facendo saltare in aria i ponti sul fiume Siverskyi Donets nella speranza d’impedire all’Ucraina di far arrivare rinforzi militari e fornire aiuti ai civili: “In questo momento, i nostri soldati li hanno respinti, loro (i russi) stanno subendo enormi perdite” -ha detto Gaidai in tv- “L’esercito russo, come sappiamo, sta lanciando tutti i suoi sforzi, tutte le sue riserve in quella direzione (Sievierodonetsk).  I russi stanno facendo saltare in aria i ponti, quindi non abbiamo potuto portare rinforzi ai nostri ragazzi a Sievierdonetsk”.

Il governatore ha concluso sostenendo che le forze ucraine hanno riconquistato circa un quinto del territorio perso in città.

Entrambe le parti hanno lasciato sul campo di battaglia innumerevoli vittime e le strade sono costellate di crateri e veicoli distrutti.

Se Sievierdonetsk cadesse in mano russa, la vicina Lysychansk sarebbe l’ultima città di cui la Russia avrebbe bisogno per avere il pieno controllo della provincia di Luhansk.

L’area è ora al centro dell’invasione russa. Secondo lo stato maggiore ucraino la Russia ha usato l’artiglieria per anticipare “operazioni d’assalto” a Sievierdonetsk, ma le forze russe si sono dovute ritirate, mentre quelle ucraine stanno mantenendo le posizioni riconquistate all’interno della città. I russi hanno anche tentato di avanzare verso Lysychansk, ma sono stati fermati.

Secondo il ministero della Difesa britannico l’attività aerea russa rimane elevata sul Donbas, con aerei russi che effettuano attacchi utilizzando anche munizioni guidate.

Il ministero della Difesa russo afferma oggi di aver abbattuto un aereo da trasporto militare ucraino che portava armi e munizioni vicino al porto di Odesa (Odessa), sul Mar Nero. 

Un elicottero d'attacco russo Ka-52 "Alligator" vola a Popasna
Un elicottero d’attacco russo Ka-52 “Alligator”

Decine di migliaia di persone sono morte, 14,5 milioni di persone sono state sradicate dalle loro case e costrette a rifugiarsi all’estero e l’economia globale è stata sconvolta in una guerra che ieri ha segnato il suo centesimo giorno.

Emmanuel Macron, che ha mantenuto un dialogo con Putin. sostiene sia indispensabile che la Russia non venga umiliata se si vuol arrivare alla pace. La posizione francese è stata ripetutamente e duramente criticata. soprattutto dai Paesi confinanti e vicini alla Russia che temono di subire la stessa sorte dell’Ucraina.

Oggi l’Ucraina afferma che non si può negoziare con la Russia fino a che le forze di Mosca non saranno respinte fino ai confini e, il territorio occupato, liberato.

Gli ucraini contano sui sistemi missilistici avanzati promessi da Stati Uniti e Gran Bretagna e le loro truppe hanno già iniziato ad addestrarsi all’uso.

Per Mosca le armi occidentali verseranno “carburante sul fuoco“, ma non fermeranno l'”operazione militare speciale per denazificare e smilitarizzare l’Ucraina“. Ma non si accorgono di quanto questa definizione della guerra d’invasione suoni tragicamente comica?

La guerra sta devastando l’economia globale, soprattutto per i paesi più poveri. che hanno necessità impellente di cereali.

L’Ucraina è tra i maggiori produttori mondiali di grano e olio di girasole, ma le forniture sono interrotte dalla chiusura dei suoi porti del Mar Nero per mano russa, con oltre 20 milioni di tonnellate di grano bloccate nei silos, che rischiano di marcire.

Vladimir Putin ha negato ieri che Mosca abbia bloccato i porti ucraini ed ha accusato dell’aumento dei prezzi alimentari l’Occidente. Ma ormai il mondo è abituato alle fandonie banali dello zar dei bugiardi seriali.

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