Trump ha portato materiale classificato dalla Casa Bianca alla Florida

L’accusa viene mossa dai National Archives

Gianvito Pugliese

L’ex presidente Donald Trump ha portato informazioni riservate nella sua casa in Florida dopo aver lasciato la Casa Bianca. E’ affermato in una lettera, il cui contenuto è stato reso noto venerdì scorso, inviata dall’amministrazione degli archivi e dei registri nazionali degli Stati Uniti al Congresso, in merito alle 15 scatole di documenti che ha recentemente recuperato.

Gli Archivi hanno poi confermato di aver informato della vicenda il Dipartimento di Giustizia, che si occuperà di qualsiasi indagine.

David Ferriero, l’archivista degli Stati Uniti: “NARA ha identificato gli elementi contrassegnati come informazioni classificate sulla sicurezza nazionale all’interno delle scatole. Lo si legge in una lettera inviata alla rappresentante (ndr. da noi sarebbe deputata) democratica degli Stati Uniti Carolyn Maloney, presidente del comitato di sorveglianza della Camera dei rappresentanti.

Il comitato di Maloney sta esaminando la gestione dei documenti da parte di Trump che ha lasciato l’incarico presidenziale nel gennaio 2021.

La Maloney: “Queste nuove rivelazioni rafforzano la mia preoccupazione per il flagrante disprezzo dell’ex presidente Trump per le leggi federali sui registri e il potenziale impatto sulla nostra documentazione storica”.

Trump in una dichiarazione scritta, risponde: “Gli archivi nazionali non hanno ‘trovato’ nulla, hanno ricevuto, su richiesta, documenti presidenziali in un processo ordinario e di routine per garantire la conservazione della mia eredità e in conformità con il Presidential Records Act. Se questo fosse qualcuno tranne “Trump”, non ci sarebbe nessuna storia qui.

Ferriero afferma nella comunicazione al Congresso (o, più specificamente, alla Commissione della Camera dei Rappresentanti) che alcuni membri del personale della Casa Bianca nella gestione Trump, conducevano affari ufficiali utilizzando account di messaggistica elettronica non ufficiali, atti che non erano stati copiati o inoltrati in account di messaggistica elettronica ufficiali e di essere in procinto di ottenere alcuni di quei record mancanti.

Il Washington Post ha scritto la scorsa settimana che alcuni dei documenti portati (e rinvenuti) a casa di Trump erano contrassegnati come classificati. Tanto potrebbe aggravare la pressione legale che Trump o i suoi collaboratori potrebbero dover affrontare.

Il Presidential Records Act richiede la conservazione di promemoria, lettere, note, e-mail, fax e altre comunicazioni scritte relative ai doveri ufficiali di un presidente.

Rivendicando un presunto privilegio, Trump aveva instaurato un giudizio, senza successo, per fermare il rilascio di documenti “dalla sua Casa Bianca”. Voleva impedire che ne fosse messo a conoscenza il comitato ristretto della Camera, che indaga sull’attacco del 6 gennaio 2021 al Campidoglio degli Stati Uniti da parte dei sostenitori di Trump.

E su Trump, più passa il tempo più emergono episodi francamente sconcertanti. Fermo restando che l’episodio veramente agghiacciante è quanto afferma Yuri Shvets, ex spia Kgb: “Trump risorsa russa per 40 anni”, Praticamente un’accusa, di fronte alla quale “l’alto tradimento” diventa, come diceva il grande Totò, “una quisquilia,,,,pinzillacchere”, e sulla quale è sceso un fragoroso silenzio da parte di Trump, che non si difende, cercando di far dimenticare.

Trump era stato praticamente graziato da Biden, che aveva necessità di sanare la frattura nel popolo americano provocata dai fatti del 6 gennaio (l’assalto al Campidoglio ). Ovviamente si è comportato da Trump e, anzichè mantenere un basso profilo, come avrebbe fatto chiunque, semplicemente normo dotato, ha rilanciato la sua candidatura per le prossime presidenziali, dicendo senza mezzi termini ai Repubblicani: “O il vostro candidato sono io, o mi candido lo stesso con un mio partito e voi perdete i miei voti!”. Nulla di nuovo: Trump è il Tycoon di sempre, non ragiona, non tenta di convincere, mente, ricatta e basta. Ora, però, l’imprudenza potrebbe costargli davvero cara, su di lui si accumulano prove, ripeto, “agghiaccianti”. Un Presidente americano, non solo amico, ma sul foglio paga di Putin e dei suoi servizi segreti non è qualcosa su cui si può passare oltre. E cosa sia davvero Putin ce ne stiamo accorgendo in queste drammatiche giornate.

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