Trump chiede alla Georgia di “truccare” i risultati elettorali.

Emerge dalla registrazione di una lunga telefonata in cui Trump chiede al Governatore della Geogria di “trovare” 11.780 voti-

GP

Mi chiedevo solo ieri come mai Trump aveva smesso di urlare urbi et orbi di essere vittima di una truffa elettorale, che la vittoria era sua ed i democratici gliel’avevano scippata a forza di brogli.

Che si fosse rassegnato, uno come lui, mi pareva strano anche perchè le notizie sulla sua situazione finanziaria, montagne di debiti che la poltrona presidenziale aveva tenuto congelati, fa di lui un uomo finito anche dal punto di vista commerciale.

La risposta e la spiegazione di tanta “discrezione” la da una registrazione resa pubblica dal Washington Post, Si tratta di una lunga telefonata tra Trump ed il segretario di stato della Georgia, il repubblicano Brad Raffensperger. l Tycoon chiede all’interlocutore esplicitamente di “trovare” abbastanza voti per ribaltare la vittoria di Joe Biden, in altre parole di “truccare” il risultato elettorale della Georgia.

La telefonata è allucinante e da il segno del livello a cui è arrivato Trump. Alterna, ai tentativi di blandire l’interlocutore, furiose minacce vaghe e non meglio precisate, quando il segratario Raffensperger, gli ha fatto ripetutamente presente che i risultati elettorali erano stati controllati con la massima precisione e non c’era verso di modificarli “in suo favore”. Ricominciava a recitare la parte dello scippato, disperato per il torto subito e quando l’interlocutore gli faceva presente che le sue opposizioni legali erano risultate prive di qualsiasi fondamento e le prove fornite farlocche si scatenava in minacce sempre peggiori, fino ad ipotizzare una rivolta dei giorgiani a lui fedeli.

La conclusione è che Donald Trump stia raschiando il fondo del barile, è un uomo alla fine, uno spaccone a cui la vita ha chiesto di vedere le carte, ritenendo che bleffasse e, purtroppo per lui, è venuto fuori non solo che bleffava, ma anche che stava barando.

Si avvicina a grandi passi la nomina del congresso e l’insediamento di Joe Biden alla Casa Bianca. Trump ormai è un’inquilino abusivo conscio che uscire da quella porta segnerà per lui l’inizio di tanti di quei guai, che forse eguaglieranno, almeno in parte, i torti che ha fatto a mezzo mondo.

Paragonare questo relitto disperato al Trump che spavaldo assisteva all’edificazione del suo muro sembra assistere ad un film di secoli addietro.

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