Pescherecci e pescatori sequestrati.

La vicenda ricorrente del sequestro di pescherecci e marinai italiani ad opera dei guardiacoste libici va sistemata una volta per tutte.

GP

Un ragionamento credo s’imponga in questa brutta pagina, peraltro non nuova, dei nostri rapporti con la Libia.

Non è la prima volta che le motovedette della guardia costiera libica sequestrano pescherecci della nostra marineria. Ogni volta, dopo il rilascio dell’imbarcazione, la memoria del Gps dell’imbarcazione da pesca dimostra che il sequestro è avvenuto in acque internazionali e cioè al di là delle venticinque miglia dalla costa.

Tale, per convenzione internazionale, è per tutti il limite delle acque territoriali. Sta di fatto che i libici, in violazione del diritto internazionale, a volte hanno dichiarato il loro limite territoriale esteso a 50 miglia, altre -come ora- a 72 miglia. Manifesta illegittimità, ma per autentici pirati del terzo millenio, come i guardiacoste libici, la legittimità è un optional.

E non è che diventano assassini solo se uccidono italiani. Lo fanno sistematicamente con i migranti che intercettano in mare. E con questa gentaglia ed i loro capi, noi abbiamo concluso patti, abbiamo rinnovato tacitamente accordi e fornito motovedette armate. insegnato ad usarle e pagato sistematicamente più di quanto i trafficanti libici ed internazionali pagavano loro per rilasciare dai lagher prigionieri da traghettare a caro prezzo.

Ha cominciato Minniti, da ministro dell’interno. Hanno proseguito i giallo verdi, ed i giallo rossi, che non sono la Roma, ma la maggioranza di governo attuale, non hanno modificato nulla ed in sostanza li paghiamo fior di milioni (con tacita approvazione dell’opposizione, che lì non si sente) perchè i migranti vengano trattenuti nei lagher di Misurata, Tripoli, o altrove, privati di tutto, anzitutto della dignità, torturati, ridotti in schiavitù. E se uno, italiano o europeo che sia, non prova vergogna ed orrore per una situazione simile, non merita di essere chiamato essere umano.

Martin Luther King affermava di temere più della cattiveria dei malvagi, l’indifferenza dei buoni. Aveva perfettamente ragione. Quella indifferenza, ci faccia vergognare di noi stessi: per un attimo vorrei possedere la capacità di Ton Tonino Bello, negli scritti e nelle parole. Ricordate gli auguri scomodi? Sarà il caso di rileggerli insieme prima o poi..

Un episodio voglio ricordare e risale al tempo in cui la nostra marina militare incrociava in quelle acque. Francamente non so dirvi se nell’ambito della missione “mare nostrum” o altra, se ne successero a ritmo continuo. Un nostro peschereccio, sotto attacco libico, lanciò l’S.O.S. e a tutta manetta si diresse verso un nostro cacciatorpediniere (se non ero era una nave di quella classe) che aveva incrociato da poco. Quando arrivarono in vista della nave militare italiana i libici, indifferenti, continuarono a sparare in direzione del peschereccio italiano, ma furono dissuasi dai proiettili di ben altro calibro, sparati dalla nostra marina militare a breve distanza dalla loro prua. Così quel singolo atto di pirateria fu evitato.

Ora, peggio di chi paga i libici per massacrare i migranti e peggio di chi ha dato loro motovedette armate anche per sequestrare le nostre imbarcazioni da pesca ed i nostri marinai, trovo il comportamento di noti Colleghi delle tv che, siccome fa odience da libro cuore, mandano in onda a ritmo continuo parenti dei sequestrati che chiedono le cose più assurde e pericolose per i loro stessi congiunti. Loro, poverini, lo fanno in piena buona fede, ignorando di arrecare ulteriori problemi a chi sta trattando per la loro liberazione. Andrea Purgatori, e non è certo l’unico, ha ribadito questi concetti con estrema chiarezza.

Sono gli uomini della protezione dell’Eni, affiancati probabilmente da qualche uomo dei servizi italiani. Lasciateli agire senza complicargli il già difficile lavoro di mediazione. Ripeto: i parenti poverini non sanno, ma i colleghi che danno loro voce, per ricavare un + qualcosetta di odience, non sono meno responsabili di quelli che hanno visto Willy essere massacrato e si son girati dall’altra parte.

So che così non mi candido all’Oscar della popolarità tra i media e tra i Colleghi. Ma qualcuno, queste cose ovvie, banali, scontate, ma non del tutto note ai non addetti ai lavori, le deve pur scrivere.

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