Papa Francesco: “L’esclusione dei migranti è schifosa, criminale, peccaminosa”

E sul nucleare: “Perchè non imparare dalla storia?”

Gianvito Pugliese

Papa Francesco, in occasione dell’Angelus domenicale: “Riguardo all’inizio del Concilio 60 anni fa, non dobbiamo dimenticare il pericolo di una guerra nucleare che minacciava il mondo proprio in quel momento. Perché non impariamo dalla storia? Anche in quel momento c’erano conflitti e grandi tensioni, ma la via della pace è stata scelta. Sta scritto nella Bibbia: ‘Così dice il Signore: stai vicino alle strade, e guarda, e chiedi i sentieri antichi, dov’è la buona via; camminate in essa e trovate riposo per le vostre anime“.
Nell’omelia per la canonizzazione dei Beati Giovanni Battista Scalabrini e Artemide Zat, Papa Bergoglio: “C’è una migrazione in questo momento, qui in Europa soprattutto, che ci fa soffrire tanto e ci muove ad aprire il cuore. La migrazione degli ucraini che fuggono dalla guerra, non dimentichiamoci della martoriata Ucraina”.

Ed ha rincarato la dose: E’ “scandalosa la esclusione dei migranti, anzi criminale, li fa morire davanti a noiIl Mediterraneo è il cimitero più grande del mondo. E’ schifosa, peccaminosa e criminale la esclusione dei migranti. Mandati poi nei lager“.
Sul Sagrato della Basilica di San Pietro, oggi il Papa ha chiarito: “La fede cristiana sempre ci chiede di camminare insieme agli altri, mai di essere marciatori solitari; sempre ci invita a uscire da noi stessi verso Dio e verso i fratelli, mai di chiuderci in noi stessi; sempre ci chiede di riconoscerci bisognosi di guarigione e di perdono, e di condividere le fragilità di chi ci sta vicino, senza sentirci superiori”.

Quindi: “Fratelli e sorelle, verifichiamo se nella nostra vita, nelle nostre famiglie, nei luoghi dove lavoriamo e che ogni giorno frequentiamo, siamo capaci di camminare insieme agli altri, di ascoltare, di superare la tentazione di barricarci nella nostra autoreferenzialità e di pensare solo ai nostri bisogniMa camminare insieme – cioè essere ‘sinodali’ – è anche la vocazione della Chiesa. Chiediamoci quanto siamo davvero comunità aperte e inclusive verso tutti; se riusciamo a lavorare insieme, preti e laici, a servizio del Vangelo; se abbiamo un atteggiamento accogliente – non solo con le parole ma con gesti concreti – verso chi è lontano e verso tutti coloro che si avvicinano a noi, sentendosi inadeguati a causa dei loro travagliati percorsi di vita. Li facciamo sentire parte della comunità oppure li escludiamo? Ho paura quando vedo comunità cristiane che dividono il mondo in buoni e cattivi, in santi e peccatori: così si finisce per sentirsi migliori degli altri e tenere fuori tanti che Dio vuole abbracciare. Per favore, includere sempre: nella Chiesa come nella società, ancora segnata da tante disuguaglianze ed emarginazioni”.

Mai come in questo momento c’era bisogno di una voce alta e forte, così autorevole, soprattutto nel nostro Paese, dove ipocriti mistificatori, falsi pacifisti, fomentano l’egoismo di chi per un’ora di riscaldamento in più vorrebbe negare al popolo ucraino, a quella gente che sta per affrontare, non il nostro inverno da operetta, ma temperature siderali senza più una casa, magari frutto dei risparmi di più generazioni, bombardate e distrutte anche oggi dall’aviazione russa a Zaporizhzhia.

La Reuters riferisce: “Gli aerei russi hanno lanciato almeno 12 missili, distruggendo parzialmente un condominio di nove piani, raso al suolo altri cinque edifici residenziali e danneggiandone molti altri, ha detto alla televisione di stato Oleksandr Starukh, governatore della regione di Zaporizhzhia.Almeno 13 persone sono state uccise e altre 89 ferite, 60 delle quali sono state ricoverate in ospedale, hanno detto funzionari ucraini. I feriti includevano 11 bambini”.

Cari signori ucraini, ma volete cortesemente farvi -finalmente- rendere schiavi dai Russi? Resistendo, e poi contrattaccando efficacemente l’armata russa in rotta disordinata, state disturbando i nostri affari. Certo, Putin fa dire al suo ventriloquo Medvedev, che vuole conquistare da Vladimostov a Lisbona, solo gran parte dell’Asia e tutta l’Europa. Ma sono cose che si dicono… tra il dire ed il fare”.

Non ci vuol molto a giocare sulla paura, l’egoismo, la fame di soldi, sempre più soldi. Alcuni politicanti, hanno costruito, su questi squallidi mezzucci da trivio, la loro fortuna, alla quale è seguito, inevitabile, il loro crollo, peraltro non riconosciuto. Già perché per la politica nazionale (quella con la p minuscola, anzi microscopica) la matematica è un’opinione e chi si ritrova dimezzato rispetto al dato politiche 2018, ovvero le ultime, inneggia, in realtà starnazza, alla vittoria. Ma è vincente anche chi oggi è meno di un terzo di quanto era alle europee 2019. E questi censori dei costumi altrui, sempre pronti a vedere la pagliuzza nell’occhio dell’altro e mai la trave nei propri -la citazione dal vangelo, commentando l’omelia di Papa Francesco, ci sta tutta-, si scoprono pacifisti d’antan, mentre strani colloqui degli stessi con l’ambasciatore russo a Roma, Sergey Rasov, gettano dubbi, sulla correttezza del loro comportamento, grandi almeno quanto il palazzo di nove piani distrutto oggi dai missili mirati dei bombardieri russi a Zaporizhzhia, con la scia dei morti sopra citati.

Concludo offrendo ai lettori che se la fossero persa, l’intervista del 6/10/2022 su Rai1-Porta a Porta di Bruno Vespa all’ambasciatore Sergey Rasov. Vedete e giudicate da Voi, mie care lettrici e lettori, io non desidero assolutamente influenzarvi.

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