Morto un Papa se ne fa un altro

Deve andare così, anche se duole ed è amaro quando scompare un Uomo come David Sassoli. Ci mancherà.

Gianvito Pugliese

E’ una indispensabile processo sociale per far continuare il mondo a marciare. Se poi marcia nella direzione giusta o sbagliata è un altro discorso. La vita continua……”The show must go on – Lo spettacolo deve continuare”, “il Re è morto, viva il Re”….. e potrei proseguire nelle citazioni all’infinito o quasi. Anche il giornale deve continuare, e pure ad occuparsi ed informare sull’Ue, anche se l’Europa è molto più povera, ora che David Sassoli è stato chiamato a vita migliore.

Ovviamente sono già avanzate le trattative per la nomina di chi deve sedersi sullo scanno di Presidente del Parlamento europeo.

Se diamo una spolverata alla memoria, ci sovviene del patto al momento della nomina di Sassoli, tra socialisti e popolari europei, per un ricambio a metà legislatura, in modo da far si che il socialista venisse sostituito dal popolare. e viceversa. E quel patto, ora che si sta procedendo a gran passi verso l’elezione del sostituto, sembra sia stato il leitmotiv della trattativa.

Al momento la papabile al seggio di Sassoli è l’eurodeputata maltese del Ppe, Roberta Metsola. Era già la papabile alla presidenza, ora che l’ipotesi di un Sassoli-bis, che i socialisti avevano accarezzato, è morta con lui, l’elezione delle Metsola è praticamente data per certa. Il Gruppo dei Socialisti e democratici (S&d) è disposto ad appoggiarla in cambio di una “giusta rappresentanza” nel Parlamento europeo. 

L’accordo del 2019 del cambio della guardia a metà legislatura era diventato fortemente sgradito ai socialisti, pronti ormai a disattenderlo, forti dei loro progressi in molti stati membri, a cominciare dalla Germania con Olaf Scholz al posto di Angela Merkel. La scomparsa di Sassoli li induce a più miti consigli. Manterranno la parola data nel 2019 e appoggeranno la Metsola, ma………

Il ma è la contropartita. Hanno chiesto cinque vicepresidenti del Parlamento europeo, ne avevano tre, un questore ed il segretario generale, carica ricoperta da un popolare da più di un decennio. Accolta la richiesta dei Vicepresidenti e del questore ed in aggiunta otterrebbero anche la presidenza della Conferenza dei presidenti di Commissione e la guida di una commissione speciale sul Covid. I popolari hanno, invece, tenuto duro, almeno finora, facendo quadrato attorno al “super” segretario generale, il popolare tedesco Klaus Welle

Se l’accordo raggiunto tra socialisti e popolari regge non c’è storia e le candidature della svedese dei Verdi Alice Bah Kuhnke, della spagnola della Sinistra Sira Rego e del conservatore polacco Kosma Zlotowski di Ecr, sono solo di bandiera.

Gli analisti politici europei danno per certa, a questo punto, l’elezione della Metsola al primo turno di votazione. Ricordo che è sufficiente il 50% + 1 dei votanti.

Cambia la linea dell’Europa con una nuova presidente? Non lo so. Non è che la linea politica la da il Presidente del Parlamento, la fanno principalmente la Presidente della Commissione (il governo europeo) ed Il Consiglio dell’Unione europea (Presidente di turno Emmanuel Macron). Non conosco la Metsola, la sua storia politica non racconta abbastanza per tirare conclusioni. Occorre vederla all’opera nel nuovo incarico e giudicarla, senza preconcetti, alla luce del suo prossimo operato. Per mio conto cercherò di evitare di far confronti impietosi col predecessore, e mi formerò un giudizio, che come al solito estrinsecherò a Voi, care lettrici e lettori, senza peli sulla lingua.

Sassoli, oltre al vantaggio di una straordinaria empatia, non dimenticheremo mai il suo entrare nelle nostre case col tg1 delle 20,30, con tanto garbo e discrezione da divenire in breve il più amato giornalista Rai, era in Europa dello stesso raggruppamento politico della von der Leyen, vantaggio di non poco conto.

Ora restiamo in attesa della nomina della Metsola, non ancora avvenuta, e dei suoi primi passi, mentre l’attenzione politica in Italia è rivolta a lunedi 24, giorno del primo voto per il nuovo inquilino del Colle, e delle manovre e tentativi di accordo per arrivare pronti con un nome largamente condiviso. L’augurio al Paese è che non si arrivi con candidature divisive. Con queste ultime è una sconfitta per tutti, dal Paese alla politica, dai partiti ai cittadini.

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