Medvedev: “Draghi non è Berlusconi, i leader Ue di basso livello”

Il vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa si scaglia con la ben nota violenza e finezza contro l’Europa ed i suoi leader su Telegram

Gianvito Pugliese

Dmitri Medvedev (in copertina con Silvio Berlusconi) è un personaggio molto particolare del cerchio magico dell’Orso Vladimiro. Ultimamente, in occasione della visita congiunta a Kiev di Mario Draghi, Emmanuel Macron ed Olaf Scholz, li apostrofò rispettivamente e dispregiativamente come “Mangia spaghetti, rane e salcicce”. Folklore a parte, come in questo caso che lo etichetta per quello che è e ci rende edotti del livello del circo magico del Cremlino, Medveder, eterno ventriloquo di Putin, ci ha spiegato a chiare lettere che il suo zar intende “costruire finalmente un’Eurasia aperta, da Lisbona a Vladivostok”.

Medvedev non è nuovo a post violenti al limite della follia che posta sul suo social preferito il russo Telegram. Un esempio

“Odio gli occidentali, voglio farli sparire” seguito da: “Bastardi e degenerati. Vogliono la nostra morte”.

In questi giorni si è appena superato: secondo lui il livello dei politici occidentali è “caduto in basso” e “l’ho visto con i miei occhi negli ultimi 20 anni“. In Europa “non c’è nemmeno traccia di personaggi politici del livello di Helmut Kohl, Jacques Chirac o Margaret Thatcher” e “senza offesa per nessuno, ma è chiaro a tutti che Mario Draghi non è Silvio Berlusconi, e Olaf Scholz non è Angela Merkel.

“Lo giura il vice presidente del Consiglio di sicurezza della Federazione russa, Dmitri Medvedev“, che torna a scagliarsi contro l’Europa sempre sull’amato Telegram, unico che -essendo russo- gli pubblica qualsiasi Fake senza controllo alcuno.

Secondo l’ex premier ed ex presidente russo, i grandi leader del passato, che “non sono mai stati russofobi“, sono stati sostituiti da “persone deboli” che “convenzionalmente si definiscono tecnocrati. Alcuni di loro sono specialisti abbastanza qualificati, ma niente di più. E qui sta il problema! Queste persone sono in grado di formulare correttamente un’idea, dare istruzioni precise agli assistenti. Ma non sono in grado di assumersi la responsabilità”.

Cercano di nascondersi, sviare, parlare delle congiunture, addirittura dei cambiamenti climatici ma non prendono una decisione. Oppure la prendono con un ritardo catastrofico. E questo già è un guaio totale. Un vero politico non ha paura di prendere decisioni. Sì, può sbagliare e persino perdere. Ma sarà una sconfitta dignitosa. Deve anche prendere una decisione impopolare ed assumersene la responsabilità”.

La ‘nuova generazione’ di politici europei, è “lontana” da quella di alcuni decenni fa. “L’attuale presidente dell’Ucraina si presenterebbe a un incontro con il presidente Chirac con una maglietta verde? Ovviamente no. Assurdo”, ha scritto parlaldo di Zelensky.

Il problema della degenerazione della politica europea è principalmente dovuto al fatto che è diventata una pallida voce di supporto per i solisti americani. Charles de Gaulle poteva opporsi a qualsiasi presidente americano. Ora i leader europei “non pensano al futuro, ma sono limitati solo dalle loro prospettive elettorali. E anche i nuovi leader americani, ha concluso, non brillano per idee brillanti e stabilità mentale”.

Certo a Medvedev piaceva, per ovvie ragioni maggiormente quel Donald Trump “risorsa russa per 40 annisecondo Yuri Shvets, ex spia Kgb, che non Joe Biden che con la Russia non ha nulla da spartire. E per non farsi mancare nulla Medvedev compara il “grande statista” Silvio Berlusconi col “modesto ed insignificante”, Mario Draghi.

Poco incidono, dunque, nel giudizio del Cremlino su un premier, le condanne penali definitive, i comportamenti assolutamente non consoni al ruolo, a prescindere dai bunga-bunga, spacciare la notissima Ruby per nipote di Mubarak, per sottrarla ad un regolare arresto della Polizia, definitelo voi cos’è, o annoverare tra i propri collaboratori più stretti e considerati, personaggi condannati in via definitiva per delitti di mafia, come Marcello Dell’Utri o Vittorio Mangano, non depone certo a suo favore. Può mai paragonarsi a cotal curriculum quello di un “modesto impiegatuccio di banca” come Mario Draghi? Che sia stato Governatore della Banca d’Italia e Presidente della Banca Centrale Europea, cosa volere che significhi.

Certo è il metro di paragone di chi è aduso nel Cremlino a confrontarsi col cerchio magico dell’Orso Vladimiro, che annovera tra gli oligarchi più autorevoli e vicini non pochi personaggi in odore di mafia russa. Uno per tutti Evgenij Viktorovič Prigožin. Noto come “lo chef di Putin”, per via dei suoi ristoranti e delle sue attività di catering,  è stato collegato (in qualità di proprietario) alla famigerata “compagnia” mercenaria, nota come Gruppo Wagner, i cui crimini di guerra sono inenarrabili ed opera in diversi continenti, sempre per operazioni che interessano al Cremlino.

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