Medvedev a Draghi: “Mangia-spaghetti”

L’ex presidente russo, furbo schiavetto ventriloquo di Putin , continua con le offese, finanche culinarie, all’occidente

Gianvito Pugliese

Dmitry Medvedev è un personaggio interessante, non in se stesso, essendo un’ameba, ma in quanto ventriloquo di Putin, che lo adopera per mandare messaggi, generalmente volgari e minacciosi -è l’unica lingua che Putin conosca- ai nemici dello zar Vladimiro I. Putin è criptico, anche se ormai abbiamo compreso che, essendo un bugiardo seriale, formato alla scuola del Kgb all’inganno ed al depistaggio, quando dice che non farà “mai” una determinata cosa è vicinissimo a metterla in atto, e quanto dice che farà qualcosa, quasi certamente non la farà.

Daltra parte, fu il messaggio agghiacciante di Medvedev che ci fece sapere del piano di Putin, l’impero russo Eurasia da Lisbona a Vladivostok.

Putin ha sbagliato i tempi per dare il via al suo progetto: immaginate, care lettrici e lettori, come sarebbe stato più semplice quando l’inquilino della Casa Bianca era quel Donald Trump che, secondo una ricostruzione assai credibile e documentata, è stato “risorsa russa per 40 anni”. Con alla White House Joe Biden la cosa, che poteva scivolare come l’olio, si è parecchio complicata, a prescindere dalle pietose condizioni a cui è stata ridotta l’Armata rossa, guidata da generali, che hanno fatto carriera esclusivamente per meriti politici, indipendentemente dalla loro valenza tattica e strategica. Gli articoli del nostro esperto, Orio Giorgio Stirpe, sono illuminanti in proposito (l’ultimo ieri Giorno 113)., Infatti, una guerra lampo di tre/cinque giorni è al 114° giorno con nessuno degli obiettivi dichiarati ancora raggiunto. “L’operazione speciale militare per denazificare e smilitarizzare l’Ucraina” (tradotto; per conquistarla ed asservirla, magari con un “pupazzo” insediato a Kiev) si sta rivelando un totale fallimento.

L’unica cosa che sembra funzionare, almeno in Italia, a giudicare dal numero dei minions che la propaganda del Cremlino, per quanto banale ed insulsa, è riuscita ad asservire agli interessi dell’orso Vladimiro (anche sull’argomento gli ultimi articoli di Orio Giorgio Stirpe sono imperdibili) è proprio la diffusione capillare della versione del Cremlino di una brutale invasione imperialista di stampo ottocentesco, dipinta come meritoria guerra di liberazione dei filo-russi, dalla stessa Russia infiltrati per tempo.

Torniamo al personaggio, se così si può definire una totale nullità.

A Medvedev, Putin ordina di commentare la visita di Draghi, Maron e Scholz a Kiev: “i fan europei di rane, salsicce di fegato e spaghetti piace visitare Kiev. Con zero utilità. Prometteranno l’adesione all’Ue e vecchi obici, poi si leccheranno i baffi con l’horilka (ndr. vodka ucraina) e torneranno a casa in treno, come 100 anni fa. Va benissimo. Ma non avvicinerà l’Ucraina alla pace e il tempo scorre”.

Ma i toni di Medvedev, il putiniano di ferro, erano già alti: “Mi chiedono spesso perché i miei post su Telegram sono così duri. La risposta è che li odio. Sono bastardi e degenerati. Vogliono la nostra morte, la morte della Russia. ma sinché sarò vivo farò il possibile perché spariscano“.

Decisamente “un diplomatico ed un gran signore” non c’è che dire, se non che impersona alla lettera la definizione con cui i romeni (a proposito: i tre in visita erano quattro, essendoci anche Klaus Werner Iohannis, Presidente della Romania) chiamano i russi: “bocanci” scarponi da contadino, che stigmatizza il livello intellettivo e culturale del Paese, che non è solo Mosca e San Pietroburgo, ma una sterminata distesa di terra, occupata e coltivata da famiglie, da sempre, isolate dal mondo e formate esclusivamente dalla propaganda del regime. “Bocanci” è. dunque, decisamente generoso.

Attendo con ansia il prossimo insulto di Medvedev; con tutti i guai in giro, pandemia, guerra alle porte, inflazione, caro bollette…… cominciare la giornata ridendo è decisamene utile.

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