La sceneggiata di Putin per blandire i russi
Una ipotesi, o meglio uno scenario possibile dietro le esibizioni muscolari del premier russo.
Gianvito Pugliese
Prima di imbarcarmi nei ragionamenti e condividere con Voi, care lettrici e lettori, uno scenario che si addentra nei retroscena della crisi “Ucraina”, soffermiamoci su alcuni fatti di cronaca recenti, strettamente legati alla vicenda.
Ieri dall’Europa due leader di Paesi occidentali si son recati a conferire con gli omologhi ucraino e russo. Boris Johnson ha fatto visita al premier ucraino Volodymyr Zelenskiy mentre Viktor Orban si recava a rendere omaggio a Putin.
Johnson, che vive momenti molto difficili in Patria, per gli scandali del Party gate, ultima goccia che ha fatto traboccare il vaso colmo degli inglesi nei confronti del governo Tory, era a Kiev per rassicurare Zelenskiy in merito all’appoggio incondizionato della Gran Bretagna in caso la situazione al confine con la Russia degeneri e non è poca cosa il fatto che sommergibili inglesi non intercettabili (come pure francesi che dispongono della medesima tecnologia)) si sono portati a distanza di tiro dalle truppe russe schierate al confine. Se Stati uniti e Canada minacciano la Russia di sanzioni anche direttamente intese a colpite gli oligarchi vicini a Putin, e si limitano a minacciare l’invio di truppe Nato ai confini europei, Inghilterra e Francia, senza clamore ed apparentemente defilate, si sono poste nella condizione di sterminare con un solo lancio di missili l’armata russa ai confini con l’Ucraina.
A Mosca, invece, il premier ungherese Orban faceva visita a Putin. Ufficialmente per smussare gli angoli della tensione e far sentire la pressione occidentale. Non si è capito bene cosa intendesse ottenere Orban, aldilà di una corsia preferenziale per l’approvvigionamento del gas, che Putin sta usando come una vera e propria arma prebellica per sostenere le proprie pretese. Sta di fatto che, consapevolmente o no, diamogli il beneficio del dubbio, Orban ha regalato su un piatto d’argento a Putin l’immagine che l’eterno tentativo di Putin di scalfire l’unità nell’Unione europea aveva sortito effetti. Vero o no, Putin se lo vende dinanzi al popolo russo ed è a questo che aspira.
Un martedì abbastanza pieno sul fronte Ucraina-Russia. Conferenze stampa dei due più due, una a Mosca e l’altra a Kiev. Centrali le dichiarazioni di Putin che ha accusato l’Occidente di aver creato uno scenario finalizzato a costringerlo alla guerra, avendo ignorato le preoccupazioni della Russia sulla sicurezza per il futuro dell’Ucraina nella Nato.
Putin da oltre un mese non mostra alcun segno di accedere alle richieste di sicurezza che a sua volta l’Occidente ha sollevato. E l’ovest, Stati Uniti e Nato in primis leggono le richieste russe come una possibile scusa per lanciare un’invasione. Mosca lo nega fermamente.
Le parole di Putin: “È già chiaro ora … che le preoccupazioni fondamentali della Russia sono state ignorate. Immaginiamo che l’Ucraina divenga un membro della NATO e inizi queste operazioni militari. Dovremmo entrare in guerra con il blocco della NATO? Qualcuno ci ha pensato? Apparentemente no”, Putin afferma di temere che un’Ucraina supportata dalla Nato potrebbe tentare di riprendersi la Crimea, strappatagli dai russi nel 2014.
Chiacchiere a parte restano i fatti. Ed i fatti sono che La Russia ha ammassato più di 100.000 soldati al confine ucraino. E’ manifestamente ipocrita da parte di Putin far finta di non capire che è stata una mossa che i paesi occidentali leggono come preparativi di un’invasione.
La Russia mentre lo nega, afferma di essere pronta ad intraprendere un’azione militare non specificata se le sue richieste di sicurezza non saranno soddisfatte. I paesi occidentali rispondono che, sia invasione che atti ostili (hackeraggi, sobillatori infiltrati, sostegno ai separatisti ucraini), comporterebbero sanzioni contro Mosca, come abbiamo visto, e se Mosca fa mostra della sua flotta nei pressi della Sicilia e della Norvegia, francesi ed inglesi hanno disposto i sommergibili a tiro del luogo di un’eventuale prima battaglia.
Il Cremlino chiede all’Occidente il rispetto dell’accordo del 1999, secondo cui nessun Paese può rafforzare la propria sicurezza a spese degli altri, ha affermato il ministro degli Esteri Sergei Lavrov, supportando le dichiarazioni del suo premier. Ma dimentica che quell’accordo lo hanno posto nel nulla i russi quando nel 2014 invasero la Crimea per annetterla. Ed ha richiamato al rispetto di quell’accordo in una telefonata con il segretario di Stato americano Antony Blinken.
Lavrov ha commentato pubblicamente la telefonata, sostenendo che Blinken avrebbe accolto la richiesta di discutere ulteriormente la questione sicurezza posta dalla Russia, ma da parte Usa si sottolinea che Blinken ha insistito perché le truppe russe siano ritirate immediatamente: “Se il presidente Putin non intende davvero una guerra o un cambio di regime allora questo è il momento di ritirare truppe e armi pesanti e avviare una discussione seria”.
Gli Stati Uniti e la Nato offrono al Cremlino la verifica dell’assenza di missili da crociera Tomahawk nelle basi NATO in Romania e Polonia, ma la Russia dovrà permettere analoghe ispezioni sui missili in alcune basi russe.
Gli Stati Uniti, affermano fonti attendibili, aprono solo a colloqui sulle le questioni relative al controllo degli armamenti, una delle preoccupazioni espresse dalla Russia,
Putin non parlava pubblicamente della crisi ucraina dal 23 dicembre, le sue parole di martedì rispecchiano una visione del mondo in cui la Russia deve difendersi da Stati Uniti aggressivi e ostili. Washington non si preoccuperebbe della sicurezza dell’Ucraina, ma del contenimento della Russia, ha affermato Putin: “In questo senso, l’Ucraina stessa è solo uno strumento per raggiungere questo obiettivo. Questo può essere fatto in diversi modi, trascinandoci in una sorta di conflitto armato e, con l’aiuto dei loro alleati in Europa, forzando l’introduzione contro di noi di quelle dure sanzioni di cui parlano ora negli Stati Uniti”
Viktor Orban, dopo il colloquio con Putin ha affermato che ci sarebbe spazio per un compromesso: “Mi sono convinto oggi che le differenze esistenti nelle posizioni possono essere colmate ed è possibile firmare un accordo che garantirebbe la pace, la sicurezza della Russia ed è accettabile anche per gli Stati membri della NATO”.
I paesi occidentali si affrettano a mostrare solidarietà all’Ucraina: gli Stati Uniti hanno chiesto al presidente brasiliano Jair Bolsonaro di cancellare una visita programmata a Putin in Russia e Boris Johnson: “È fondamentale che la Russia faccia un passo indietro e scelga un percorso di diplomazia. E credo che sia ancora possibile. Siamo desiderosi di avviare un dialogo, certo che lo siamo, ma abbiamo le sanzioni pronte, stiamo fornendo supporto militare e intensificheremo anche la nostra cooperazione economica. Ci sono 200.000 uomini e donne sotto le armi in Ucraina, faranno una resistenza molto, molto feroce e sanguinosa. Penso che i genitori, le madri in Russia dovrebbero riflettere su questo fatto e spero vivamente che il presidente Putin faccia un passo indietro dal percorso del conflitto e che ci impegniamo in un dialogo“.
Il primo ministro polacco Mateusz Morawiecki in visita Kiev: “Vivendo vicino a un vicino come la Russia, abbiamo la sensazione di vivere ai piedi di un vulcano“.
Zelenskiy, minimizza la minaccia russa di invasione, ma ha firmato un decreto per richiamare altri 100.000 soldati per tre anni: “Non è perché avremo presto una guerra … ma in modo che presto e in futuro ci sarà la pace in Ucraina”,
Fin qui i fatti, capisco che mi sono dilungato ma è successo di tutto di più ieri ed il tema è davvero scottante e da trattare coi guanti d’amianto per non fare a fine di Muzio Scevola.
La domanda che mi e vi pongo è questa: “Ma può essere Putin così fesso da ritenere che Usa e Nato, in una parola l’Occidente, al momento con una superiorità economica e militare neanche minimamente paragonabile alla Russia, possano accettare che questa possa coltivare, e soprattutto mettere in pratica, mire di ricostruzione dell’Unione Sovietica ed al tempo stesso piegarsi al divieto russo di poter espandere la Nato? Eppure Putin, non foss’altro che per i decenni trascorsi a fare la spia nel Kgb, sa fin troppo bene che il topolino non può imporre nulla all’elefante e non ci deve provare neanche se non vuol ritrovarsi spiaccicato a terra, come sotto ad un rullo compressore.
E Putin e la Russia sono davvero pronte ad un conflitto (la III guerra mondiale)? Ma se ogni volta che si parla di sanzioni a Putin si rizzano in testa i capelli residui. La calvizie è ben mascherata con sapienti operazioni di pettinatura, ma la natura vince sempre, Qualcosa non torna, Tutta questa tensione, questi danni minacciati, perché se noi rimaniamo senza gas, la Russia rimane senza i soldi che incassa dalla vendita, a quale fine?
Neanche un metro quadro di Ucraina l’Occidente gli permetterà di scippare e, se pure gli riuscisse, ne pagherebbe subito talmente tanto in sanzioni che gli costerebbe più di una miniera d’oro, e non credo che ce ne siano al confine russo-ucraino.
Perché dunque questo Amba Aradam messo su da Putin, che sarebbe opportuno la smettesse d’interpretare il ruolo dell’agnellino minacciato dal lupo cattivo, tanto non gli crede nessuno? Sicuramente non c’è una sola risposta.
Io ne azzardo una che mi convince e fa tornare i conti. Non so se sia quella giusta, ma diverse possibilità di esserlo mi sembra le abbia.
Il Covid ha creato grossi problemi alla Russia come a tutto il mondo. Ma in Russia il contenimento ha vissuto momenti di grande drammaticità. Ed a fronte di tale criticità sanitaria l’economia del Paese ne ha risentito, forse più che altrove. Il vaccino Sputnik V vanta la primogenitura d’efficacia secondo i russi, ma l’Ema non lo approva per mancanza di dati forniti. I russi, già prima della pandemia non navigavano nell’oro, Ora stanno assai peggio, ed in un Paese totalitario il dittatore risponde, nell’immaginario collettivo del popolo, di tutto quanto avviene, nel bene e nel male.
Putin che non poteva continuare a presiedere la Russia. stante la costituzione russa ha avuto un tale consenso da ottenerne la modifica, proclamandosi così di fatto nuovo zar russo a vita. Ma ora, gode ancora della stessa popolarità? Putin è uomo esperto, lo ripeto la scuola del Kgb, in cui si è formato, non lascia tante lacune. Sa, dunque che le rivoluzioni da che mondo è mondo scoppiano quando “la pancia” del popolo è vuota. Un popolo che peraltro assiste a oligarchi e magnati, generalmente ex Kgb amici del premier, straricchi, che non nascondono il lusso strabiliante e, magari, anche grossolano, a fronte della stragrande maggioranza di cittadini costretti a tirar la cinghia.
Putin, uomo estremamente furbo, non potendo distribuire la ricchezza che si concentra sempre più in poche mani, distribuisce speranze future, Non costano e rendono più dei sussidi alla popolazione in difficoltà. Questi, una volta spesi, passano nel dimenticatoio, la speranza resta, almeno finché è sapientemente alimentata. Putin si regge sulla promessa fatta al popolo russo della ricostruzione dell’impero sovietico. I russi sanno o sperano che tornerebbe il modesto benessere di un tempo e che ritornerebbero a stare discretamente, la storia ha insegnato loro che i paesi satelliti erano regolarmente impoveriti e depredati a beneficio dei russi, cioè loro. E’ una grande leva, è la promessa del ben godi, come resistere.
Ma per tenerla viva occorre dare segnali e far succedere qualcosa. Di qui la tensione creata ad arte al confine Ucraino, e tutto il repertorio a seguire, fatto di trattative in cui si chiede tutto di più, per farselo rifiutare dall’occidente affamatore del popolo, e aggressivo verso la povera Russia e meno male che c’è Putin a difenderla, Putin non lo batte nessuno.
Sarà questa la lettura giusta dei fatti? Possibile, forse anche probabile, ma non ha la presunzione della certezza. E’ però un gioco pericolosissimo giocato sul filo del rasoio ed è un gioco in cui molto spesso qualcuno si fa male. Per giocarlo Putin deve essere all’angolo.
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