La Russa prova a rimediare sul 25 aprile, ma non gli riesce

La nota inviata alla Malpezzi si chiude in toni minacciosi verso la stampa non allineata.

Gianvito Pugliese

Sulla recente polemica aperta nei confronti del neo presidente del Senato, Ignazio La Russa (in copertina), a proposito di sue considerazioni sul 25 aprile, interviene lo stesso senatore con la nota che pubblico qui di seguito.

Alla presidente del gruppo PD. sen.
Malpezzi che rispetto e di cui apprezzo l’onestà intellettuale e a chi in queste ore mi sta attaccando, chiedo cortesemente di leggere non il titolo volutamente fuorviante de La Stampa ma il testo della mia intervista correttamente riportata dal giornalista Paolo Colonnello e correttamente ripresa da alcune agenzie in cui emerge chiaro il mio rispetto per la ricorrenza del 25 aprile tanto da averlo celebrato da ministro della Difesa. La mia contrarietà è semmai solo al modo in cui finora si svolgono molti cortei che lungi dal celebrarlo, ne fanno una manifestazione appannaggio della sinistra. A chi strumentalmente si ferma a leggere il titolo errato e ignora le mie parole, dopo questa mia nota, sarò invece costretto a riservare, a differenza delle mie abitudini, una risposta nelle sedi più opportune a tutela del ruolo che ricopro. Da oggi ho dato mandato che questa sia la regola per chi traviserà parole e fatti che mi riguardano
”.

Se La Russa aveva intenzione di gettare acqua sul fuoco, la cosa non è riuscita molto bene, anzi. La Russa candidamente osserva che sul 25 aprile la sua contrarietà è circoscritta “solo al modo in cui finora si svolgono molti cortei che lungi dal celebrarlo, ne fanno una manifestazione appannaggio della sinistra“. La Russa, a mio modesto parere, da bene che da Presidente del Senato dovrebbe essere equidistante e non sentirsi più uomo di destra, e come tale legittimamente infastidito, quando una manifestazione ha matrice opposta. La liberazione del 25 aprile è dall’occupazione nazista, supportata dal fascismo. E’ come se l’Anpi (Associazione Nazionale Partigiani d’Italia) provasse a lamentarsi per non essere stata invitata avantieri a partecipare alle celebrazioni per mano delle “camicie nere” (così si sono autodefinisti gli organizzatori, aggiungendo un “camerati”) a Predappio per i cento anni dalla “marcia su Roma”. Non è certo qualcosa a cui può voler partecipare persona diversa da un estremista di destra. Intendiamoci la destra di governo non vi ha certo partecipato, fino a prova contraria. Ma La Russa sembra pensarla assai diversamente e passi.

Ma, avviandosi a concludere, il Presidente del Senato comunica urbi et orbi, destinataria la stampa (ovviamente quella non allineata), di aver “dato mandato che questa sia la regola –ndr. “una risposta nelle sedi più opportune a tutela del ruolo che ricopro”- per chi traviserà parole e fatti che mi riguardano. Ovvero querele a gogò. Al Collega La Russa (nel senso di avvocato) mi permetto di ricordare che il diritto-dovere di critica è alla base della libertà di stampa e non può essere oggetto di “persecuzione giudiziaria o minacce più o meno velate”. Minacciarla, per non travisare anch’io, correggo, “annunciarla con veemenza”. non è proprio il massimo di adesione ai principi democratici che dovrebbero ispirare le massime autorità del Paese.

Tanto, doverosamente precisato, a tutela della nostra funzione di giornalisti, auguro alla II carica dello Stato di poter lavorare serenamente e proficuamente, nell’interesse superiore della Nazione, che dovrebbe ispirare sempre le azioni di tutti, giornalisti compresi, che a loro volta non dovrebbero mai dimenticare il dovere d’imparzialità dettato dai valori deontologici, troppo spesso ignorati e che fanno dei “mastini della democrazia” dei veri e propri “cagnolini da salotto”. “Bau, bau”. Alla prossima.

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