La metamorfosi di Conte

Impensabile fino a qualche mese fa, il premier italiano sembra ora molto più assennato della maggioranza degli altri capi di Stato

Se, non più di qualche mese fa, avessero detto che, nel Marzo 2020, a fronte di una crisi sanitaria globale, Giuseppe Conte da Volturara Appula, piccolo comune nel foggiano, avrebbe gestito la situazione molto meglio di molti suoi colleghi europei e mondiali (ogni riferimento a Boris Johnson e Donald Trump non è puramente casuale), quasi chiunque avrebbe risposto con una sonora risata.

E invece, il primo ministro italiano, non solo ha tenuto il punto nel Paese, ma è stato anche capace di alzare il tiro in Europa, giocando un ruolo importante nel convincere istituzioni un po’ recalcitranti a interrompere, per il tempo che servirà, il rispetto dei meccanismi di stabilità.

Non nascondiamocelo: il detonatore alla decisione dell’Europa di ricorrere a tutta la flessibilità necessaria sono state le parole di Christine Lagarde, presidente della Banca Centrale Europea. Le sue dure dichiarazioni hanno avuto l’effetto di “destare” gli animi sopiti delle istituzioni europee, visto che, poco tempo dopo, sia la presidente Ursula von der Leyen, sia l’Eurogruppo (ossia l’insieme dei 19 ministri dell’economia dei paesi che adottano l’Euro, n.d.r.) hanno convenuto di dare il via libera agli Stati membri per poter spendere tutto quello che riterranno per affrontare la terribile crisi causata dal Covid-19, diventata ormai pandemia riconosciuta già da qualche giorno.

È legittimo pensare che, se nella gestione della situazione in Europa, un ruolo altrettanto, e forse anche più, importante lo abbia giocato il ministro Gualtieri, la credibilità guadagnata da Conte in Italia non ha altri attori protagonisti, ma è tutta ascrivibile a suoi meriti diretti e personali.

Non è un caso se l’OMS (Organizzazione Mondiale della Sanità) si è complimentata con l’Italia per la gestione della crisi sanitaria portandola a modello per gli altri paesi (e infatti le altre nazioni, dopo aver inizialmente criticato l’Italia per il suo approccio troppo severo rispetto al problema, stanno adottando scelte quasi identiche alle nostre) nell’affrontare di petto il problema Coronavirus.

Anche i sondaggi, pur in queste settimane di scelte difficili, non ultime quelle sul recente decreto “Cura Italia”, confermano che gli italiani si fidano di Conte. Il 62% degli italiani ha fiducia in Conte e nelle misure prese dal suo governo e, se è pur vero che, in tempi di crisi, si tende quasi sempre a privilegiare chi è al governo, va riconosciuto l’impegno della maggioranza nell’affrontare questi difficili momenti.

Certamente non è finita qui e tutto il sistema Paese è chiamato a non abbassare la guardia e a valutare già come intervenire sul “dopo” – perché non è pensabile chiudere in casa gli italiani a tempo indeterminato, anche al di là dei danni economici che una simile scelta comporterebbe. Le scelte difficili sono ancora di là da venire e l’eredità finanziaria del Covid-19 sarà gravosa – già ora si parla di un PIL in picchiata e previsto al -3,4% per il 2020.

La reale capacità del governo Conte II dovrà ancora essere tutta dimostrata nella seconda parte dell’anno, però è innegabile che, con tali premesse, sarà più semplice affrontare anche il dopo, quando andranno contati e riparati i tanti, troppi, danni causati dal Coronavirus.