La Germania riduce drasticamente i contagi, noi sembra che abbiamo messo il lievito

In tre settimane Germania da 74mila a 10mila. Italia da 12.756 il 9 dicembre a 78.313 ieri

Gianvito Pugliese

Questo editoriale, certamente sarà inviso ai no-vax e no green-pass, pazienza. Se poi non accade è peggio, vuol dire che, almeno per loro, non contiamo e non val la pena di farci veleno.

Ma i dati riportati nell’occhiello e le notizie sull’andamento della diffusione del virus in Germania ed in Italia da tre settimane ad oggi non me le sono inventate io e non sono numeri al lotto.

Sui dati tedeschi sono leggermente approssimativo, su quelli italiani preciso all’unità. Per quelli del nostro Paese è bastato consultate il nostro Bollettino del 9 dicembre con quello di ieri, per i dati della Germania leggere articoli di testate attendibili, ne propongo una fra le tante.

Il risultato è quello riportato nell’occhiello: “In tre settimane Germania da 74mila a 10mila. Italia da 12.756 il 9 dicembre a 78.313 ieri”, Lo avevamo già scritto. Di nuovo c’è la domanda: perché è accaduto?

Proviamo a dare una risposta, che non ha la presunzione di essere la verità, ma di essere frutto di un serio e motivato ragionamento, quello si, mi va riconosciuto.

La Germania, scrive l’articolo citato dell’AGI, una delle più autorevoli, se non la più autorevole agenzia di stampa del Paese: ” A poco più di tre settimane dall’inizio del lockdown dei non vaccinati, la Germania raccoglie i primi frutti di questa misura: il numero giornaliero dei nuovi casi di Covid è infatti passato da quasi 74 mila a 10.100 oggi. Il 2 dicembre scorso, a un passo dall’addio, il governo di Angela Merkel ha deciso che solo i vaccinati e i guariti dal Covid possono accedere a ristoranti, cinema, eventi culturali, musei e negozi non essenziali.

Incredibilmente, per chi guarda quotidianamente la politica italiana, dove appena arrivi al potere annulli e distruggi tutto quello che aveva fatto il tuo predecessore, ottimo o pessimo che sia, Olaf Scholz, che ha sostituito la Merkel dopo 16 anni di cancellierato, ha lasciato in vigore la misura, ed i risultati sono venuti.

Da noi, inutile ripetere i dati, la situazione è stata l’esatto opposto e la Germania, che qualche tempo addietro ci additava e prendeva a modello nella gestione della pandemia, ora ci da una lezione di cui dovremmo fare tesoro, solo che fossimo capaci di governare seriamente.

Lo so, sono duro, ma a ben vedere l’Italia non è stata investita dalla quarta ondata, ma da uno tsunami, seguito da gigantesche onde anomale.

Eppure non è che gli italiani, lodati da tutti per la loro prudenza, per il successo indiscutibile della campagna vaccinale, sono improvvisamente impazziti ed hanno partecipato tutti a reiterati rave party con milioni di partecipanti per ciascuno. Noi cittadini prudenti esemplarmente siamo stati e prudenti siamo. Saremo pure stanchi, ma non abbiamo mollato di un millimetro.

Allora, la responsabilità non è di chi deve eseguire, ma di chi deve comandare, facendo scelte coraggiose, come hanno fatto Merkel e Scholz, anche a rischio dell’impopolarità. Scusate, ma qui sta tutta la differenza tra politici lungimiranti e politicanti miopi e retrivi, buoni solo a coltivare il loro orticello elettorale, mentendo, calunniando, tutto pur di taroccare soluzioni semplici per problemi complessi. E mi fermo qui, sui signori si potrebbero scrivere romanzi, corredandoli di prove inconfutabili.

Tiro la volata a qualcosa o qualcuno? La risposta è si, all’Italia, al mio Paese, che amo, anzi adoro, ma di cui non sempre posso andar fiero. Col mestiere che faccio ne vedo troppe.

Non è da ora, e non è con l’occasione della perdita di controllo della diffusione della pandemia del Paese, che sostengo questa tesi. Sarebbe troppo facile ed anche maramaldesco inveire oggi. Io l’ho fatto in epoca assolutamente non sospetta, quando tutto andava, se non bene, benino, ma i prodromi di quello che sarebbe potuto accadere si manifestavano già tutti, solo che si sapesse vedere e volesse guardare.

Ho più volte definito questo nostro governo “cerchiobottista”, supportato da una maggioranza “arlecchino”. Il problema è tutto lì. Non è che Roberto Speranza, che le azzeccava tutte col governo di Giuseppe Conte II, ha avuto una botta di rimbambimento senile precoce nell’incontro con Mario Draghi. E’ il contesto in cui si opera che permette di lavorare ed ottenere buoni risultati o meno. Il meridionale, catapultato per lavoro al nord “sfrascia”, non ha rivali, se resta al sud non riesce a schiodare le difficoltà che lo attanagliano.

Il contesto è un governo l’attuale che a differenza del precedente, che aveva i numeri risicati, tanto che una manovra di palazzo di Renzi lo fece andare a casa, ma una qualche coesione ed un determinato orientamento politico ne aveva da vendere, è sostenuto da un’amplissima maggioranza, dai numeri bulgari.

Ma al contempo una maggioranza talmente eterogenea e variegata da risultare “Arlecchino”, se é possibile paragonare il costume della maschera seicentesca, fatto di piccole pezze multicolori, alla composizione dell’attuale maggioranza, che per non soccombere deve ricorrere quotidianamente alla “politica” di un colpo al cerchio e l’altro alla botte. Siamo seri: Salvini, Berlusconi e Renzi con i loro rispettivi ministri, accomunati dall’essere i ventriloqui dei leader di ciascuno, costringono il Presidente del Consiglio Draghi a ritirare la proposta di un contributo di solidarietà per dar sollievo ai meno abbienti, investiti dall’imminente caro bollette. Giorni dopo, mica troppi, tanto gli elettori, quando non ignorano, scordano, con una faccia di bronzo senza uguali (vorrei scrivere altro, ma non posso) fanno del caro bollette il cavallo di battaglia dei rispettivi partiti, avanzando proposte impraticabili per mancanza di copertura finanziaria, che invece c’era nella proposta Draghi. Per intenderci, proposte specchietto per allodole. E’ solo un esempio: da quando si affrontano argomenti non di mera routine, ma che toccano le delicate corde degli interessi dei partiti, dei loro finanziatori, dei loro grandi elettori, MAFIA COMPRESA (abbiamo sostituito il “pecunia non olet”, con “suffragium non olet”), perchè al voto donato non si guarda in bocca, ecco che il governo dai numeri bulgari e del fare con rapidità, compattezza ed efficacia, si è sciolto come neve al sole e ogni minimo provvedimento da approvare, viene mercanteggiato, patteggiato ed emendato. In un batter d’ali, dice una pubblicità, il governo dei provvedimenti “Ferrari” è diventato una “Balilla a tre marce”, neanche restaurata bene e con le ruote forate. E per prevenire crisi, mortali per il Paese, quest’ultima affermazione la condivido appieno, oggi accontento te, domani quegli altri, mettendo sul bilancino gli interessi dell’uno o l’altro partito, il più delle volte assolutamente incompatibili col superiore interesse del Paese. che da superiore è diventato solo uno sconosciuto.

Allora che aspettiamo a seguire l’esempio della Germania? Non si può perchè alcuni partiti della maggioranza si oppongono e continuano a portare aventi una politica pressochè negazionista nei confronti del virus (hanno avversato finanche la mascherina)? E ai 78.313 contagiati e le 202 vittime di ieri ed alle loro famiglie cosa raccontiamo? Meglio tacere e salvare l’unità solo apparente (si scannano fra loro), ma soprattutto le poltrone a tutti, dai ministri all’ultimo parlamentare, che se si vota va a casa certamente e definitivamente.

D’altra parte dimentichiamo alla velocità della luce. Lungi da me fare il confronto Draghi – Conte, due “signori” anzitutto, con curricula alle spalle notevoli, nel caso di Draghi stellare, ma i risultati del Conte due, che combatteva il Covis senza vaccini, con ospedali alla saturazione e terapie intensive praticamente inesistenti (le Regioni se ne doteranno in corsa con soluzioni fantasiose e non sempre ineccepibili) sono nel dimenticatoio, il locale preferito da noi italiani. Ma ci siamo scordati pure che la prima lauta assegnazione all’Italia sul Recovery fund la ottenemmo col Conte II a Palazzo Chigi, tanto che qualche cronista ipotizzò essersi trattato di uno sdebitamento di Ursula von der Leyen per i voti determinanti dei pentastellati nella sua elezione a presidente della Commissione europea? Sotto Draghi furono assegnati ed incassati i primi acconti. Merito ad entrambi, ma qui la questione non è Conte-Draghi, mettiamo da parte per cortesia Capuleti-Montecchi, Bartali-Coppi, …….. l’eterno dualismo che ci appassiona, non si tratta di meriti e demeriti dell’uno o l’altro, ma di avere o non avere alle spalle maggioranze coese, di qualsiasi colore siano, non esprimo le mie preferenze, che pure sono note ai lettori, non mi sono mai nascosto dietro un dito, che però non interferiscono nell’onestà intellettuale nel ricostruire e raccontare i fatti come sono.

Senza quella forza alle spalle, che non è data dai numeri, ma dalla coesione, come si può prendere provvedimenti coraggiosi, ma indispensabili, sull’esempio della Germania?

Mario Draghi deve, comunque, farlo, non può ritirare la proposta che non ha ancora esternata, come è stato per il contributo di solidarietà. E’ la vita degli Italiani in ballo, quella che sembra stia a cuore soprattutto a chi non ne fa mai sfoggio. Che lo debba fare è certo, al momento non esistono alternative valide. Se lo farà o meno, questo è tutto un altro discorso. Non sono un’indovino e non mi avventuro in previsioni del genere. Ho scritto tutte cose vere, provate e certificate, almeno dal mio punto di vista, perchè svilire tutto a mo’ del Divino Otelma?

Alla prossima.

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