La galassia filo Putin in Italia

TV, social network, giornali: come e perché si alimenta la propaganda filo-Russia in Italia

Giovanna Sellaroli

Giorno 105 della guerra, l’Ucraina, sotto le bombe, spera nell’invio di nuove forniture di armi, in particolare da Usa e Gran Bretagna, per resistere e riconquistare i territori perduti. Zelensky annuncia che sono in corso trattative  per rilanciare l’Ucraina nell’Unione europea.

Due ospedali sono stati distrutti dai bombardamenti russi a Severodonetsk e Rubizhne, nell’Ucraina orientale, come mostrano le nuove immagini satellitari scattate da Maxar Technologies e pubblicate dalla Cnn. Sul tetto della struttura ospedaliera di Severodonetsk era stata dipinta una grande croce rossa. Il presidente Volodymyr Zelensky ha annunciato che l’Ucraina sospenderà tutte le esportazioni di gas e carbone, in vista di quello che secondo lui sarà “l’inverno più difficile di tutti a causa della guerra”.


Guerra Ucraina : due ospedali distrutti a Severodonetsk

Intanto il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov in conferenza stampa ad Ankara dopo l’incontro con l’omologo Cavusoglu, annncia che nessuna catastrofe si sta verificando sul grano: “dei problemi di trasporto del grano ucraino che i colleghi occidentali cercano di presentare come una catastrofe: in realtà solo meno dell’1% della produzione mondiale di grano e di altri cereali bloccati. Questo non ha a che fare con la crisi alimentare“. Siamo alle solite, gli occidentali, che fantasia!

Si dice. comunque. pronto a lavorare con gli amici turchi per aprire i corridoi del grano. E la Turchia, per voce del suo ministro degli Esteri Mevlut Cavusoglu, ritiene che sia “ragionevole e fattibile” il piano Onu per stabilire un meccanismo per un corridoio per il trasporto del grano bloccato nei porti dell’Ucraina. E Lavrov ribadisce un netto no a un colloquio tra Putin e Zelensky.

Notizia importante, a proposito di “denazificazione”, è quella che riguarda il Rabbino  capo di Mosca, Pinchas Goldschmidt, che nella notte è fuggito dalla Russia. Lo ha reso noto la nuora, la giornalista newyorkese Avital Chizhik-Goldschmidt, moglie di uno dei figli del rabbino. L’esponente religioso sarebbe stato “messo sotto pressione dalle autorità” per sostenere l’invasione russa dell’Ucraina.

Il rabbino capo Pinchas Goldschmidt è fuggito da Mosca- Corriere.it

In tutto questo, nelle ultime 24 ore, non è mancato neppure il siparietto offerto dall’ex Presidente della Federazione russa, Medveded che ieri sul suo canale Telegram ha scritto che odia gli occidentali perché siamo “vyrodky”, parola tradotta genericamente col termine italiano ‘degenerati’, ma in realtà dai tanti significati: vermi, figli di puttana, bastardi, feccia, criminali, farabutti, gentaglia, come fa notare in maniera sagace Sebastiano Messina, nel suo imperdibile Cucù.


Informa-press
Medvedev occidente: “Sono dei bastar*i. Voglio farli sparire”

Ex presidente “ombra” di Vladimir Putin, oggi vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, nonché falco del cerchio magico dello Zar, Dmitry Medvedev l’ha sparata grossa. Chissà cosa si nasconde realmente dietro l’affondo di ieri, probabilmente, visto l’andazzo degli ultimi tempi, la paura di venir fatto fuori. Lui, un tempo attratto dall’occidente, quello che amava la musica rock e i Deep Purple, attratto dagli Stati Uniti di Obama, il servo sciocco, il fedele alleato che ha contribuito a far approvare la legge che consentirà a Putin di rimanere al potere fino al 2036, ha lanciato il suo personale missiletto, a che pro? Il Generale Vincenzo Camporini, ex capo di stato maggiore dell’Aeronautica militare e della Difesa, all’Adnkronos, offre una duplice lettura al messaggio di Medvedev: la prima è quella che qualcuno al Cremlino lo stava accusando di essere troppo tenero e con questo ha voluto far vedere che non è affatto così. La seconda lettura è che il messaggio fosse rivolto alla nomenklatura del Cremlino, nell’ottica di una successione.

E mentre in questi minuti, il primo treno di grano partito dalle regione ucraina occupata dai russi di Zaporizhzhia, è arrivato a Sebastopoli, in Crimea (erano 8 anni che questo non avveniva, come ha dichiarato a Interfax il consigliere del capo filorusso della regione Oleg Kryuchkov), Bruxelles accusa la Russia di aver distrutto il secondo più grande terminal di grano. Il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, nel suo intervento in plenaria al Parlamento europeo a Strasburgo, nel ribadire che il Cremlino usa le forniture alimentari come arma di guerra, invita a unire le forze per denunciare le menzogne russe.

Le menzogne, ecco l’altra terribile arma che sta utilizzando, sin dal primo giorno, la Russia in questa assurda guerra.

La propaganda e la mistificazione della realtà ammantata da un cumulo di falsità e di colossali frottole, a partire dalla ormai tristemente famosa locuzione “operazione militare speciale”, ha caratterizzato questa odiosa, inarrestabile guerra al quarto mese di feroci combattimenti ai danni di un Paese sovrano. Eppure, il fatto che gli ucraini stiano difendendo la loro Patria da un’ivasione brutale e ingiustificata, non sembra essere un assunto così semplice e lapalissiano, in particolare nel nostro belpaese.

Già, perché la macchina infernale della propaganda russa agisce e ha agito pesantemente anche in Italia, e se n’è accorto anche il Copasir, il Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica che ha condotto un’indagine svolta con i direttori dell’intelligence ed altre istituzioni, e ha tracciato una mappa della presunta rete italiana di Vladimir Putin, che include parlamentari, manager, giornalisti e lobbisti, e che ha l’obiettivo di influenzare l’opinione pubblica.

ELISABETTA BELLONI, DIRETTORE DEL DIS ADOLFO URSO, PRESIDENTE COPASIR

Così riferisce lo stesso Presidente del Copasir, il Sen. Adolfo Urso: “La macchina di disinformazione è attiva da almeno dieci anni, peraltro è un elemento fondamentale della cosiddetta dottrina Gerasimov resa pubblica nel 2013, a ridosso della prima invasione russa dell’Ucraina”. Sempre secondo il presidente Urso, la macchina della disinformazione russa “ha agito con efficacia durante la pandemia, come abbiano denunciato in un documento del maggio 2020, ovviamente è in campo ancor più oggi nel tentativo di condizionare le nostre scelte che sono fondamentali per la tenuta della difesa occidentale. Dobbiamo esserne consapevoli per aumentare la resilienza del Paese”. Inoltre il presidente del Copasir ha spiegato: “È stato notato che gli stessi social che propagavano notizie sulla inefficacia dei nostri vaccini a fronte del magico Sputnik hanno trasformato la loro ragion d’essere, nella stessa notte, nel difendere le ragioni del Cremlino sulla invasione dell’Ucraina. È  bastato girare una chiave o se lei preferisce modificare l’algoritmo”.

Adolfo Urso
Presidente Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica

L’indagine conoscitiva “sulle forme di disinformazione e di ingerenza straniere, anche con riferimento alle minacce ibride e di natura cibernetica” è stata avviata il 4 maggio ed è ancora in corso; attraverso i social network (da TikTok a Instagram, da Telegram a Facebook, ma anche Parler ed ExitNews), le televisioni e i giornali, ci sarebbe un gruppo di personaggi che si schiera contro i politici che appoggiano Kiev per sostenere la Russia. 

Di questa indagine ha riferito il Corriere della Sera, pubblicando, prima di chiunque altro, un articolo con una sorta di elenco in cui spiccano alcuni nomi di presunti filoputiniani attivi in Italia.

Oltre all’arcinoto Alessandro Orsini, docente di Sociologia del terrorismo, licenziato dall’Università Luiss dopo le sue apparizioni televisive, emergono tra i politici Vito Petrocelli, destituito da presidente della Commissione Esteri Senato ed espulso dal M5S. E poi, Giorgio Bianchi, fotoreporter di 48 anni che gestisce su Telegram il canale dedicato alla propaganda russa Giubbe Rosse; assieme a lui Claudio Giordanengo, 65 anni, di professione dentista e candidato con la Lega alle elezioni europee del 2019, che rilancia spesso i contenuti contro il governo divulgati da Gianluigi Paragone, parlamentare e fondatore di ItalExit. Nell’elenco che l’intelligence ha attenzionato, figurerebbero anche molti autori TV, consulenti e giornalisti, perlomeno sensibili alle richieste provenute dal Cremlino.

L’obiettivo del Copasir è fare chiarezza sulla cosiddetta “strat-com“, ovvero la strategia di comunicazione, una eventuale minaccia rappresentata dalla Russia che, con propaganda, disinformazione e fake news su media e social, ha provato a influenzare il dibattito sulla guerra nei Paesi occidentali. E i media italiani veicolerebbero i contenuti filo russi con massicce campagne di influenza.

Certo, una domanda sorge spontanea, perché l’Italia?

Ma anche la risposta arriva spontanea, basta guardare alla politica degli ultimi anni: diversi leader e molti schieramenti politici hanno intrattenuto relazioni più che stabili e personali, basate su legami economici e industriali, con la Russia di Vladmir Putin; basti pensare solo a tutte le volte in cui Lega e M5S hanno votato in Europa in difesa di Putin e dei suoi interessi.

Ovviamente l’articolo del Corriere della Sera ha sollevato un vero e proprio vespaio; c’è chi parla di liste di proscrizione e neomaccartismo, riguardo al rapporto del Copasir sui filorussi in Italia in prima linea con l’invasione dell’Ucraina.

Da parte sua il presidente dell’Ordine dei Giornalisti, Carlo Bartoli, ha ribadito come la possibilità di dar voce a personalità differenti e la libertà di intervistare chi si ritiene opportuno sia uno dei cardini della professione giornalistica

Trovo indegno che si facciano delle liste di proscrizione, che si mettano delle immagini di alcune persone, estraendo delle opinioni che hanno espresso” ha immediatamente tuonato Giuseppe Conte, facendo eco all’amico Travaglio.

Il Direttore del Fatto quotidiano, furibondo contro il Corriere della Sera per la pubblicazione della lista ha attaccato: “Putiniani? Schedati i critici del governo Draghi

E continua, dicendo che il numero uno del Comitato per la sicurezza, Urso smentisce in tv l’elenco dei membri della presunta “rete filo-Putin”.

Certo sentir parlare Marco Travaglio di liste di proscrizione, fa sorridere; ricordiamo bene le sue “liste di proscrizione”, proprio lui, il direttore di un giornale che pubblicò, subito dopo l’invasione della Russia in Ucraina, la lista di proscrizione dei “guerrafondai”, individuandoli in: Gianni Riotta, Federico Fubini, Luciano Capone, Jacopo Iacoboni, solo per nominarne alcuni.

Marco Travaglio

Il presidente del Copasir, Adolfo Urso (Fdi), ha specificato che il rapporto dell’intelligence sulla disinformatia filorussa, su cui invero il Copasir indaga da molto tempo, è arrivato  successivamente all’articolo partorito in via Solferino e non smentisce l’esistenza del rapporto.

L’intelligence italiana “non ha mai stilato alcuna lista di politici, giornalisti, opinionisti o commentatori, né ha mai svolto attività di dossieraggio”, ha detto Franco Gabrielli, sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega ai Servizi e alla sicurezza della Repubblica.

E il Corriere, da parte sua, ha riferito sul rapporto dell’intelligence italiana girato al Copasir. “Al governo e al Copasir arrivano periodicamente rapporti che ricostruiscono la guerra «ibrida» scatenata da Mosca dopo l’invasione dell’Ucraina“, scrive Fiorenza Sarzanini sul  Corriere della sera.

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