La Crisi: i primi partiti al Colle.

Prima le Autonomie ed il guppo Misto, poi sarà la volta di Pd ed Italia Viva.

GP

La crisi richiede i suoi rituali. Dopo l’incontro del Presidente della Repubblica con i residenti di Senato e Camera dei Deputati tocca ai partiti conferire col Capo dello Stato. Julia Unterberger

Il primo partito ad essere ricevuto da Mattarella è il gruppo delle Autonomie. Uscendo dal colloquio col Capo dello stato Julia Unterberger ha dichiarato: “Abbiamo una preferenza per un eventuale Conte Ter. Abbiamo avuto una buona esperienza con Conte che ci ha sempre dato una mano. Pensiamo sia un punto di equilibrio tra tutti i partiti che formano questo governo e senza di lui è difficile avere una stabilità. Abbiamo confermato al presidente Mattarella il sostegno per qualsiasi formazione purchè sia fortemente europeista e abbia nel programma la tutela delle minoranze linquistiche e delle autonomie speciali. Il Paese non ha bisogno di una crisi. Si deve trovare una soluzione politica e non un governo tecnico”. Conte segna un punto a suo favore, ma il percorso da affrontare è ancora lungo.

Poi è la volta del gruppo Misto. Al termine dice Loredana De Petris, che al colloquio con Mattarella era con il leader di Leu Pietro Grasso: “Abbiamo con molta chiarezza dato la nostra indicazione nel senso del presidente Conte: riteniamo indispensabile e necessario costruire intorno a lui e rinforzare la maggioranza e certamente allargarla su temi molto chiari e per portare a compimento il recovery fund. E’ necessario per il Paese che Conte possa continuare in Ue il lavoro importante che è stato fatto ed ha prodotto cambiamenti”. Altro punto a favore di Conte.

Seguiranno il Pd ed Italia Viva.

Quanto al Pd prima della visita al Colle ha parlato il Segretario Nicola Zingaretti: “Non abbiamo nessuna intenzione di chiuderci nelle nostre stanze a cercare un governo a qualunque costo. Non è questa la nostra storia e non è questo che serve alla nazione. Prendiamoci cura dell’Italia e credo che la cura giusta sia un governo di legislatura, europeista, repubblicano, che rilanci lo sviluppo, socialmente giusto e attento agli ultimi. Un governo attento alla salute e al futuro degli italiani. Questa crisi non l’abbiamo voluta noi. Ne avremmo fatto volentieri a meno. Ripeto. L’Italia può e deve guarire”. Non fa il nome di Conte, ma il Pd è schierato decisamente per il reincarico.

E se fin qui era ed è tutto scontato, la prima incognita della giornata sta nelle mani, anzi nelle parole di Renzi e la sua Italia Viva. Finora, infatti,  zero contatti tra Giuseppe Conte e Matteo Renzi. Dal Quirinale osservano che la situazione è “molto complicata“. L’operazione ‘responsabili’ finora sembra aver fallito l’obiettivo di procurare numeri in più al senato. Il gruppo di Italia viva sembra essere ancora essenziale per arrivare ad una solida maggioranza ed ad un un governo. Ma Renzi e i suoi continuano a usare parole assai dure, e sono in molti a ritenere che sostituire il premier uscente sia “l‘obiettivo vero di Renzi“.

Ieri è nato il gruppo degli europeisti in senato, forte di dieci componenti, con l’intente di favorire la nascita di un nuovo governo con l’attuale maggioranza e premier Conte. Non è un fatto insignificante e da a Conte una grossa boccata d’ossigeno in questo momento, ma bisogna attendere di vedere se e come Mattarella riuscirà a districare la complessa matassa della crisi e quale sarà la sua decisione finale.

Intanto in Parlamento è girata voce di un possibile mandato esplorativo affidato dal Capo dello Stato a Roberto Fico nel tentativo di smussare qualche angolo e favorire la riapertura del dialogo tra Conte e Renzi. Ma molti osservano che il dialogo tra i due sarebbe maggiormente favorito da un incarico esplorativo affidato allo stesso Conte. In alternativa, ove una maggioranza dovesse maturare con maggiore chiarezza, Conte potrebbe ricevere un vero e proprio reincarico, per trovare l’accordo su un nuovo programma e una squadra di governo. Troppo presto, francamente, per avanzare previsioni stanti i numeri attuali, ancora molto incerti.

Gli appassionati di previsioni scommettono sul discorso di Renzi al Colle che: “dovrebbe ribadire la disponibilità a sedersi al tavolo di maggioranza, anche con Conte premier incaricato, “senza veti”. Ma dovrebbe anche sottolineare l’assenza di contatti e segnali da Palazzo Chigi. Un dirigente di Italia Viva ha infatti appena dichiarato: “Le nostre domande sono note, le risposte di Conte mai pervenute. Il nostro sostegno è legato a una forte discontinuità nel metodo e nel merito“.

E mentre i pontieri faticano alacremente da un lato e dall’altro per acquisire o far perdere pezzi alla maggioranza per un Conte ter, su diverse testate oltre a continuare ad impazzare il topo-premier con i nomi più disparati, ora si è aggiunto il toto ministri, con nuove entrate date da alcuni per certe.

Ora scusate la praticità del discorso, ma se non c’è un premier certo, anzi non c’è certezza per la prosecuzione naturale della legislature, come si fa a far previsioni su ministri? Ma cosa non si fa per scrivere qualcosa di diverso.

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