In fondo, nulla di nuovo.

Gianbattista Vico-in copertina- parlava di corsi e ricorsi storici. Tutto scorre, certo ma tutto ritorna. Perchè in politica dovrebb’essere diversamente?

Gianvito Pugliese

Due distinguo o, se preferite, due polemiche all’interno della maggioranza hanno fatto parecchio vociare social e tv. La prima: la Ministro dell’istruzione Lucia Azzolina e il suo M5S vogliono i concorsi per docenti, da immettere nei ruoli prima di settembre, e che le prove si svolgano per tempo (ora?). Italia Viva la appoggia (concorsi? Qualche posticino tra commissari e candidati viene fuori!). Pd e Leu vorrebbero, considerati i tempi, il ricorso alle graduatorie, anche per rispetto di chi ha lavorato da precario da diverso tempo e la scuola l’ha retta insieme ai colleghi di ruolo. Peraltro, i sindacati chiedono la stabilizzazione dei precari e Pd e Leu non sono ovviamente sordi a certi richiami, dopo un periodo di rapporti asfaltati. Il Viceministro al Mise (Ministero Sviluppo Economico) Stefano Buffagni, “noto diplomatico”, tuona il “No ai ricatti, no concorsi per soli titoli”. I sindacati infatti, minacciano la mobilitazione e lo sciopero. Buffagni, dopo la legittima aggiustatina al ciuffo (invidia la mia, non se ne abbia, sono quasi calvo), una guardatina alla Costituzione, sulla quale ha giurato ed ai diritti dei lavoratori, noo? Equiparare lo sciopero a ricatto non si può sentire! Tanto per cambiare affidata a Giuseppe Conte una proposta di mediazione. Quando smetterà di fare il Presidente del Consiglio, un consiglio, scusi il bisticcio di parole, non torni a far l’avvocato anche se è bravo, siamo troppi, faccia il mediatore, ormai ci ha preso la mano.

La seconda: il Vice Ministro delle infrastrutture Giancarlo Cancelleri, sempre pentastellato, prima se la prende su Facebook con Aspi. la società che fa capo ai Benetton, quella del Ponti Morandi, rea di subordinare il prosieguo degli investimenti per le ristrutturazioni autostradali alla concessione di prestiti garantiti dallo Stato. ” Cioè il ricatto, la logica del ricatto“. Ricorda a IV e PD (e Leu, cioè Sinistra Italiana ed Articolo1 ?) che la società è responsabile di 43 morti e che la concessione va revocata e affidato tutto all’Anas (ed il ponte sul Magra collassato ad Albiano e ciò che è emerso dalle sommarie indagini?). Poi la faccenda degenera e sfocia in accuse al suo Ministro, Paola De Micheli in quota Pd, di accordi segreti e dossier occultati. La Ministro tace, ma dal Ministero fanno presente, sempre a mezzo stampa, a Cancelleri, loro Vice Ministro, che il dossier nascosto è stato già da tempo depositato in Parlamento ed inviato al Consiglio dei Ministri.

Luigi Di Maio, il vero capo politico del Movimento, facendo finta che i sondaggi non esistano o non li conosce, dice di sognare un Movimento che governa da solo. I sogni sono assolutamente liberi. I suoi hanno il pregio di essere raccontabili, ma la politica non si fa coi sogni.

I cinque stelle, rivendicano, probabilmente a ragione di essere diversi da tutti, duri e puri, non essere né di destra, né di sinistra, per la giustizia ma non giustizialisti, e mi fermo qui anche se potrei continuare all’infinito. Hanno tanti pregi, qualche difetto. Non me ne vogliano per alcuni di loro provo simpatia ed anche amicizia.

Giambattista Vico parlava di corsi e ricorsi storici. La storia si ripete, cioè. Cambiano i personaggi, cambia l’epoca e la scenografia, ma la sostanza resta quella. Cari Amici pentastellati, vi siete perfettamente integrati nella litigiosità che caratterizzava il vecchio Ulivo al suo interno, litigi che sistematicamente riportavano Berlusconi in sella a Palazzo Chigi, e siccome non è certo l’unica ripetizione nella storia politica di questo Paese, alle liti intestine nella Balena bianca, la Democrazia Cristiana, che contava al proprio interno tante correnti, veri e propri partitini strutturati, con una destra (con a capo i dorotei) ed una sinistra (con al vertice i morotei) ai quali si aggregavano le correnti minori, spesso a prescindere dai principi ideologigi, ma in virtù delle necessità contingenti (ottenere un ministero, un assessorato, una presidenza, uno scannetto). E le lotte non avvenivano su i social che non esistevano, la televisione con pochi canali e poco propensa a fare altro che la comunicatrice del Capo del Governo di turno, ma sui giornali, che stretti dalla tv, già dall’ora, non trovavano di meglio che deliziare i lettori con gli scontri correntizi a cui si aggiungevano quelli tra i partiti.

La destra no. In Puglia la Lega rompe gli accordi nazionali e reclama il candidato governatore spettante a Fratelli d’Italia. E’ avvenuto. Scommetteteci: Meloni dichiarerà “Scaramucce, il leader della Lega è uomo d’onore, sono giocherelloni, terranno fede agli accordi”. Salvini proverà a fare un sorriso sornione di condivisione -i sorrisi ultimamente, a ben pensarci da fine agosto, primi di settembre non gli riescono più tanto bene- e Berlusconi sorriderà, come il prete sull’altare, con l’espressione di chi pensa: “bene ed io cosa c’entro”. Litigano per le poltrone, poltroncine e scannetti come tutti, ma ostentano un’unità che qualcosa sfrutta, poco ormai.

Buona domenica, cari lettori.

Per commenti, precisazioni ed interventi potete utilizzare i contatti, o scrivere alla e-mail info@lavocenews.it, grazie.