Feroce e vile attentato alla libertà di stampa

Due riflessioni su quanto accaduto in Romania, anche alla luce di nostre informazioni dirette da fonti locali

Gianvito Pugliese

Ripartiamo dall’articolo scritto ieri sull’aggressione subita dalla nostra giornalista Rai, Lucia Goracci, e dalla sua troupe per mano della Senatrice romena no-vax di estrema destra populista, Diana Iovanovici Sosoaca e di quell’altro energumeno del marito, e del molto discutibile comportamento, connesso al fatto, da parte dei poliziotti di un commissariato di Bucarest, che hanno trattenuto la Goracci ed i suoi collaboratori per otto ore, fino all’intervento risolutivo dell’Ambasciata italiana che li ha indotti a più miti consigli, rilasciando Goracci e troupe Rai.

Da nostre fonti dirette in Romania, abbiamo appreso, anzitutto, che la Senatrice in parola, contrariamente alle notizie che la volevano membro di Aur, l’Alleanza per l’unione dei romeni, partito di minoranza, ora è indipendente, in quanto espulsa da tempo dal partito in cui era stata eletta.

Le stesse fonti riferiscono che corre voce in Romania che la vicenda della giornalista Rai sembra essere stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, già colmo di suo, e la Sosoaca sia in procinto di essere incriminata e giudicata dalla giustizia romena.

“Chi si loda, s’imbroda”, mi ripeteva spesso mio padre, un tesoro inesauribile di saggi detti popolari, oltre che un musicista di fama mondiale. Memore di quell’insegnamento, ridimensiono subito il successo di un’esclusiva de Lavocenews.it che ho l’onore di dirigere. Nella nostra testata la Collega che funge da segretaria di redazione e, quotidianamente, cura la pubblicazione dei bollettini Covid nazionale e regionale, e non solo, è di nazionalità romena.

Dunque, abbiamo giocato in casa ed abbiamo avuto notizie di prima mano, senza troppi problemi.

Passiamo alle riflessioni. Premesso che vanno stigmatizzati due comportamenti gravi in questa vicenda, e poco importa quale più e quale meno, e cioè da un lato l’aggressione ed il sequestro di persone (la troupe) per mani della Sosoaca e del suo consorte, nonché i pugni con cui questo vigliacco energumeno ha colpito la Goracci, in presenza dei poliziotti – le immagini filmate non lasciano dubbi o lacune in proposito -, e dall’altro i poliziotti che assistono indifferenti alla violenza perpetrata da Sosoaca e consorte e alle vittime riservano il trattamento praticamente di un fermo, formalizzato o meno, poco rileva, che senza l’intervento provvidenziale della nostra ambasciata, mi ripeto ma è utile, non sappiamo quale epilogo avrebbe avuto.

Sia la Sosoaca, una senatrice di uno stato europeo, che la Polizia romena, a prescindere dai reati commessi. che auspichiamo siano accertati e condannati con il rigore che il fatto richiede, hanno fatto molto peggio.

La libertà di stampa, in Italia è riconosciuta espressamente dall’art. 21 della Costituzione, all’interno del suo secondo comma: “La stampa non può essere soggetta ad autorizzazione o censure.” sancendo così la sacralità di questo diritto e tutelandolo. Ma la libertà di stampa al contempo è un diritto che l’Unione europea tutela senza se e senza ma, intervenendo sempre con fermezza nei confronti di Stati membri che vi hanno attentato, cercando di contenerla ed imbrigliarla. E nella stessa Romania, mi confermano, la libertà di stampa è tra i diritti principali tutelati dalla Costituzione, all’articolo 30.

Ed alla luce di prove filmate e diffuse dalla nostra televisione di stato nel telegiornale, non si può nutrire alcun dubbio che proprio la libertà di stampa è stata violata, prima dalla senatrice e consorte, poi, in ordine di tempo, dalla polizia.

Sequestro di persona, minacce e percosse da parte della famigerata coppia, omissione d’atti d’ufficio, fermo illegale delle vittime, anziché dei “due comprovati delinquenti”, l’avvocato Sosoaca ha, tra l’altro, non pochi precedenti per fatti connessi al suo modo di praticare la politica, fatto di abusi, violenza e minacce, facendosi forte del mandato parlamentare, sono la parte minore e quasi meno rilevante di questa squallida pagina. Una grave macchia per la Romania, chiamata oggi dalla pubblica opinione internazionale a mostrare di che pasta è davvero fatta.

E’ la libertà di stampa, diritto prioritario, tutelato dalle costituzioni di tutti i Paesi democratici del mondo, nessuno escluso, ad essere stato gravemente messo in discussione. Un episodio che mi ha riportato alla mente l’aggressione subita da una altro giornalista Rai, tempo addietro ad Ostia. Difficile dimenticare la fredda determinazione del titolare di una palestra, imparentato e colluso con il boss della criminalità organizzata di Ostia, nell’aggredire con una violenta testata il giornalista, reo di avergli rivolto una domanda non gradita. Solo che, in quella circostanza, l’autore era un delinquente comune e non una senatrice, e la polizia italiana non ebbe dubbi e tentennamenti su chi fermare e denunciare.

State certi che seguiremo questa storia con la massima attenzione. Per una redazione, e la nostra è come una grande famiglia modello, la libertà di stampa ha il valore di un diritto assolutamente prioritario. Chi la viola, colpisce tutto il mondo del giornalismo, senza distinzioni di qualsiasi sorta, non solo quel giornalista o quella determinata testata.

Permettetemi, in coda a queste riflessioni, uno sfogo personale. Mi piacerebbe, ogni qual volta che un giornalista riceve un attacco ingiusto, una minaccia gratuita, perché quando sbagliamo, soprattutto se non in buona fede, è giusta sia la critica che la punizione, vedere il mondo della stampa sollevarsi compatto. Accade, invece, che come i partiti sono garantisti con i propri e giustizialisti con gli avversati, le testate si schierino, insieme ai loro giornalisti, solo in favore dei propri e rimangano indifferenti, quando non manifestano una punta di ostilità, nei confronti di quelli di testate di orientamento, specie politico, diverso dal proprio. Non sarei onesto se non riconoscessi che anche, se non soprattutto, nel mondo del giornalismo si ragiona troppo spesso per bande o clan. E tanto per cambiare noi giornalisti ci abbiamo messo tanto di nostro, ma chi ci ha insegnato e guidati in queste faide fratricidi è la politica, che dove tocca corrompe e sporca.

A molti non piacerà questa affermazione, ma purtroppo è una verità che viviamo quotidianamente,

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