Coronavirus: tra decreti e notizie dal mondo.

Raggiunta intesa in Italia tra Sindacati ed imprese sulla sicurezza sul lavoro. Apple chiude i tutti i negozi nel globo. Trump richiede lo stato d’emergenza. In Cina: propagazione ai minimi storici. Una carrellata dall’Europa agli Usa.

Gianvito Pugliese

Intanto dall’Italia alcuni segnali positivi. Mentre si sta lavorando da parte del governo ad un maxi decreto, si è raggiunta l’intesa tra Sindacati dei lavoratori e rappresentanze imprenditoriali sulle condizioni di sicurezza sul lavoro a seguito del Covid-19. Ed ieri pomeriggio l’appello lanciato in rete di uscire sui balconi e “cantare, suonare, ballare come senso di unità” è stato largamente accolto ed ha animato i davanzali delle grandi metropoli, come dei piccoli centri, del nostro territorio e, non solo con presenza giovanile che, ovviamente, ha costituito la maggioranza.

In Cina prosegue il trend positivo delle guarigioni e, soprattutto, la riduzione drastica dei contagi. Tant’è che la Apple. nel mentre disponeva la chiusura dei suoi negozi in tutto il mondo, faceva una sola eccezione ed è la Cina, dove si sta verificando l’esatto opposto, ovvero la riapertura dei negozi Apple già chiusi.

Ci viene segnalata, da parte di amici residenti all’estero, e loro genitori, soprattutto nei principali Paesi europei, una sorta di omertà dei rispettivi governi nel riconoscere la gravità del problema, la diffusione sui rispettivi territori nazionali e le preoccupazioni per l’economia. Sono semplici sensazioni ed opinioni personali, ho il dovere di precisarlo, ma non stento a crederci. Infatti, in Francia Macron ha chiuso scuole ed università, ma domenica fa votare per le comunali. Francamente, incosciente ed aberrante. In Inghilterra, Boris Johnson vorrebbe favorire la massima diffusione dei contagi per raggiungere subito il picco ed uscire prima dalla pandemia. Una scommessa che mi ricorda tanto la roulette russa. Solo che la pistola non è alla sua tempia, se non poi in termini politici, ma tanto le elezioni son lontane, ma a quella dei cittadini, i più deboli fisicamente ed economicamente anzitutto. La sanità inglese, che non ha mai brillato, non ha neanche la metà dei posti letto dell’Italia, ha da tempo ormai bilanci falcidiati dai conservatori al governo. E non è che la Germania della Merkel sia più trasparente ed attenta. I casi crescono a dismisura ma nessuno ne parla o ne scrive.

E Trump, dopo aver affermato sistematicamente che il Coronavirus altro non era che poco più di una banale influenza, ora ha finalmente stanziato 50 mld di dollari per far fronte all’emergenza. Una somma chiaramente insufficiente se si paragona all’ampiezza del Paese, ma sufficienti a dare una bella boccata di ossigeno alla borsa americana, che ha reagito positivamente all’annuncio. Contemporaneamente, ha chiesto ed ottenuto dalla Camera dei rappresentanti la proclamazione dello stato di emergenza. Lo smantellamento della sanità pubblica avviata da Obama ed i tagli al bilancio della Sanità, i cui fondi sono stati utilizzati per la costruzione del muro tra Usa e Messico, non mancherà di pesare nelle imminenti elezioni.

Rimane il fatto che l’Italia resta l’untore per molti governanti, e ciò nonostante l’Oms (l’Organizzazione mondiale della Sanità) ci riconosca il merito di aver fatto più e meglio di tutti, a mio giudizio, cinesi esclusi. Il che desta, francamente, seria preoccupazione, perchè se la classe politica italiana, con rarissime eccezioni, di certo non brilla (i Moro ed i Berlinguer, ce li sogniamo), all’estero, vicino e lontano, mi sembra siano combinati assai peggio.