Conferenza stampa di fina anno anticipata da Conte

Molti gli spunti interessanti.

GP

Il Presidente del Consiglio ha già tenuto, abbastanza prima del consueto, la conferenza stampa di fine anno. Conte non è uno che fa le cose a caso sull’onda dell’improvvisazione o della rabbia. E’ un riflessivo ed una persona estremamente rispettosa delle tradizioni. Se le ha rotte una ragione c’è.

Non è difficile da capire a chi era rivolto il messaggio centrale e prioritario del discorso, messaggio che Conte, con molto tatto e diplomazia, di cui sta dando oggettivamente lezioni, lui che alla politica è sbarcato da poco a molti che di quelli che la politica l’hanno cominciata a prendere col biberon visto che fin da ragazzini ne hanno fatto un mestiere. Tatto e diplomazia perchè una cosa è andare in tv e parlare del confronto con un leader o un partito, altro è diluire quel messaggio nell’ambito di un discorso che affronta a 360° i progetti e la sua visione del Paese.

Conte non è neanche uno che si sottrae allo scontro, lo affronta con garbo ma anche con strema fermezza. Resterà memorabile il j’accuse in parlamento nei confronti del suo, all’epoca, ministro dell’interno Matteo Salvini. Ed oggi il nucleo centrale del messaggio è indirizzato all’altro Matteo. Non è la prima volta che Matteo Renzi crea tensione nella maggioranza. Un po’ è il suo modo di far politica, un bisogno di attirare l’attenzione sul suo partitello, pur forte per numero di parlamentari aderenti, ma con una base che è pari ed eguale a zero confrontata con tutti i colonnelli che me fanno parte. Ma questa volta sembra che la crisi cominci a farsi seria, non più solo una vaga minaccia di dimissioni destinate a rientrare al primo incontro, dove sistematicamente viene dichiarato “di non aver ottenuto assolutamente nulla, per cui è ragionevole chiedersi: “ma allora che vi siete incontrati a fare?” Conte deve aver sentito, e non è il solo, puzza di congiura di palazzo, e manda a dire a chiare lettere a Matteo Renzi di essere sempre disponibile al dialogo ed al confronto, ma non agli ultimatum. Non li equipara a ricatti, ricorda solo che Aldo Moro escludeva che la politica potesse essere praticata a botte di ultimatum che non fanno altro che far precipitare gli eventi e complicare le cose in un Paese che di complicazioni ne ha già troppe. Conclude quel messaggio però senza mezze misure: ” Se verrà meno la fiducia di un partito andrò in Parlamento”, Nessuna discussione o trattativa sotterranea. Tutto alla luce del sole e Renzi, nonostante parli di possibili maggioranze alternativa, sa che Sergio Mattarella è stato perentorio, se il governo cade si va ad elezioni, che per Italia Viva equivalgono a scomparsa.

Per ora Conte sembra giocare molto bene le sue carte in un governo in cui le continue divergente d’opinione tra pieddini e pentastellati già richiedono cuciture quotidiane certosini, e di spari ad altezza d’uomo da parte di alleati minori non si avverte alcun bisogno.

Poi à stata davvero conferenza di fine d’anno. Il Rccovery fund deve esssere definito dalla maggioranza al più presto per essere consegnato in bozza alle parti sociali ed alle opposizioni per i miglioramenti auspicabili ed essere reso definitivi dal Parlamento a febbraio. Parlamento a cui spetta dire l’ultima parola sul Mes.

Tornando alla politica Conte non ha escluso un possibile rimpasto di governo ma per avviarlo occorre che un partito della maggioranza lo chieda esplicitamente, cosa ad oggi non avvenuta.

Si è poi dichiarato favorevole al vaccino, che farebbe immediatamente se potesse farlo, ma sull’obbligatorietà è stato diplomatico: sembra propendere per il messaggio di responsabilità verso i più deboli, piuttosto che per imporlo.

Poi uno sguardo panoramico ai singoli settori ed alle prospettive di ritorno alla normalità. Francamente un poco presto per poter fare previsioni in un Paese in cui i numeri del contagio sono ancora estremamente oscillanti.

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