Botta d’orgoglio: il Garante della privacy conferma le nostre tesi. Nn

Sono giorni che la caccia all’uomo o ai nomi, tra parlamentari, amministratori regionali, e di enti locali, tiene banco tra i media.

La notizia battuta dalle agenzie di stampa ieri pomeriggio è importante di suo, ma per questa testata assume una connotazione del tutto particolare. Ieri mattina nell’editoriale “I cinque miserabili” abbiamo sostenuto, praticamente “in splendida solitudine”, se non proprio contro tutti, che la privacy nei confronti dei politici, in quanto uomini pubblici per loro scelta, si attenua notevolmente fin quasi ad annullarsi per cui Tridico, il presidente dell’Inps, quei nomi avrebbe dovuto e potuto darli.

Nel pomeriggio viene reso noto il parere del garante, che -con maggiore cura dei particolari giuridici, devo dirlo- giunge alla stessa nostra conclusione. Permettetemi di non nascondere la soddisfazione che ha colto la redazione, una botta d’orgoglio che non credo sia collegata al mero fatto di essere una testata neonata e che, penso, avrebbe inorgoglito anche più anziani ed autorevoli media. Posto qui di seguito la notizia data dall’Ansa.

Ho sentito ieri sera anche parecchie inesattezze, per le quali una parola va spesa. Certamente, parlamentari e regionali hanno rilasciato dichiarazioni mendaci per ottenere, o anche solo poter accedere al bonus partite Iva. Cioè hanno dichiarato di non essere iscritti ad altra cassa di previdenza obbligatoria extra Inps. Lo sono, invece, tutti iscritti obbligatoriamente alle rispettive casse. E tanto integra un reato: se poi sia sanzionabile con la reclusione o con una semplice ammenda conta poco, sempre sempre una violazione del codice penale resta. E’ poi da vedere come verrà qualificata penalmente quell’appropriazione di denaro pubblico non spettante.

Buona lettura a tutti e “rimanete con noi”.

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